Signori: “I tifosi della Lazio valgono più di 10 scudetti”, la dichiarazione che esalta il legame con i fan

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Sarri alla Lazio, ex biancoceleste: “Ha l’esperienza per sfatare le crisi di Roma”

Un ex giocatore della Lazio elogia l'esperienza per affrontare...

Le rivelazioni di Giuseppe Signori sul calcio italiano e la sua amata Lazio

Giuseppe Signori, l’ex bomber della Lazio, ha condiviso pensieri profondi in un’intervista a “Dribbling” su Rai 2, anticipando una chiacchierata che andrà in onda integralmente oggi pomeriggio. Le sue parole toccano temi cruciali, dal futuro del calcio italiano ai ricordi personali, lasciando i fan incuriositi su come le sue esperienze possano ispirare il presente. Con un misto di nostalgia e analisi, Signori invita a riflettere su ciò che serve per riportare il calcio italiano ai suoi antichi splendori.

Parlando dei giovani talenti, Signori non nasconde le sue preoccupazioni sulla base del calcio odierno. «Il problema parte dalla base, i settori giovanili sono stati in qualche modo abbandonati. non si insegnano più ai bambini le cose essenziali, quelle che imparavamo noi negli oratori come saper palleggiare e da lì si può passare ad un lavoro più specifico di tipo tattico. Insomma, il calcio italiano oggi non ha una base». Queste riflessioni alimentano la curiosità su quanto il declino dei vivai possa influenzare le generazioni future, spingendo i lettori a chiedersi se un ritorno alle basi possa davvero cambiare le cose.

Tra i nomi emergenti, Signori esprime ottimismo per alcuni attaccanti che rappresentano una speranza per l’Italia. «Abbiamo giovani interessanti, soprattutto attaccanti. Retegui ha fatto una scelta di vita importante. Quando si decide di andare in Arabia a livello di allenamenti si può perdere qualcosa ma io credo che lui abbia tutte le qualità per diventare un grande attaccante. Camarda e Pio esposito rappresentano il nostro futuro, io punterei su di loro». Questa parte dell’intervista suscita interesse, facendoci immaginare come questi talenti potrebbero brillare nelle competizioni internazionali.

Sul fronte della Nazionale, Signori valuta il ruolo del CT Gattuso e l’evoluzione della squadra. «Gattuso, come tutti i Ct, più che un allenatore è un selezionatore. Nelle ultime uscite ho visto una Nazionale cresciuta sotto l’aspetto dell’impegno e soprattutto dell’attaccamento ai colori della maglia e questo mi fa credere che l’Italia possa essere ancora competitiva». Le sue parole creano curiosità su quanto l’impegno possa fare la differenza, invitando i lettori a riflettere sulle prossime sfide azzurre.

Passando ad altre realtà, come il Napoli, Signori non esita a elogiare l’impatto di un allenatore esperto. «L’allenatore conta il giusto perché in campo ci vanno i giocatori, ma Conte fa sempre la differenza. È sicuramente lui il valore aggiunto del Napoli che è una squadra forte». Questo commento aggiunge un tocco intrigante, mostrando come la guida tecnica possa elevare una squadra e stimolando dibattiti su chi fa davvero la differenza nel calcio.

Tornando alla Lazio, Signori analizza la situazione attuale con onestà, basandosi sulla sua esperienza.

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«Sarri conosce bene l’ambiente, ma la Lazio non ha potuto fare il mercato estivo. È una squadra incompleta in diversi ruoli. Sarà necessario intervenire nel mercato invernale. Arrivare in Europa credo sia l’obiettivo minimo della Lazio». Queste osservazioni destano curiosità sui possibili rinforzi invernali e sul cammino della squadra verso l’Europa, tenendo i fan in attesa di sviluppi.

Il legame con i tifosi biancocelesti emerge come un tema emotivo. «Nelle piazze dove ho giocato, da Foggia alla Lazio e al Bologna c’è stato un amore reciproco. Con la maglia biancoceleste non ho vinto nulla ma il fatto che i tifosi siano scesi in piazza per me mi fa sentire come se avessi vinto dieci scudetti». Questa confessione personale suscita interesse sul potere dei supporter, ricordandoci come il calcio vada oltre i trofei.

Guardando al suo passato, Signori non nasconde i rimpianti da Mondiale. «Il rimpianto è non aver disputato la finale di un mondiale. Ho pagato l’inesperienza e forse la presunzione perché’ avevo vinto la classifica dei cannonieri e mi sentivo un attaccante a tutti gli effetti. Una finale della coppa del modo va giocata anche in porta. Io e Baggio abbiamo pagato la sconfitta al debutto della partita mondiale. Abbiamo giocato tutte e due di punta e Sacchi preferiva, anche nel Milan, giocare con una punta alta e una bassa vicino. Io e Roberto avevamo caratteristiche simili fisicamente ma non nei movimenti perché’ lui era più un trequartista ed io più una punta e da centrocampista nel mondiale ho pagato la fatica». Queste parole invitano i lettori a riflettere sulle lezioni apprese dai grandi eventi, alimentando la curiosità su come le scelte tattiche influenzino le carriere.

Sul tema dei rigori, Signori rivela il suo “segreto” con un tocco di aneddoto. «Il mio segreto per tirare i rigori era guardare il ginocchio del portiere. Dopo che Neymar aveva sbagliato due rigori fui contattato dal suo entourage per insegnargli un modo diverso di calciarli. Infatti, poi i primi tre li ha battuti simili ai miei facendo gol, ma al primo errore è tornato alla sua vecchia maniera di calciarli». Questo dettaglio intrigante fa pensare a come le tecniche individuali possano fare la differenza in momenti cruciali.

Toccando aspetti extra calcistici, Signori si apre su un periodo difficile. «Della vicenda giudiziaria ho un ricordo amaro e di grande sofferenza per me, per la mia famiglia e tutte le persone che mi volevano bene. Ora lo racconto con serenità ma sono stati 10 anni difficili. Mi ha aiutato il mio carattere e il non voler mai restare nel grigiore di un dubbio e quindi sono voluto andare fino in fondo ottenendo di essere completamente scagionato». Questa parte aggiunge profondità, suscitando empatia e interesse per la resilienza umana.

Infine, guardando al suo presente, Signori esprime una rinnovata passione. «Dopo 15 anni mi è tornata la voglia di allenare e forse è troppo tardi. Per ora voglio insegnare ai ragazzini è per me un traguardo importante». Con questa nota, l’intervista si chiude su un tono ottimista, lasciando i lettori curiosi di seguire i suoi prossimi passi nel mondo del calcio.

Articolo pubblicato da Redazione Laziochannel il giorno 11 Ottobre 2025 12:21

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