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Oddi: “Deluso dai centrocampisti, a parte Milinkovic reparto inesistente”

Lo stop della Lazio con la Juventus era da mettere in preventivo ma non il modo in cui è arrivato. Vincere allo Juventus Stadium non è certo facile per nessuno. Ciò che si rimprovera ai biancocelesti è soprattutto l’atteggiamento remissivo con cui la squadra è capitolata a Torino. In campo tutti troppo molli. Anche quei giocatori che, secondo Giancarlo Oddi, dovrebbero dare equilibrio alla squadra capitolina.

IL COMMENTO CRITICO DI GIANCARLO ODDI SULLA GARA CON I BIANCONERI

L’ex difensore laziale è intervenuto ai microfoni di Radiosei, dove ha analizzato la gara: “La Juve non ha concesso nulla. Ogni volta che la Lazio ha spinto ha corso il rischio di essere punita. Non abbiamo fatto niente. Quello che mi ha dato fastidio è che i nostri giocatori importanti abbiano fatto veramente poco. Compreso Parolo. Quando ti viene a mancare gente come lui e Biglia c’è ben poco da fare. A centrocampo ha giocato solo Milinkovic. Se avessimo conquistato il successo non avremmo fatto un favore alla Roma, ma a noi. Se ragioniamo così siamo provinciali come gli altri. Bisogna giocare sempre per vincere”.

SULL’ERRORE DI DE VRIJ NEL RADDOPPIO JUVENTINO

Sul secondo gol della Juventus le responsabilità di de Vrij sono sotto gli occhi di tutti e Oddi lo sottolinea: “Ha commesso un errore come già gli era capitato con Icardi. Il movimento di Higuain era prevedibile: o non è al 100% o in testa ha altri pensieri. Ancora una volta è arrivata la conferma che il tanto criticato Lulic deve giocare sempre. E’ uno che in campo si sente”.

L’ACCUSA AL CAPITANO BIANCOCELESTE

Sulla prestazione di Biglia: “E’ il nostro capitano, uno dei giocatori più importanti ma lo vedo passeggiare. Non gioca mai ai suoi livelli. E’ importante invece che dia sempre il massimo. Riceve la palla da un difensore e gliela restituisce. Ma come ci si può aspettare che sia Patric a costruire il gioco? E’ l’argentino il cervello della squadra, ma in questo momento è sottotono sia atleticamente che fisicamente. Di solito fa girare bene la squadra. Con i bianconeri invece Inzaghi lo ha addirittura sostituito a venti minuti dalla fine dell’incontro. Poprio lui che per il tecnico biancoceleste è insostituibile! Non si assume le responsabilità che il suo ruolo impone”.

IL COMMENTO SUL PROSSIMO MERCATO

Ora c’è il mercato, la società deve aiutare la squadra: “Abbiamo sempre detto che la società deve agire, ma siamo sempre rimasti delusi quando non è successo. Domenica per esempio mancherà Immobile, e inoltre non ci sarà neanche Keita. In campo ci sarà Djordjevic, un giocatore che non è in fiducia. E questo non è il modo migliore di approcciare le partite. Può anche darsi che faccia due reti ma ciò non toglie che giocheremo con un ragazzo che probabilmente partirà. Il Chievo è una squadra ignorante e a noi mancheranno due pedine importantissime. Non sono questi i presupposti migliori per giocarsela”.

D’Amico: “Giorgio vuol dire Lazio, Lazio vuol dire scudetto”

Ricorre oggi l’anniversario della nascita del calciatore più amato dai tifosi laziali: Giorgio Chinaglia. Long John oggi avrebbe compiuto 70 anni. Sono molte le voci di ex compagni ed addetti ai lavori che nelle ultime ore lo stanno ricordando.

IL RICORDO DI VINCENZO D’AMICO

Per commemorare la sua figura è intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport l’ex compagno di squadra Vincenzo D’Amico: “Parlare di Giorgio Chinaglia è facile ma anche un po’ complicato. Perchè è stato un personaggio un po’ complicato. Ma chi lo conosce bene sa che era un ragazzo d’oro, dal cuore grande come il mare. Se poteva darti una mano te la dava in ogni momento. Era uno particolare, certo. Perchè era un bomber. Era nato per fare gol e quando non li faceva diventava indisponente, anche un po’ burbero. Noi però sapevamo che viveva per quello e cercavamo di capirlo in ogni modo possibile”.

L’UNICO MIO COMPITO ERA QUELLO DI FARLO SEGNARE

“La cosa che mi rimase più impressa quando Maestrelli cominciò a farmi giocare fu che io stavo lì per far segnare Giorgio. Il mio impegno doveva essere quello di far segnare Giorgio. Anche perchè sapevamo benissimo che se segnava lui avremmo potuto vincere qualcosa. Io ho cercato di farlo in tutti i modi, mi sono impegnato per giocare molto per lui. E di una cosa mi pento in tutto questo, di aver trascurato troppo Garlaschelli. Un grande che avrebbe meritato di sicuro maggior appoggio da parte di tutti in quella squadra. Ma quando giochi con Chinaglia, passi inevitabilmente in secondo piano”.

GIORGIONE FUORI DAL CAMPO

“Fuori dal campo invece era divertente, si chiamava gobbo da solo. Se glielo dicevi tu erano affari tuoi, ma lui se lo poteva dire in ogni momento. Ci diceva ‘Dai la palla al gobbo’, proprio per sdramatizzare questo problema. Che poi era tale per gli altri magari ma non certamente per lui”.

GIORGIO TRA LE MURA DOMESTICHE

“A casa di Giorgio credo che siano andati in pochissimi giocatori. Quasi la totalità credo che non li abbia invitati a cena come ha fatto una volta con me quando dovevamo andare in ritiro. C’era un periodo in cui andavamo in ritiro io e lui al venerdì, a Villa Pamphili, perchè lui voleva andare in ritiro una sera prima per stare più tranquillo. E mi chiese di fargli compagnia. Così andavo con lui, passavamo delle serate a cena a casa sua e poi andavamo a dormire a Villa Pamphili ad aspettare il resto della squadra che sarebbe arrivato il giorno dopo. Io ero felicissimo del fatto che mi avesse gratificato in questo modo. A casa Giorgio era, possiamo dirlo, un agnellino. Giorgio era un buono. La gente che lo vedeva in campo e non lo frequentava, vedeva questo omone che giocava in quel modo, che faceva della grinta la sua arma migliore e pensava che fosse così anche fuori dal campo. Ma come nella maggior parte delle volte nella vita, quando incontri un burbero poi vai a vedere che in casa è dolcissimo. E lui era un ragazzo dolcissimo”.

E QUANDO UN ROMANISTA…

“Di Giorgio si è raccontato tutto come quella volta che al cinema un romanista lo chiamò gobbo. Noi andavamo al primo spettacolo, quello delle tre e mezza, ancora con le luci accese. Entrò questo ragazzo, poco intelligente, poco furbo e comincia a dargli del gobbo. Noi pensavamo che sarebbe partito subito, lui invece rimase immobile al suo posto. Spengono le luci e si sente solo bum, e il ragazzo se ne andò con un cazzotto in faccia assieme alla sua ragazza”.

IL SUO RAPPORTO CON QUELLA LAZIO

Giorgio vuol dire Lazio, Lazio vuol dire scudetto. Io ho giocato in diverse fasi della Lazio e quasi sempre c’era qualcuno con cui andavo più o meno d’accordo. Di quella squadra, non so se è semplicemente perchè abbiamo vinto lo scudetto, ho un ricordo bellissimo di tutti alla stessa maniera. Tutti sono stati importanti per la mia crescita, penso di essere stato amatissimo dai miei compagni come io ho amato loro e li amo ancora a distanza di tanti anni”.

FORMELLO – Riecco la colonia serba, squadra (quasi) al completo!

A Formello si ritorna a lavorare in vista del Chievo. Conferme da Basta, Djordjevic si scalda per un posto da vice Immobile.

AL LAVORO

La Lazio non si riposa mai, Inzaghi richiama tutti all’ordine. A Formello si inizia a preparare la partita di sabato pomeriggio contro il Chievo Verona. L’infermeria è vuota tranne che per Kishna. L’olandese infatti sarà l’unico indisponibile, insieme a Keita (impegnato in Coppa d’Africa) e Immobile (squalificato). L’ex Ajax però è l’unico indisponibile a causa di un infortunio.

RIENTRI

Per un Kishna che resta fuori ecco un Basta che conferma il recupero dall’infortunio che lo ha reso indisponibile per la partita di domenica scorsa contro la Juventus. Cambiando fascia c’è anche il ritorno di Senad Lulic, che ha scontato il suo turno di squalifica e si candida per un posto tra i titolari di Mister Inzaghi.

LA COLONIA SERBA TUTTA IN CAMPO

Tra domani e dopodomani ci saranno le prime prove tattiche. Con Basta, che riprenderà il suo posto sulla corsia destra della difesa, e Milinkovic, sergente del centrocampo della Lazio, ecco che alla colonia serba si unisce anche Filip Djordjevic. Il numero 9 si candida per un posto al centro dell’attacco biancoceleste da primo minuto, complice la squalifica di Immobile. L’ulitma volta che è partito titolare non ha fatto poi così male, un gol e un rigore procurato. Ai lati del serbo pronti Anderson, che deve ricominciare ad ingranare gioco, e il rientrante Lulic.

CALCIOMERCATO – Lazio sul giovane brasiliano

Calma piatta sul fronte mercato in casa Lazio, eppure spunta un nome per la retroguardia.

TWO VINICIUS IS MEGL CHE ONE

Il mercato della Lazio è fermo. Se non si cede prima non verrà acquistato nessuno, questa la filosofia della società. Una società che nel mese di Gennaio da sempre il meglio di sé per quanto riguarda il calciomercato. In tutta questa noia, però spunta il nome del difensore 19enne del Corinthias, Vinicius Del’Amore, ex Palmeiras. Si tratterebbe di un difensore centrale dotato di buona tecnica palla al piede e di buona velocità. Nel frattempo l’agente sta lavorando per ottenere il passaporto italiano e farlo diventare comunitario. Sarà veramente per la Lazio? Oppure si tratta di Felipe Marchi/Minala bis? Staremo a vedere, intanto mancano 8 giorni alla chiusura del mercato di riparazione.

NON SOLO LAZIO – UFFICIALE: Corini si è dimesso

Eugenio Corini ha rassegnato le dimissioni da allenatore del Palermo Calcio.

UN ESONERO TIRA L’ALTRO

Penso di essere stato sufficientemente esaustivo quando ho avuto la possibilità di parlare in precedenza. Questa è una decisione che ho preso con coscienza e con lucidità, che mi procura grande sofferenza ma mi sembrava quella più giusta e più logica in questo momento“. Queste le parole di Eugenio Corini, che ha rassegnato così le sue dimissioni da allenatore del Palermo. L’ex centrocampista è il quinto allenatore a lasciare prima della fine del campionato. Prima di lui ci sono stati Ballardini, sostituito da De Zerbi, a sua volta sostituito proprio da Corini. Palermo a parte c’è l’esonero di Iachini sulla panchina dell’Udinese a favore di Delneri. In conclusione L’avvicendamento di Pioli, per sostituire de Boer.  Curioso il fatto di come il Palermo sia coinvolto anche nei cambi in panchina delle altre squadre, infatti sia Pioli che Iachini, hanno diretto la squadra siciliana ed entrambi sono stati esonerati da Zamparini.

HAPPY BIRTHDAY LONG JOHN – Il ricordo di Bruno Giordano

Tramite il suo profilo ufficiale Facebook, Bruno Giordano, ha voluto fare gli auguri al più grande centravanti della storia della Lazio.

UNA PESANTE EREDITA’ 

Il 24 Gennaio di 70 anni fa nasceva una leggenda del calcio biancoceleste, Giorgio Chinaglia. Rimasto nei cuori dei tifosi della Lazio, “Long John” era il simbolo della prima Lazio scudettata, la “Banda Maestrelli”. Una Lazio compatta che lottava tutta insieme per un solo risultato, la vittoria. Chinaglia ha senza dubbio influenzato migliaia di attaccanti venuti dopo di lui, uno di questi è Bruno Giordano. L’attaccante romano ha firmato la sua prima rete tra i professionisti proprio grazie ad un assist di Chinaglia. Giordano ha voluto fare gli auguri a Long John indossando la maglietta della NY Cosmos (squadra in cui Chinaglia a militato insieme ad un certo Pelè): “Oggi nel giorno del tuo settantesimo compleanno sei nei pensieri di tutto il popolo bianco celeste“.

Da febbraio riparte l’iniziativa Lazio nella scuole

Torna l’iniziativa Lazio nelle scuole “dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport”.

Il “tour biancoceleste” all’interno delle scuole elementari e medie inferiori di Roma, che vedrà il coinvolgimento dei rappresentanti della squadra e di Olympia, ripartirà nella seconda settimana di febbraio e si terrà con scadenze bisettimanali.
Tale iniziativa, fortemente voluta dal Presidente Claudio Lotito, è tesa alla promozione della formazione della cultura sportiva, alla diffusione dei principi legati alla crescita psico-fisica sana, leale e non violenta, che educhi gli adulti del domani a comportamenti rispettosi dell’avversario e delle istituzioni.

Jacobelli: “Il mercato di gennaio ridimensiona ogni anno le aspettative della Lazio”

Il giornalista ed editorialista de Il Corriere dello Sport, Xavier Jacobelli, è intervenuto sulle frequenze di Radio Incontro Olympia per analizzare la sconfitta della Lazio sul campo della Juventus.

CON LA JUVE OCCASIONE SPRECATA

“Non credo si facessero voli pindarici – spiega Jacobelli – ma la Lazio ha sprecato l’occasione per superare l’esame di maturità. La Juventus ha schiacciato i biancocelesti. I biancocelesti hanno sbagliato l’approccio psicologico alla partita. Allegri aveva sicuramente una prova importante dopo Firenze. Schierare tanti giocatori offensivi ha pagato ma non penso che il campionato sia chiuso. Dalla Lazio non mi aspettavo una simile arrendevolezza, soprattutto da alcuni singoli come Biglia e Anderson. La differenza tra un grande giocatore e un buon giocatore si vede dal modo in cui si affrontano queste gare. Non mi è piaciuta proprio la partita dei capitolini”.

PROBLEMA ATTACCO CONTRO IL CHIEVO

“Il Chievo è in crisi di gioco e risultati. Solo l’anomalia di un campionato anomalo che vede già chiusa la lotta per la retrocessione lascia tranquilli i clivensi. La Lazio non può permettersi di veder scomparire la bella squadra vista prima di Torino. L’assenza di Keita è importante ma non fondamentale. Abbiamo visto tutti l’approccio allo J-Stadium. Col 2-0 è andata anche bene”.

MERCATO

“La Lazio ha bisogno di un grande rinforzo in attacco. Che poi si riesca a prenderlo è un altro paio di maniche. La sessione invernale già in altre occasioni ha ridimensionato le aspettative biancocelesti. Non può essere così ogni volta”.

 

FOCUS – La Lazio e la constatazione dell’ovvio

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118 partite, 22 vittorie, 63 sconfitte. Sono questi i numeri della Lazio nell’era Lotito contro le grandi (Juve, Napoli, Roma,Inter e Milan), del massimo campionato italiano.

CARTA CANTA

Una cosa è certa: i numeri, a lungo andare, dicono sempre la verità. E la verità che emerge dai numeri è chiara e sotto gli occhi di tutti: la Lazio, contro le grandi, non sa vincere. Il discorso è molto semplice: la squadra di Lotito contro squadre con una rosa migliore non ottiene praticamente mai i 3 punti. Tranne rari casi di exploit e vittorie strappate con grinta e cattiveria calcistica. La percentuale di vittorie dei biancocelesti contro le cosiddette grandi si attesta sul 25%. Percentuale irrisoria per pensare di competere ad alti livelli per un posto Champions. Negli scorsi anni la Lazio, in alcune occasioni, ha approfittato dei crolli delle squadre più blasonate per ottenere piazzamenti importanti.

INZAGHI FA QUEL CHE PUO’

Analizzando l’andamento di questa stagione, i numeri confermano quanto detto sopra: 40 punti, ottenuti grazie a 12 vittorie e 4 pareggi. 5 sconfitte, 2 con la Juventus, una a testa contro Milan, Inter e Roma. Semplicemente tutte le sconfitte della Lazio sono state ottenute contro squadre con una rosa nettamente migliore di quella biancoceleste. Inzaghi fa quel che può. Ottiene i punti contro quelle squadre che sono sulla carta inferiori alla sua. E questo non è un dato da poco, se solo si pensa agli anni passati, in cui ci siamo ritrovati a commentare sconfitte contro compagini che lottavano per la salvezza. Il calcio non è una scienza esatta, ma alla lunga emergono i veri valori delle rose.

E LOTITO CHE FA? NIENTE.

In tutto questo, la società, nella persona del presidente biancoceleste cosa fa? Niente. L’immobilismo biancoceleste in sede di mercato è ormai cosa nota a tutti, addetti ai lavori e non. Prendere giocatori più o meno sconosciuti per poi venderli una volta che questi diventano grandi è diventata la prassi. La routine biancoceleste tende a ripetersi negli anni. La Lazio, da punto di arrivo, è diventata un punto di passaggio, una vetrina attraverso la quale farsi conoscere nel mondo del calcio che conta. Ed è inutile rimuginare su cosa sarebbe potuto essere o cosa sarà, la realtà è questa e non sembra poter avere risvolti positivi, almeno nell’immediato. Squadre come Juventus, Roma, Inter e Napoli approfittano delle finestre di mercato per tappare le poche falle presenti nei lori sistemi di gioco. La Lazio galleggia in un limbo che a questo punto sembra voluto. E il divario con le big, inevitabilmente e ovviamente, aumenta…

Un plauso alla squadra e ad Inzaghi, che con la voglia ed il carattere stanno comunque ottenendo risultati positivi. Ma i limiti della rosa, alla lunga, emergono. Questa è solo la constatazione dell’ovvio.

Giulio Piras

 

Coletta: “Alla Lazio non ero d’accordo con il progetto. Adesso penso al Latina”

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Undici anni a capo del settore giovanile della Lazio, dal 2004 al 2015. Poi il divorzio avvenuto in estate. Giulio Coletta non condivide il nuovo progetto di Tare e decide di salutare.

La collaborazione con il Tor di Quinto in virtù del rapporto che lo lega al presidente prima, e ora per Coletta si inaugura un nuovo capitolo. Stando infatti a quanto si legge su Gazzettaregionale.it il Generale sarà il nuovo collaboratore esterno del settore giovanile del Latina.

LATINA

Conosco molto bene il presidente – spiega a Lalaziosiamonoi.it – mi ha chiesto di dargli una mano per rifondare il settore giovanile. Essendoci tra noi un bel rapporto di amicizia ho accettato volentieri l’incarico. Voglio innanzitutto capire bene la situazione, conoscere l’ambiente e le strutture su cui dovrò lavorare e come sono i vari organici. Poi deciderò in quale direzione intervenire”.

UN PENSIERO SULLA LAZIO

Io me ne sono andato perché non ero d’accordo con il progetto che io ritenevo un fallimento. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Basta guardare le classifiche, la Lazio non è mai stata così bassa. Quando mai ha avuto bisogno di andarsi a prendere tutti questi giocatori in giro? È sempre stata una società che ha cresciuto i suoi talenti in casa”.

TOUNKARA-LATINA?

Non so niente perché per adesso io sto cercando solo di capire come funziona il settore giovanile. Non mi espongo su qualcosa che non conosco e di cui al momento non mi interessa”.

Corradi: “Lazio, senza alternative difficile competere con le grandi…”

E’ stato il bomber della Lazio dei primi anni duemila, ma la sua carriera in Serie A è iniziata con la maglia del Chievo, proprio l’avversaria che sabato prossimo si troverà sulla strada dei biancocelesti. Bernardo Corradi è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio, nella trasmissione “Laziali On Air”.

JUVENTUS-LAZIO

Credo che la partita di domenica possa essere tranquillamente archiviata come un incidente di percorso. Grazie anche alla competenza di Simone Inzaghi la Lazio ha avuto un approccio sempre buono anche contro le squadre di vertice. Domenica, complice la forza dell’avversario, è stata una partita un po’ strana. La Lazio non è stata in grado di reagire. Credo che non sia necessario però allarmarsi troppo“.

SIMONE INZAGHI E IL MERCATO

Nessuno si poteva immaginare un lavoro così brillante da parte di Simone Inzaghi. Il mercato? Il mercato di gennaio si chiama di riparazione proprio perché serve a colmare determinate lacune. E’ difficile quindi trovare un giocatore in grado di garantire un salto di qualità. Che la Lazio faccia fatica a fronteggiare le squadre di alta classifica è anche normale, soprattutto perchè la rosa non è particolarmente ricca di alternative. E’ chiaro che se le altre squadre si rinforzano puntellando anche la panchina, si rischia di fare un passo indietro nel girone di ritorno“.

DENTRO DJORDJEVIC CONTRO IL CHIEVO

“E’ un giocatore che ha caratteristiche diverse rispetto a quelle di Immobile. Sarà dunque importante cambiare atteggiamento, con la squadra in grado di interpretare le caratteristiche del suo terminale offensivo. Non è facile per Djordjevic, vista anche la sua struttura fisica, entrare in forma senza avere minuti e continuità alle spalle“.

CENTROCAMPO

Parolo è un giocatore che a me piace molto, è bravo negli inserimenti e nella fase di non possesso. La Lazio ha fatto benissimo a blindarlo anche per le garanzie che offre a livello comportamentale. Biglia è un giocatore di valore che temo si farà fatica a trattenere, soprattutto di fronte a un’offerta importante che può far vacillare anche una bottega cara come quella della Lazio. Anche Milinkovic va blindato anche se in futuro lo vedo come un pezzo pregiato del mercato“.

LAZIO-CHIEVO

Al momento i veronesi stanno vivendo un momento di difficoltà, vengono da quattro sconfitte consecutive con molti gol subiti. Come età media il Chievo ha una delle squadre più anziane del campionato e forse sta pagando qualcosa dal punto di vista fisico. La lotta per la salvezza non riguarda però la squadra di Maran, potrà giocare il girone di ritorno con tranquillità, anche se questo potrebbe far venire meno alcune motivazioni“.

OBIETTIVI STAGIONALI

Non credo che la Lazio possa ambire ad un piazzamento nei primi tre posti. Ha vissuto forse un girone d’andata superiore alle proprie capacità, anche se non avere impegni infrasettimanali può essere importante. Il rientro di Keita sarà importante, sperando che non abbia scorie da smaltire dopo la Coppa d’Africa. Il quarto posto sarebbe un grande risultato, Simone Inzaghi meriterebbe un monumento con un piazzamento del genere“.

Biglia, l’ag: “Ecco quando incontrerò Lotito per il rinnovo”

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È mistero sul viaggio romano di Enzo Montepaone, agente di Lucas Biglia: il procuratore è sbarcato nella Capitale nella mattinata di ieri, senza tuttavia avere in programma un incontro con Lotito per il rinnovo del proprio assistito. A fare chiarezza ci ha pensato però lui stesso, ai microfoni di ‘Cittaceleste.it’.

“ECCO QUANDO INCONTRERÒ LOTITO”

Io al momento non sono a Roma. Nella Capitale ci sono stato sabato scorso, ma non per il regista biancoceleste, bensì per altri giocatori. Oltretutto sono dovuto ripartire subito, per la Spagna, per altri motivi. Con Lotito mi incontrerò la prossima settimana. L’interesse della Juventus? Macchè, non è assolutamente vero. Lucas vuole rimanere a Roma, questo è sicuro. Così come posso dirvi che la volontà della Lazio è quella di trattenere il calciatore“.

Paolo Franchi: “Lazio accidente filosofico”. E Diaconale gli risponde per le rime…

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Dalle pagine dell’edizione romana de ‘Il Corriere della Sera’, il Responsabile della Comunicazione della Lazio Arturo Diaconale replica, in maniera piuttosto piccata, al giornalista Paolo Franchi, che, alla vigilia della gara contro la Juventus, aveva definito la squadra biancoceleste un “accidente filosofico“. Di seguito il testo integrale della risposta.

I FAVORI BISOGNA FARLI SOLO A SÉ STESSI”

“Ma può un tifoso giallorosso tifare Lazio nella speranza che la squadra biancoceleste faccia lo sgambetto alla Juventus per spianare alla Roma la strada verso lo scudetto? Paolo Franchi dice di no. Perché essendo la Lazio, per un tifoso romanista culturalmente avveduto od anche ignorante come una zucchina, una entità filosoficamente inesistente o un mero accidente (…).

Chi fa il tifo per la Roma non può e non deve sperare che un qualche vantaggio possa derivargli da un accidente per giunta inesistente. Sono perfettamente d’accordo con Paolo Franchi. Per la stessa ma opposta ragione. Un romanista non può e non deve sperare in un qualche aiuto diretto ed indiretto da accidentali ed inesistenti parenti così come un laziale non deve in alcun modo essere affascinato dall’idea di poter fare un dispetto alla cugina che tanto lo ha in disprezzo tagliandosi gli attributi e lasciandosi prendere a pallate dalla Juventus nel suo superbo e tanto invidiato stadio di Torino.

Ciò che vale per il tifoso romanista vale anche per quello laziale. Perché se per il primo la Lazio è un accidente filosofico, per il secondo la Roma è un incidente storico. Cioè il frutto di una esigenza di regime ( quello di certo detestato da Paolo Franchi) volto a creare una concorrente proletaria e popolare alla squadra, la Lazio, che per prima aveva introdotto il calcio nella Capitale e che aveva il suo radicamento nella borghesia delle professioni e del commercio della città.

Ora possono un accidente filosofico ed un incidente storico scambiarsi il tifo in occasioni particolari segnate dall’interesse contingente dell’una o dell’altra? Io dico di no. E non per anti romanismo viscerale destinato a bilanciare l’anti lazialità altrettanto viscerale. Ma perché, almeno per quanto riguarda la Lazio, l’esigenza primaria di chi ha la consapevolezza della sua primazia storica nella Capitale, deve essere quella di badare solo a se stessa ignorando totalmente il percorso dell’«incidente».

Mi rendo conto che questa mia considerazione ribalta anni ed anni in cui una delle poche soddisfazioni del laziale era quello di fare comunque un dispetto alla concorrente imposta prima dal regime e poi dalle banche. Ma credo che sia arrivato il tempo di uscire da una sorta di subalternità durata per troppo tempo ed incominciare a fissare il principio del “prima la Lazio” ispirato all’obbiettivo della riconquista della primazia, questa sì storica, nella città. Non è un processo semplice.

Ma, al di là dell’incidente di Torino che nasce però proprio dalla subalternità psicologica di una squadra assuefatta al masochismo di una tradizione auto flagellante da superare, questo processo è ben avviato. I favori, la Lazio, li deve fare solo a se stessa. Non per egoismo ma per consapevolezza del proprio lignaggio. Chi nasce primo deve tornare ad essere primo. D’altro canto cosa fece padre Romolo prima di effettuare il solco sul Palatino? Aspettò il volo dell’aquila!”.

IL RETROSCENA – Duro faccia a faccia tra Inzaghi e Felipe Anderson. Ecco il motivo

Domenica allo Stadium Simone Inzaghi è rimasto deluso dalla prestazione di Felipe Anderson e non glielo ha mandato a dire. Al termine della partita, riporta leggo.it, dopo l’acceso confronto con tutta la squadra alla quale ha chiesto più grinta, concetto ribadito anche davanti alle telecamere, ha avuto un faccia a faccia con Anderson al quale ha chiesto di tirare fuori il carattere. Il giocatore non è contento dei compiti difensivi che deve sostenere e a tratti in partita appare svogliato. Atteggiamento che domenica non è sceso giù al tecnico piacentino e chissà che contro il Chievo Felipe Anderson non si sieda in panchina.

LEGGI LE PAROLE DI DIACONALE SUL CALCIOMERCATO DELLA LAZIO

Coppa d’Africa, Senegal ai quarti e primo nel girone. Keita nella terza partita…

Il Senegal, pareggiando due a due contro l’Algeria nella terza giornata della fase a gironi della Coppa d’Africa, si è guadagnato il passaggio ai quarti di finale della competizione, già acquisito dopo le prime due vittorie, come primo classificato nel suo raggruppamento.

Ha tirato il fiato Keita Balde Diao, rimasto praticamente in panchina per tutta la partita dopo due presenze da titolare. L’attaccante della Lazio è entrato in campo solamente al quarto minuto di recupero, facendo appena in tempo ad assaggiare l’erba coi tacchetti per poi ritornare negli spogliatoi dopo il triplice fischio finale. Nei quarti di finale in programma sabato prossimo il Senegal sfiderà il Camerun.

CHAMPIONS LEAGUE – Lazio, percentuale di vittorie migliore della Roma

L’Uefa, sul suo sito ufficiale, ha pubblicato le statistiche di vittoria dei maggiori club nelle 25 edizioni di Champions League.

LAZIO MIGLIORE DELLA ROMA

La Champions League è il trofeo più ambito del Vecchio Continente. Le squadre si danno battaglia per alzare al cielo la Coppa con le Orecchie. Come in tutte le manifestazioni, però, a trionfare è solo una squadra. Le italiane sono state protagoniste negli anni grazie ai trionfi di Milan, Inter e Juventus. Ultimamente il calcio italiano è poco competitivo, ma riesce comunque a regalare qualche soddisfazione. La Uefa ha diramato le percentuali di vittoria dei vari club. Guardando in casa nostra, abbiamo la Lazio che è sopra la Roma in questa speciale classifica. I biancocelesti hanno il 38,6% di vittorie (17 su 44), contro il 32,9% (26 su 79) dei rivali giallorossi. Così le altre italiane:

1. Napoli: 55% (11 vittorie su 20 partite)
2. Inter: 47,6% (50 su 105)
3. Juventus: 47,2% (77 su 163)
4. Milan: 44,5% (74 su 165)
5. Fiorentina: 42,3% (11 su 26)
7. Parma: 33,3% (2 su 6)
7. Udinese: 33,3% (2 su 6)

PREDOMINIO SPAGNOLO

A livello globale è dominio di Real Madrid e Barcellona. I due club spagnoli hanno rispettivamente il: Barcellona: 59% (131 vittorie in 222 partite); Real Madrid: 58,8% (136 vittorie in 231 partite). Così le altre della classifica:

3. Bayer Monaco: 54,3% (118 vittorie in 217 partite)
4. Manchester United: 52, 9% (109 su 206)
5. Paris Saint-Germain: 52,5% (42 su 80)
6. Atlético Madrid: 50% (32 su 64)
6. Borussia Dortmund: 50% (48 su 96)
6. Chelsea: 50% (74 su 148)
9. Inter: 47,6% (50 su 105)
10. Arsenal: 47,4% (83 su 175)
11. Juventus: 47,2% (77 su 163)
12. Liverpool: 45,4% (40 su 88)
13. Monaco: 45% (27 su 60)
14. Lione:44,9% (53 su 118)
15. Milan: 44,5% (74 su 165)
16. Valencia: 43,8% (43 su 98)
17. Porto: 42,2% (71 su 168)
18. Ajax: 38,2% (39 su 102)
19. Benfica: 37,2% (32 su 86)
20. Bayer Leverkusen: 36,5% (34 su 93)

 

Diaconale: “Contro la Juve complesso di inferiorità”. Poi sul calciomercato della Lazio

Il responsabile della comunicazione Lazio Arturo Diaconale, presente all’evento di beneficenza Tutti per un cuore, ha affrontato diverse tematiche. Dalla sconfitta dello Stadium al calciomercato.

COMPLESSO DI INFERIORITA’

Queste le parole di Diaconale: “Rimane il dispiacere per quanto è avvenuto ieri: è una dimostrazione del fatto che questa squadra debba ancora crescere anche dal punto di vista psicologico. Deve essere consapevole dei propri mezzi e non deve avere complessi di inferiorità nei confronti di nessuno. Forse ieri a Torino c’è stato questo”.

OBIETTIVO EUROPA E CALCIOMERCATO

Diaconale ha tracciato la linea: “L’obiettivo di tornare stabilmente in Europa è perseguibile, questa Lazio può raggiungerlo. Ci sono tutte le condizioni per crescere ancora. La squadra è ottima, i ragazzi sono bravi, l’allenatore è molto impegnato, una persona capace, perbene, responsabile. La società è strutturata. Dobbiamo solo fare questo salto”. Queste le parole di Diaconale raccolte da lalaziosiamonoi.it. Infine sul mercato: “Il calciomercato di gennaio è sempre difficile. La società si muoverà con il solito buonsenso. Credo che si debba fare un atto di fiducia nei confronti del presidente, che si è sempre comportato con attenzione e prudenza. Senza compiere il passo più lungo della gamba”.

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Ferretti: “Lazio, bisogna avere più personalità. Riscatto contro il Chievo”

La sconfitta della Lazio contro la Juventus, analizzata dall’ex centrocampista biancoceleste Stefano Ferretti.

LAZIO, NIENTE DRAMMI

Questa sconfitta non deve essere un dramma“. Esordisce così Ferretti ai microfoni di Lazio Style Radio. Poi aggiunge: “La Lazio ha pagato la giovane età. I bianconeri hanno offerto la loro prestazione migliore, non era facile per nessuno. I biancocelesti devono crescere, devono avere più consapevolezza dei propri mezzi. Le due reti ad apertura di match hanno reso la vita difficile alla squadra di InzaghiLa Lazio ha sofferto lo spirito di sacrificio messo in campo dalla Juventus. Nessuna squadra in Italia può tener testa agli uomini di Allegri, ma i biancocelesti potevano fare qualcosa di più. La partita andava presa di petto, affrontata con grande determinazione”.

POCA PERSONALITA’ IN CAMPO

Contro le big la compagnine di Inzaghi manca spesso di personalità: “La Lazio doveva concretizzare le poche occasioni da gol avute. Ai calciatori laziali manca la consapevolezza giusta, ieri non si sono espressi con determinazione e in questo modo, non sono riusciti a far male ai piemontesi. Felipe Anderson ha grandissime qualità, ma deve trovare un equilibrio nella personalità. Deve capire quando è il momento giusto per provare una giocata. Deve convincersi di essere un grande giocatore. Ha subito il fatto di trovarsi di fronte la Juventus, non ha offerto una prestazione al suo livello”.

RIPARTIRE CONTRO IL CHIEVO

“Bisogna dimenticare questa sconfitta e ripartire al meglio. Djorjdevic è in crescita, può tornare ad essere un protagonista. Servono calciatori dotati di qualità realizzative. Milinkovic è molto importante per questa squadra, prende tutte le palle alte e può far male”. Sabato allo Stadio Olimpico alle ore 18.00, è in programma il match Lazio – Chievo Verona.

Zazzaroni: “Ecco qual è stato l’errore più grosso della Lazio a Torino”

Durante la trasmissione di Raisport “La Domenica Sportiva” il giornalista Ivan Zazzaroni ha parlato di Juventus Lazio. Dopo Sconcerti, anche “Zazza” ha sottolineato i limiti della Lazio che ha pagato a caro prezzo l’approccio iniziale.

Queste le parole di Zazzaroni “Allegri ha vinto tre campionati, ha cambiato perché aveva assenze. Mandzukic vale per 10, fa tutto. Non è giusto confrontare Allegri con Conte, è come confrontare Capello con Sacchi. Conte andò via perchè convinto che la sua Juve non poteva andare oltre, come fece Sacchi con il Milan, che poi vinse 4 scudetti… La Lazio ha aspettato la Juve, se fai così finisci malissimo…”.

Lazio +129 milioni. Ecco la classifica delle rivalutazioni del Cies

Il CIES ha pubblicato la classifica delle squadre dei 5 maggiori campionati che sono riuscite ad aumentare i loro profitti. Nella classifica molte italiane. Lazio in 19esima posizione.

LA CLASSIFICA

Il Cies esamina il rapporto tra il valore attuale delle rose e gli investimenti. In prima posizione c’è il Barcellona con un attivo di ben 586 milioni di euro in più. A seguire  il Tottenham  poi ’Atletico Madrid, Leicester, Real Madrid, Arsenal e Liverpool. Le prime italiane sono il Napoli e la Roma, rispettivamente settima e nona. La Lazio invece è 19esima con una rivalutazione pari a 129 milioni. Segue la Fiorentina mentre la Juventus è in 15esima posizione.

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