Italia Norvegia – L’Italia di mister Luciano Spalletti ha perso 3 a 0 il match contro la Norvegia di Haaland, compromettendo, e non di poco, la qualificazione diretta al prossimo Mondiale. Gli azzurri ora sono costretti a vincere tutte le partite del girone, con un ampio punteggio, sperando in un passo falso dei nordici. Altrimenti, saranno play-out.
Italia Norvegia, le colpe vanno suddivise e non centralizzate
La colpa di questa sconfitta non può esser additata esclusivamente a mister Luciano Spalletti. È colpa dei giocatori, che sono scesi in campo senza né la voglia di giocare né, tantomeno, di vincere.
È colpa del sistema calcio italiano. A segnare due gol per la Norvegia sono stati dei ragazzi che hanno meno di 25 anni e che giocano ad alti livelli da più di 4/5 anni.
Da noi giocatori del calibro di Alessio Zerbin, 26 anni, Alessandro Buongiorno, 26 anni, e tanti altri, sono ritenuti ancora delle giovani promesse, con addirittura video dedicati con il titolo “la giovane promessa del calcio italiano”.
Una giovane promessa è un giocatore che è agli inizi della propria carriera. A 26 anni si pensa che la carriera di un calciatore, soprattutto a quei livelli, sia già ben che iniziata.
La Lazio, come tutte le squadre della nostra Serie A, non può, e non vuole, puntare sui giovani. Jacopo Sardo, classe 2005, ritenuto uno dei prospetti migliori del calcio giovanile italiano, è stato mandato dalla primavera biancoceleste fino in Germania per giocare ed ora si trova al Monza, in Serie B.
La vittoria degli Europei nel 2021, data da una mossa d’orgoglio, visto il terribile periodo che ha passato la nostra nazione, causa COVID, ha semplicemente mascherato i problemi del nostro calcio.
È colpa anche dei giornalisti, che hanno dato più spazio alla questione Acerbi, giocatore di 37 anni, e del like al post di Roberto Mancini, piuttosto che alla partita più importante del biennio azzurro.
Italia Norvegia, cosa lascia la partita?

Ora, si rischia davvero di non vedere l’Italia per la terza volta di fila ad un Mondiale. Non è bastato il record consecutivo di due volte di fila, una, tra l’altro, da Campioni d’Europa in carica. Un’intera generazione che va dal 2007/2008 in poi non ha mai visto la propria Nazionale disputare un Mondiale. E il rischio che ciò possa accadere ancora per altri anni è più concreto che mai.