martedì, Marzo 19, 2024

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Diaconale: “La società ha commesso degli errori ma le cose stanno cambiando. Stadio? Se fanno quello della Roma…”

[tonjoo_spb]Diaconale, responsabile comunicazione Lazio, analizza i problemi che riguardano la squadra biancoceleste. Le problematiche ataviche della società devono essere affrontate e risolte: il processo è ancora molto lungo.

RAPPORTO SOCIETA’-TIFOSI

Diaconale è intervenuto ai microfoni della Voce della Nord: il responsabile della comunicazione ha risposto a domande su più temi. La Nord si sta compattando di nuovo per riportare la gente allo stadio. Adesso tocca anche alla società fare il suo. A tal proposito Diaconale così si è espresso: “L’anomalia è stato il rapporto spezzato tra società e tifoseria: le persone devono rendersi conto che hanno perso la guerra disertando lo stadio. Se lo scopo era quello di far desistere il Presidente dalla sua carica questo non è successo. Adesso bisogna ripartire perchè i tifosi veri devono seguire la propria squadra del cuore”. Diaconale prosegue ancora: “I tifosi hanno capito gli sbagli commessi, a quando invece le scuse della società? Lotito è una persona dal grande cuore: lo ha dimostrato quando si è commosso ricordando le vittime del terremoto di Amatrice. Conosco la persona: è molto orgoglioso ma anche molto sensibile. La mia presenza in giro dimostra un’apertura da parte della società. Questo è un inizio e credo che il presidente Lotito abbia voluto prendere uno come me, di lunga esperienza, proprio per riaprire e ricollegare questi rapporti. Risulta indispensabile aprire un rapporto più stretto fra società e club: i gruppi di tifosi dovrebbero moltiplicarsi. In questo lavoro ci metto la passione, mica vengo da Marte. Vengo da una lazialità degli anni ’50 e in questo mestiere ce la sto mettendo. Io amo il dissenso, è stimolante. Va bene anche la contestazione, purché rimanga nella legalità”.

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CAPITOLO COMUNICAZIONE

Il tallone d’Achille della Lazio sembra essere quello della comunicazione con la stampa. Diaconale analizza i miglioramenti che sono avvenuti da quando si è insediato a Formello. Ecco le sue dichiarazioni: “Quando sono arrivato c’era un problema di dialogo con la stampa. Innanzitutto abbiamo introdotto due conferenze stampa alla settimana. Poi ci siamo fatti sentire anche con Sky a proposito dello spot che denigrava il calciomercato della società. Sky ha rimosso la parte che riguardava la Lazio: questo mi sembra già un ottimo risultato. Abbiamo cercato di migliorare i rapporti con i giornali. Sono andato ovunque per stabilire un rapporto con chiunque, anche con quelli che erano nemici pregiudiziali”.

RAPPORTO GIOCATORI-TIFOSI E QUESTIONE STADIO

I tifosi sono il motore delle squadre di calcio eppure nella Lazio sono sempre meno il punto cardine. I giocatori vengono costantemente nascosti, invece dovrebbero vivere di più a contatto con la gente per capire l’importanza di giocare per la Lazio. Su questo tema Diaconale si è così espresso: “Formello è sempre aperto per tutti. Inoltre quando ci sono dei tifosi che aspettano i calciatori all’esterno del centro sportivo quest’ultimi sono sempre disponibili a fermarsi e firmare autografi. Purtroppo c’è una norma che impedisce ai calciatori di andare a festeggiare sotto la curva con i tifosi a fine partita: questo aspetto non dipende dalla società nè dall’ingratitudine dei giocatori. Comunque riferirò a chi di dovere di rendere ancora più merito alle persone che vengono in trasferta a sostenere la squadra. L’impianto della Roma? L’importante è che lo stadio non sia un ecomostro, quello romanista non credo sia facile che venga realizzato. Mi auguro però, che si possa fare, così si potrà fare anche quello della Lazio. Le società hanno bisogno di impianti di proprietà, ma non possono essere isolati, devono essere accompagnati da strutture che diano reddito. Poi la speculazione è un’altra cosa. Nella città che ha detto di ‘no’ alle Olimpiadi bisogna essere realisti. Infine voglio dire che la società Lazio sostiene la proposta di intitolare una strada di Roma ad Umberto Lenzini, poiché è un personaggio mitico della storia biancoceleste, così come lo è stato Dino Viola per i romanisti”. 

BARRIERE, STRISCIONI ED ALTRE PROPOSTE

Il responsabile della comunicazione prosegue ancora: “Credo che anche all’interno dello stadio i segnali che sono arrivati recentemente siano chiari. La promessa di superare le barriere ed alcuni vincoli inutili ritengo sia importante che non venga soltanto dalla società. Abbiamo visto come ci sia la volontà di arrivare al superamento di queste questioni. Stiamo lavorando anche sui parcheggi, se non si può risolvere il problema degli spazi auto lavoreremo sull’ipotesi delle navette. Qualsiasi iniziativa però si può impantanare con questioni burocratiche, quindi prima di annunciare una cosa bisogna fare attenzione. L’esigenza della sicurezza non può essere allentata, è diventata un fattore fondamentale nella nostra epoca. Si tratta di una prova importante quella di Coppa Italia contro la Roma: se si riuscisse a svolgere il derby di sera in modo in tranquillo noi avremo fatto un passo in avanti. Gli striscioni che contengono insulti non possono essere messi, quelli che non li contengono dovrebbe essere accettati. Si tratta di buonsenso, porterò questa problematica all’interno della società. Il mio compito è quello di ribadire che questa è una tifoseria e una società che è sul livello europeo. Dobbiamo uscire dalla dimensione ‘domestica”.

NEGOZIO IN CENTRO, BRAND E FAIRPLAY FINANZIARIO

Ultima questione l’esportazione del brand Lazio: “Tenete conto che un negozio in centro è un investimento cospicuo, in prospettiva però dobbiamo pensare in ottica internazionale. Quando c’è stato il Capodanno cinese, ho scoperto che in Cina la Lazio viene seguita e quindi bisogna esportare il nostro brand. Ognuno di noi vuole fare il possibile, a volte si commettono degli errori. Investire di più sul mercato forzando sul fairplay finanziario? Si tratta sempre di compatibilità economica, l’importante è che non si scenda sotto la linea rossa dove c’è un rischio finanziario. L’obiettivo ora è entrare in Europa. Una volta entrati, conterà rimanerci”.

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