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RASSEGNA STAMPA – Stendardo: Napoli da scudetto, Atalanta e vivaio, modello vincente

Nessuno è profeta in patria, dicono. Ma Guglielmo Stendardo è un’eccezione alla regola. La domenica dopo Natale, ad Agropoli, dove vive la sua famiglia, il difensore dell’Atalanta ha ricevuto il prestigioso premio Paolo Serra, riconoscimento a carattere nazionale dedicato alla memoria dell’ex sindaco di Agropoli, amministratore molto noto nel Cilento. Trentaquattro anni, nato a Napoli, (un fratello, Mariano, 32 anni, difensore della Fidelis Andria), Guglielmo detto Willy è calcisticamente cresciuto nelle giovanili del club partenopeo. Ha giocato nella Samp e nella Salernitana. Poi Catania, Perugia, Lazio, Juve, Lecce, ancora Lazio e, dal 2012, Atalanta, della quale è diventato un autentico totem, amatissimo dai tifosi. Laureato in giurisprudenza, Stendardo è l’unico calciatore professionista della serie A abilitato alla professione forense. Fortemente impegnato nel sociale, sostenitore della Casa So.Spe. (Sostegno e Speranza) fondata da Suor Paola a Roma per aiutare le donne vittime di violenze e di abusi e i loro bambini, il giocatore nerazzurro è molto legato alla sua Campania, anche se Bergamo l’ha adottato.

Signor Stendardo, che cosa pensa di questo campionato, mai così equilibrato dopo 17 turni, con 5 squadre a contendersi lo scudetto in un fazzoletto di 4 punti? “Mai visto un torneo così avvincente. Juve, Roma, Inter e Napoli  sono le squadre che lotteranno sino alla fine per il titolo. Ma le sorprese di questa serie A sono il Sassuolo e l’Atalanta.”

Perché il Sassuolo e l’Atalanta stanno facendo così bene? “Perché sono società solide, i cui settori giovanili sono splendide realtà. Nell’Atalanta, ad esempio, ci sono  giovani di valore cresciuti in quella miniera d’oro che risponde al nome di Zingonia. Penso a Sportiello, Grassi, Conti. In prima squadra c’è anche Monachello, che, nonostante abbia soltanto ventun anni, ha già mostrato quale sia il suo talento”.

Che cosa cambierebbe l’avvocato Stendardo nel sistema calcistico italiano? “Darei sicuramente più spazio ai giovani italiani e aprirei subito al campionato delle riserve, sul modello dell’Inghilterra e della Spagna”.

 Crede che calciatori già esperti accetterebbero l’idea di giocare in una seconda squadra? “Personalmente non avrei problemi. Anche i miei colleghi del campionato italiano potrebbero  accettare l’idea di buon grado. Nel calcio deve sempre prevalere l’interesse della collettività, non del singolo”.

Certo che, con gli stadi che ci ritroviamo in Italia, è difficile colmare il divario con i Paesi calcisticamente più evoluti: “Il problema riguarda tutto il nostro Paese. Le eccezioni sono lo Stadium juventino, il Mapei del Sassuolo a Reggio Emilia e il Friuli che l’Udinese ha trasformato in un vero gioiello. Il resto è obsolescenza, lentezza, ritardi inaccettabili. Ad esempio: l’Atalanta ha presentato un progetto strepitoso ma, sinora, i  lavori di restauro e di recupero hanno coinvolto solo rifacimento della tribuna centrale e la creazione dell’area pitch view, che consente di seguire la partita praticamente da bordo campo. Il presidente Percassi e noi giocatori crediamo nelle istituzioni e ci auguriamo che i tempi burocratici siano brevi”.

Con una laurea in giurisprudenza e un ventennio di esperienza, crede di poter aiutare il nostro calcio? “Anche se ho 34 anni, mi auguro di giocare a calcio ancora per molti anni. Quando smetterò, cercherò di coniugare le mie due passioni: il pallone e la legge”. 

Ha mai pensato alla Figc? “Mi sento ancora un calciatore, ma non escludo nulla. In quell’ambiente servono  personalità competenti. Oltre ad essere uno sport, il calcio ha un ruolo sociale ed etico. La mia Figc ideale dovrebbe essere gestita da sportivi  che siano un esempio per tutti: come Roberto Baggio”.

A proposito dello Stendardo giocatore: nonostante la sconfitta, lei è stato uno dei migliori in campo nella partita con il Napoli giocata prima di Natale. Che impressione le ha fatto la squadra di Sarri? “Il Napoli ha vinto, ma noi abbiamo lottato fino alla fine. E’ difficile avere la meglio contro un attaccante come Higuain, uno dei più forti del mondo. Comunque, abbiamo fatto bella  figura. Per me, ogni gara contro il Napoli ha un sapore particolare: il Napoli è la squadra della mia città, nella quale sono calcisticamente cresciuto e la porterò sempre nel cuore. Non potrei mai dimenticare l’esordio con quella maglia e in quella piazza”. 

Dopo 17 giornate, l’Atalanta è nona in classifica con 24 punti. Sin qui, un campionato molto brillante: qual è il segreto? “La solidità della società, la sua organizzazione e la sua serietà. Il presidente Percassi è a capo di un gruppo che dà lavoro a seimila dipendenti in Italia e all’estero: ha portato nell’Atalanta lo spirito manageriale e la modernità che contraddistinguono le sue molteplici attività. In un club di calcio, se c’è un’organizzazione stabile, anche la squadra è più serena e rende al meglio”.

Qual è il suo rapporto con i tifosi atalantini? “La tifoseria bergamasca è straordinaria. Lo stadio è sempre gremito, l’entusiasmo è contagioso: anziani, bambini, donne, uomini, famiglie. C’è un un vero e proprio culto dell’Atalanta. A Bergamo non si dice: vado allo stadio. Si dice: vado all’Atalanta. Che credo sia un bell’esempio di senso dell’appartenenza e aggregazione. Il merito è anche di Percassi: non perde  l’occasione per coccolare i suoi sostenitori con iniziative di marketing particolarmente azzeccate. Ad esempio, ogni neonato negli ospedali delle città e della provincia riceve in dono una maglia nerazzurra. Questa si chiama fidelizzazione…”

Che ricordo ha della Lazio e dei tifosi? “Ho un ricordo meraviglioso. La Lazio era ed è una  squadra straordinaria. A Roma sono stato ben accolto e ho sempre nutrito il massimo rispetto verso i tifosi laziali. Ancora oggi, a  distanza di anni, sento la loro vicinanza. Vedere gli stadi vuoti è davvero triste, soprattutto se si tratta dell’Olimpico”

Il suo rapporto con Suor Paola,  celeberrima tifosa laziale che gestisce la casa di accoglienza So.Spe nella capitale,  risale agli anni della sua permanenza a Roma? “Suor Paola è una religiosa straordinaria. Ogni volta che posso, vado a salutare i suoi bambini. Non riuscirei a trascorrere un Natale sereno se non lo facessi”.

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – Parolo: “E’ ora di riportare i tifosi allo stadio”

È il fedelissimo per eccellenza di Pioli, Marco Parolo. L’uomo a cui il tecnico non vorrebbe mai rinunciare. Lo dimostrano i 3564 minuti giocati nella scorsa stagione che lo rendono il calciatore più impiegato in assoluto, a distanza di oltre 6 partite dal secondo in classifica Stefan De Vrij a quota 2995. Anche in questa stagione, nonostante l’infortunio muscolare alla coscia che lo ha tenuto fuori tra ottobre e novembre, è quarto nella graduatoria del minutaggio a 1620, dietro soltanto Felipe Anderson, Basta e Gentiletti (rispettivamente 1744, 1726 e 1675).

“NEL MOMENTO DI DIFFICOLTÀ CI SIAMO CONFRONTATI” – Contro l’Inter, nell’ultima gara prima della sosta, Parolo è stato tra i migliori in campo ed è proprio da quella prestazione che vuole ripartire per cominciare il 2016: “Nell’ultimo mese – ha spiegato il centrocampista a LazioStyleRadio – abbiamo fatto buone prestazioni senza ottenere risultati per sfortuna e mancanze nostre. Ci siamo sbloccati in Coppa Italia, poi a San Siro volevamo dare una svolta per ripartire e fare un regalo ai nostri tifosi. Vogliamo continuare ora sulla strada intrapresa prima della sosta”. Una benedetta vittoria che ha toccato nel profondo l’animo dei giocatori biancocelesti: “Questo successo ci ha confermato che il percorso era quello giusto. È cambiata la mentalità nell’affrontare le cose, nel momento difficile è nato un confronto tra di noi e abbiamo mostrato la voglia di uscire da questa situazione. Contro Empoli, Juventus  e Sampdoria abbiamo fatto sempre buone partite. Quelli di Milano sono tre punti in casa della prima che danno morale. Abbiamo concesso poco, sfruttando le nostre occasioni. Ci siamo tutti sacrificati per la squadra, poi alcuni elementi che abbiamo a disposizione possono fare la differenza. Giocare ogni tre giorni non è facile, ma ora abbiamo capito cosa serva. La partita contro l’Inter è stato il momento più bello della stagione, era quello che occorreva nel momento più opportuno. Ci ha permesso di affrontare la sosta nel modo ideale. C’era l’aria giusta anche negli spogliatoi, abbiamo capito che possiamo dire ancora la nostra”.

“TOCCA A NOI RIPORTARE I TIFOSI ALLO STADIO” – Sui tifosi: “Non cerchiamo giustificazioni, con i risultati e la voglia di lottare dobbiamo riportare la gente allo stadio. Spetta soltanto a noi. I fischi sono giusti, ma in tutte le partite devo dire che abbiamo avuto sempre il sostegno e la passione dei nostri sostenitori. Certo, vedere l’Olimpico vuoto dopo le 50 000 persone dello scorso anno è brutto. Ci sono state diverse polemiche su cui non mi esprimo. Spero soltanto possano tornare allo stadio. Dobbiamo trascinarli, meritano la possibilità di poterci incitare tutti insieme”. La stagione scorsa, insieme a Candreva e Felipe Anderson, è stato il secondo miglior cannoniere della Lazio, subito dopo Klose a 16. In quella in corso, tra campionato e coppa, ha incrementato il suo bottino in biancoceleste con altre due reti: “Sono sempre bei momenti, vai in estasi totale quando segni. Lo sogniamo fin da piccoli, chiunque gioca spera di poter trovare un gol. È sempre bello, ci sono frangenti in cui arriva anche casualmente. Viviamo per attimi così”.

“VORREI RIGIOCARE LA SUPERCOPPA CON LA JUVE” – Uno dei suoi due gol questi è arrivato in Europa League, una competizione dove la Lazio sembra decisamente più a suo agio: “In campionato è successo spesso di trovare squadre molto chiuse. Se abbiamo spazi con i nostri giocatori possiamo far male, altrimenti bisogna esser bravi a concretizzare le occasioni che creiamo. Gli avversari conoscono il nostro valore al di là della classifica e cercano di chiudere le nostre fonti di gioco. Serve così movimento e cinismo da parte nostra. In Europa invece gli avversari tendono a giocare di più e lasciare meno spazio al tatticismo. Guardano meno l’avversario e più il loro gioco. Così spesso vengono a mancare le attenzioni sui punti forti delle squadre, per noi è un vantaggio ovviamente. Abbiamo tempo e modo per prepararci al meglio. Il Galatasaray? Ci aspetta una partita difficile, ma siamo pronti”. Prima però ce ne sono altre, a partire da quella con il Carpi: “Sarà una sfida difficile, da interpretare con intensità e senza concedere nulla. Possiamo giocare per vincere contro chiunque”. In questa stagione però sono state molte le sconfitte. In generale sono tre quelle che Parolo vorrebbe rigiocare: “Vorrei rigiocare sicuramente il derby di ritorno dell’anno scorso e la gara di Leverkusen, tuttavia al primo posto metto la finale di Coppa Italia contro la Juventus. Avevamo grande voglia in tutti e tre i confronti, ma non abbiamo portato a casa il risultato. In queste tre gare forse solo i tedeschi hanno meritato. In quel caso ci è mancato quel passo in più. Shanghai? Le finali vanno giocate in Italia, soprattutto per rispetto delle persone che vengono allo stadio”.

MERCATO: SI TRATTA PER KALINIC DELL’HAJDUK – Intanto la società continua a lavorare sul mercato. Va avanti la caccia al difensore: N’Koulou del Marsiglia, Pogba del Saint-Étienne, Mandi dello Stade Reims e Basa del Lille sembrano essere gli indiziati principali per sostituire De Vrij. Per quanto riguarda la possibile partenza di Gentiletti invece piace De Maio del Genoa, non nell’ambito di uno scambio con l’argentino: l’ex San Lorenzo non interessa al club di Preziosi. Difesa a parte, la Lazio lavora anche per arrivare al portiere dell’Hajduk Spalato Lovre Kalinic: l’offerta biancoceleste è di 3,5 milioni, la richiesta dei croati è ferma a 5. C’è ancora distanza, insomma, ma il club di Lotito vuole arrivare al gigante di 201 cm cercato anche dal Chelsea e dall’Aston Villa. Ha 25 anni e conta solo 2 presenze in nazionale. Arriverebbe, nel caso, a giugno, probabilmente per sostituire Berisha. Marchetti infatti, nonostante i continui rinvii, sembra orientato a firmare il prolungamento del contratto, attualmente in scadenza a fine stagione.

Fonte : La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Allarme pubalgia per Basta

L’allarme era scattato una settimana fa, a poche ore dalla trasferta di San Siro. Sensazioni negative e quadro clinico da analizzare attentamente: preoccupano le condizioni di Dusan Basta (ha saltato le ultime tre partite del 2015 con Sampdoria, Udinese in Coppa Italia ed Inter), inizialmente s’era parlato di un semplice problema muscolare, nel giro di pochi giorni s’è trasformato in un principio di pubalgia. Il serbo – reduce dalle vacanze di Natale trascorse a Belgrado – si è allenato regolarmente nella giornata di lunedì, ha partecipato a tutto il lavoro con il gruppo, ma ieri (giornata di doppia seduta) è rimasto a riposo a scopo precauzionale. Proverà a recuperare per il Carpi (6 gennaio ore 15 stadio Olimpico), ma verrà valutato quotidianamente, potrebbe anche restare fermo e tornare con la Fiorentina.

Nel giorno della Befana mancheranno Marchetti, Kishna, Lulic, De Vrij, Gentiletti e gli squalificati Biglia e Milinkovic Savic. In regia dovrebbe giocare Cataldi (da due giorni si allena a parte), Pioli confermerà il 4-3-3, in caso di 4-2-3-1 invece come trequartista verrebbe lanciato dal primo minuto Stefano Mauri. In attacco spazio ancora a Matri, ha superato Djordjevic e Klose, è l’uomo del momento. Oggi è in programma un’altra doppia seduta, rientreranno i sudamericani, Onazi e Oikonomidis.

Fonte : Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Douglas-De Maio, Lotito tratta

L’obiettivo principale era quello di rinforzare la difesa al più presto e consegnare a Pioli un nuovo centrale entro il 6 gennaio (giorno di Lazio-Carpi). Al momento però si tratta di una missione quasi impossibile: il mercato aprirà il 4 e difficilmente la società riuscirà a chiudere almeno una trattativa nel giro di una settimana. In Italia il nome caldo resta quello di De Maio , c’è stato un contatto tra Lotito e Preziosi , si lavora per un prestito con diritto di riscatto. La Lazio dovrà sostituire De Vrij e Gentiletti (ha chiesto la cessione), arriveranno due giocatori. All’estero occhio a Douglas del Dnipro: offerta da 4 milioni di euro, è attesa una risposta. In Francia attenzione a N’Koulou e Rolando del Marsiglia, nel mirino anche Perrin e Pogba del Saint Etienne, Raggi del Monaco e Mandi del Reims.

Intanto però il primo rinforzo è per giugno, la Lazio è a un passo da Lovre Kalinic , portiere di proprietà dell’Hajduk Spalato. Una trattativa portata avanti in gran segreto e tenuta nascosta fino a lunedì sera, ma la chiusura adesso è vicina. In realtà c’è ancora una sottile distanza tra le parti: il club croato chiede almeno 5 milioni di euro per liberare l’estremo difensore, il presidenteLotito è fermo a 3,5 milioni, i contatti sono frequenti e l’affare alla fine andrà in porto.

Kalinic è un classe 1990, ha due presenze con la Croazia, piace a Chelsea e Aston Villa. Un’operazione legata probabilmente al futuro di Berisha : l’albanese è richiesto da Verona e Club Brugge, sogna una nuova sfida da protagonista, a fine stagione potrebbe lasciare Roma. Attenzione però anche a Federico Marchetti: il rinnovo non arriva, la Lazio rischia di perderlo a zero tra sei mesi, sono tutte valutazioni che andranno affrontate al più presto.

Fonte : Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Parolo: «Laziali tornate allo stadio»

Due rinforzi dal mercato? Magari e pure in fretta. Un’accelerazione di Felipe Anderson come l’anno scorso? Certo, sarebbe bellissimo. Un gol di Klose al derby? Atteso ormai da tre anni. Tutti auguri legittimi per l’anno che sta arrivando ma il vero obiettivo della Lazio per il 2018 è un altro: ripopolare l’Olimpico, farlo tornare pieno di passione come si era visto durante la volata per centrare un posto in Champions League.

Oggi, invece, Lotito piange il 36% in meno di presenze allo stadio, record di una seria A dove comunque l’emorragia è evidente per tutti. A Roma ci si sono messe pure le barriere in curva, le misure restrittive del Prefetto a rendere più chiara una crisi di rapporti tra i laziali e la propria squadra. Dopo l’idillio del 31 maggio quando settemila tifosi aspettarono gli eroi del San Paolo fino alle 2 di notte al centro sportivo di Formello al deserto delle ultime partite interne. E così, Marco Parolo, leader dello spogliatoio e coscienza critica del gruppo confessa a Lazio Style Radio il suo dispiacere per la diserzione dei sostenitori biancocelesti: «Il momento più bello di questa parte di stagione è sicuramente la gara contro l’Inter, speriamo serva a riconquistare la nostra gente. Non cerchiamo giustificazioni, siamo noi che con i risultati dobbiamo riportare tutti sugli spalti, perchè andare allo stadio è un divertimento. Le partite in casa che ci sono state, chiunque è venuto allo stadio, ci ha sempre tifato, e quando è stato giusto, ha fischiato ma quant’è brutto vedere l’Olimpico vuoto. Quando la scorsa stagione ci sono state cinquantamila persone è stata una carica unica, tutto però passa dai nostri risultati. Parte da noi, quindi ce la metteremo tutta per tornare a stare tutti insieme». Per certi versi sembra più facile migliorare l’attuale decimo posto e rimontare in classifica che provare a riempire l’Olimpico svuotato soprattutto dalla contestazione a Lotito. Parolo crede nell’impresa impossibile di ottenere entrambi gli obiettivi: lo stadio pieno e un posto in Europa. In questo senso sarà decisivo il mese di gennaio: «Nell’ultimo mese, a parte contro il Palermo, abbiamo sempre fatto una buona prestazione. Ci sono state difficoltà a segnare dove abbiamo trovato squadre molto chiuse. Noi siamo una squadra che, se ha spazio, può fare la differenza. Di certo, valiamo di più del posto attuale in classifica. Ora stiamo lavorando sulla strada intrapresa prima della sosta, che affrontiamo con la serenità e la consapevolezza di essere una squadra forte, finalmente nello spogliatoio c’è aria positiva, sappiamo che possiamo ancora dire la nostra».

Dopo l’eliminazione dalla Champions League aveva fatto appello ai compagni per ritrovare quella unità d’intenti necessaria per centrare risultati importanti. Era caduto nel vuoto, poi i ritiri, il quasi esonero di Pioli e adesso l’inversione di rotta: «A San Siro abbiamo lottato tutti, abbiamo corso e ci siamo sacrificati con la squadra e per la squadra. Parte tutto dal gruppo, forse giocare ogni tre giorni ci ha fatto perdere ritmo. In questa sosta abbiamo capito tante cose, come e cosa serve per andare avanti: possiamo battere chiunque». Ed è per questo che la stagione della Lazio non è finita, anzi c’è da provare a continuare il cammino nelle coppe oltre che rimontare in campionato e, come dice Parolo «riportare i tifosi allo stadio». Auguri.

Fonte: Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Marchetti-Lazio, presto la verità

Gennaio è all’orizzonte, la verità sarà svelata. Marchetti e la Lazio sono pregati di uscire allo scoperto. Si sposeranno di nuovo? Il portiere ha davvero voglia di firmare il rinnovo? Così dicono dal suo entourage. Manca la prova dei fatti, l’appuntamento decisivo è stato rinviato più volte da ottobre ad oggi. Il mistero è diventato più fitto dopo l’assalto lanciato dalla Lazio a Lovre Kalinic, portiere-gigante dell’Hajduk Spalato. In Croazia sono certi che a giugno sbarcherà a Roma, dalla Lazio hanno frenato. Il manager Pastorello ha dichiarato che i biancocelesti «sono un’opportunità». L’operazione non è ancora chiusa ufficialmente. Kalinic è bloccato, è alto 2,01, è nel giro della Nazionale croata, è in scadenza nel 2017. L’Hajduk inizialmente ha chiesto 5 milioni di euro, la proposta della Lazio s’aggira attorno ai due milioni. Kalinic è tenuto in caldo per vari motivi: Marchetti non ha ancora firmato e tra poche ore sarà libero di farlo per altri club. Berisha, il suo vice, scalpita da tempo, spinge per diventare titolare, potrebbe partire in estate. Chi conosce Kalinic dice che non è ancora pronto per difendere i pali della Lazio da numero uno, può valere come alternativa.

Fonte: Il Corriere dello Sport

Benitez attacca i giornalisti in conferenza stampa…

Rafa Benitez dribbla le critiche e nel suo primo briefing con la stampa dopo le voci di un suo possibile esonero dal Real attacca: «C’è una campagna contro Florentino, contro di me e contro la squadra. Tutto è stato manipolato ad arte e tutto viene criticato, ma ora dobbiamo metterci un pò dalla nostra parte, a cominciare dal sottoscritto». Alla vigilia della delicata sfida con la Real Sociedad, il tecnico spagnolo approfitta dell’incontro con i giornalisti per sfogarsi: «Qui viene tutto ingigantito. Ho parlato con il presidente e con Jose Angel Sanchez e il rapporto è cordiale. So di fare le cose bene e voglio vincere». Quando gli è stata prospettata la parola «dimissioni» Benitez ha preferito voltarsi dall’altra parte: «Io penso solo a come vincere domani contro la Real Sociedad e come conquistare dei trofei, è quello che voglio anche se ancora non ne sono arrivati». E a chi gli fa notare che il Real è già fuori dalla Coppa del Re e al terzo posto nella Liga, il tecnico replica che «la squadra quando fa le cose bene vince, altre volte non le fa altrettanto bene e non vince». Poi la stilettata nei confronti della stampa: «Ogni settimana 13 giocatori restano fuori e una decisione tecnica viene interpretata come una decisione personale e cominciano le speculazioni, insomma una manipolazione continua. Ma il mio compito è quello di prendere decisioni perchè la squadra vinca e giochi bene ma per far questo c’è bisogno di stabilità e tranquillità. La squadra – ha concluso l’ex Napolista meglio di quanto la gente pensi e anche il rapporto con la squadra è decisamente migliore di quello che si legge sulla stampa».

Fonte: ANSA

Pugno di ferro del Barcellona: giocatore cacciato per un tweet…

Firma con il Barcellona ma dopo qualche ora viene silurato. Dura pochissimo l’avventura del giovane attaccante Sergi Guardiola con i blaugrana. Il 24enne, che non ha nessuna parentela con Pep Guardiola, ha firmato ieri pomeriggio l’accordo per giocare con il Barcellona B. In serata, però, il club catalano ha annunciato di avere rescisso il contratto con il giocatore a causa di alcuni «tweet offensivi nei confronti della Catalogna e del Barcellona». I ‘cinguettii’ incriminati erano stati pubblicati sull’account del giocatore il 26 ottobre del 2013 nel giorno del Clasico e ieri sono stati scovati e diffusi da alcuni tifosi di fede madridista. ‘Hala Madrid, puta Cataluna’ si legge in un messaggio postato quel giorno da Sergi Guardiola e cancellato dallo stesso centravanti quando già le sue esternazioni avevano fatto il giro del web. Il caso non è passato inosservato nella sede del Barcellona, che a tempo di record ha deciso di stracciare l’accordo appena siglato. Sergi Guardiola ha provato a giustificarsi spiegando ai media spagnoli che i tweet compromettenti erano stati pubblicati in una serata goliardica con alcuni amici, che si trattava solo di battute e che non erano stati scritti da lui. «Se li avessi scritti io li avrei cancellati, non sono uno stupido», ha evidenziato il giocatore, che si è poi affrettato a «chiedere scusa a tutta la Catalogna e al Barcellona che mi hanno trattato benissimo». Il ‘mea culpà non è però bastato per convincere il Barcellona a concedergli la grazia. «Capisco perfettamente il Barca e lo avrei fatto anche io – ha riconosciuto il giovane Guardiola -. Accetto la decisione che hanno preso e niente più. Era un sogno per me e per la mia famiglia, ora è un duro colpo. Ma devo accettarlo e andare avanti». L’attaccante, che su twitter si era lasciato andare anche ad alcune osservazioni su Leo MessiNon lo metterei nella mia squadra, rende difficile il gioco»), ha infine precisato il suo pensiero sul quattro volte Pallone d’Oro: «È il migliore giocatore al mondo, non è paragonabile con nessun altro». 

Fonte: AdnKronos

Nuovo tour de force: Lazio, imparata la lezione?

E’ di nuovo tempo di campionato in casa Lazio. Le feste sono ormai finite e da due giorni i biancocelesti sono tornati a lavorare intensamente in vista dei prossimi impegni che li attenderanno nel 2016. L’obiettivo per il nuovo anno? Sicuramente è quello di non vanificare quel che di buono è stato fatto nelle ultime due partite del 2015 e il nuovo tour de force che attenderà i ragazzi di Pioli gli darà la possibilità di dimostrare che finalmente questa Lazio è cambiata…per lo meno negli atteggiamenti. La vittoria di Milano contro la capolista Inter ha dato quella scossa emotiva tanto desiderata nelle precedenti partite dei biancocelesti e ha permesso di affrontare la sosta con la serenità necessaria per potersi ricaricare. Sicuramente a Formello si respira un aria diversa, con giocatori e staff che ridono e scherzano tra di loro, (anche Morrison ride, il che è già una notizia), segno di una serenità ritrovata e si spera duratura. Ora però è di nuovo tempo di pedalare…e anche tanto, sarà vitale giocare ogni singola partita da qui fino a maggio come se fosse una finale, il distacco con le prime posizioni è troppo ampio per pensarla diversamente. Basta delusioni, basta rimpianti, basta rammarichi…ora più che mai è il momento di tornare ad essere brutti, sporchi e cattivi…solo così si potrà sperare di riportare la Lazio nelle posizioni che contano (sperando anche in un aiuto dal mercato di riparazione).
Non sarà facile, anche perchè a partire dalla partita del 6 gennaio contro il Carpi i biancocelesti vivranno 2 mesi da incubo dove non avranno neanche un attimo per rifiatare. Certo la cosa può creare una comprensibile apprensione, sopratutto alla luce di quanto detto da Parolo questa mattina a Lazio Style Radio in merito alla difficoltà che comporta giocare ogni 3 giorni…ma l’ex Parma ha anche ribadito che: ora hanno la consapevolezza di
 essere una squadra valida e hanno capito che possono (e sopratutto vogliono) ancora dire la loro. Anche gli stessi giocatori quindi sanno benissimo che NULLA ancora è stato fatto e che non basta una vittoria, seppur bellissima, contro una delle pretendenti allo scudetto a far dimenticare tutto il malessere arrecato fino ad ora. Anzi a pensarci bene il rammarico sale ancora di più perché QUESTA è la vera Lazio…e fa ribollire il sangue il semplice domandarsi: “Dove sei stata fino ad ora meravigliosa creatura?
Una cosa è certa, se c’è una cosa che ci ha insegnato questa squadra prima di perdersi nel buio, è che quando ha consapevolezza di sé…può giocare su qualsiasi campo, contro chiunque e vincere. Bene, è il momento di dimostrarlo… Certo ormai lChampions (nonostante la matematica non precluda ancora nulla) sembra un sogno quasi inavvicinabile, ma va ricordato un eventuale vittoria dell’Europa League permettebbe ai biancocelesti l’accesso diretto alla più importante competizione europea. Solo un sogno? Può darsi ma se la Lazio ha veramente ritrovato se stessa…allora è arrivato il momento di tornare a divertirsi e perché no…anche di sognare.

Diceva Martin Luther King: “Avere fede è fare il primo scalino anche se il resto della scala non si vede…“. Bene, il primo scalino si chiama CarpiANDIAMO?

Marco Lanari

 

Il Crotone scarica Tounkara. Ritorno alla Lazio?

Non è stata fino ad ora una grande esperienza quella di Tounkara al Crotone. L’ex Primavera della Lazio ha infatti trovato poco spazio con i calabresi. Infortuni e prestazioni poco esaltanti lo hanno relegato in panchina. Ma in più c’è stata l’esplosione di Budimir, nuovo gioiello calabrese che ha complicato le cose. E il ds Ursino a lazionews.eu ha confermato che parleranno con la Lazio per decidere il futuro del calciatore. Probabile un ritorno a Formello e poi nuovo prestito ad un’altra squadra cadetta.

SERIE A TIM – La Lazio è tra gli attacchi più prolifici del 2015

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La Serie A Tim ha stilato una classifica sugli attacchi più prolifici durante l’anno solare 2015. Quindi il periodo preso in considerazione dalla Lega è quello che va da gennaio a dicembre. Due sono gli attacchi più prolifici del 2015 e che si dividono il gradino più alto del podio: stiamo parlando di Fiorentina e Napoli. Le due compagini sono prime a quota 73 gol fatti. Trascinati dai bomber Kalinic e Higuain, viola e partenopei sono anche le squadre più belle da vedere. Segue come terzo attacco la Juventus con quota 66 grazie agli (ex) Tevez e Vidal uniti ai nuovi Mandzukic e Dybala. Al quarto posto troviamo la nostra Lazio. Nonostante l’opaca stagione, i biancocelesti hanno siglato nellìintero anno la bellezza di 62 gol, la maggior parte sono stati timbrati da gennaio a maggio, quando la Lazio vinceva e convinceva.

Stendardo: “Lazio, solo ricordi meravigliosi”

Guglielmo Stendardo non dimentica gli anni passati con la maglia della Lazio e, ai microfoni di Tuttosport, apre il cassetto dei suoi ricordi tinti di biancoceleste: “La Lazio era ed è una squadra straordinaria. Ho solo ricordi meravigliosi. Ho sempre avuto il massimo rispetto per i tifosi laziali. A distanza di anni, sento ancora la loro vicinanza”. Gli stadi vuoti non sono certo una bella immagine: “Mettono tristezza. Ancor di più se si tratta dell’Olimpico”. Infine, due parole su questo campionato e sul sistema calcio in generale: “Darei più spazio ai giovani italiani e creerei un campionato delle riserve, come in Spagna e in Inghilterra. Lo scudetto? Juve, Napoli, Inter e Roma lotteranno fino alla fine. Le sorprese di questa stagione sono Sassuolo e Atalanta.

Toto-difensore, torna di moda Gil

La Lazio è sempre alla spasmodica ricerca di un difensore da acquistare nel mercato di gennaio. Tra i tanti nomi, secondo quanto riportato da Tuttomercatoweb.com, sarebbe tornato di moda quello di Gil, difensore di proprietà del Corinthians, già sondato quest’ estate. Il brasiliano classe ’87 ha già avuto un’esperienza nel Vecchio Continente, con la maglia del Valenciennes, in Francia. Non ebbe però grandissima fortuna. Il suo contratto scade nel 2019 e il prezzo del suo cartellino si aggira intorno ai 7,5 milioni di euro. Insomma, una trattativa tutt’ altro che semplice.

Formello – Parolo in evidenza nella seduta pomeridiana

Dopo la seduta atletica mattutina gli uomini di Pioli si sono ritrovati di nuovo sul campo di allenamento di Formello per la seconda sessione di allenamento odierna. Prima una fase di riscaldamento con i giocatori tutti impegnati in un torello per poi passare, con i ragazzi divisi in gruppi, a un lavoro sulla circolazione della palla con cambio di jolly, combinazioni tattiche e tiri in porta finali. Al termine partitella di due tempi a campo ridotto, nella seconda frazione di gioco in evidenza Marco Parolo autore di una doppietta. Per domani prevista una doppia seduta.

Melchionna, Segr. della Scuola Calcio: “Tante novità a Formello grazie a Mister Lensen”

Il segretario della Scuola Calcio biancoceleste Vito Melchionna, in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Lazio Style Radio, ha raccontato come stanno procedendo i lavori per la realizzazione della cantera della Prima Squadra della Capitale e il suo rapporto con i biancocelesti: “Sono nato in zona Prati, vicinissimo a piazza della Libertà, questi colori fanno parte da sempre della mia vita. Sono il segretario del Gentili. Oltre a svolgere il lavoro di segreteria, organizziamo e coordiniamo tutte le attività che si svolgono qui. Tutte le squadre nazionali – Giovanissimi e Allievi -, oltre alle provinciali dei giovanissimi e la scuola calcio, che va dal 2010 al 2003, che partecipano ai vari campionati dipendono dal Gentili. Inoltre bisogna coordinarsi con Formello, quindi molte volte mi trovo lì per organizzare al meglio le attività del Gentili. Mister Joop Lensen, il nuovo responsabile del Settore Giovanile, ha portato tante novità e tante nuove idee. Dopo pochi mesi  qualcosa è già cambiato ma con il tempo realizzeremo il tutto. Posso dire che ora si fanno molte più riunioni tra tecnici. Gli allenatori si confrontano tra di loro, sia tra quelli della medesima fascia d’età sia con gli altri. La scuola calcio ha tre settori: tecnico, sanitario e amministrativo. Quello tecnico, del quale Selena Mazzantini e Roberto Cafaro sono i coordinatori, fa capo anche a dei coordinatori sia per il Gentili che per il Melli, per i più grandi, dal 2003 fino al 2006; mentre per i piccolini il coordinatore è Salvatore Nicosia. Quello sanitario è gestito dal dottor Morelli, memtre quello amministrativo da Laura Barbaro, con la quale collaboro anche io. Senza dimenticare tutti gli altri segretari che operano a Formello, come Alessandra Udino che cura il tesseramento e il settore agonistico, Cristina Moretti che si occupa anche lei della scuola calcio e di altri incarichi importanti, e Giuseppe Lupo. Abbiamo visto passare tanti ragazzi: Guerrieri, Filippini e Crecco sono rimasti impressi perché hanno vinto lo scudetto Primavera, la Coppa e la Supercoppa, dandoci tante gioie. Sono tutti bravi ragazzi che si allenano con serietà per raggiungere obiettivi importanti. Crecco dopo un anno di prestito in B ha già dimostrato il suo valore, così come gli altri. Anche se non ha iniziato al Gentili ma al Melli, Guerrieri lo ricordo per la serietà, per lui più che le parole contano i fatti. E’ un ragazzo che sta volando alto e che si farà valere. Della Primavera di oggi, Germoni, Mattia e Murgia sono maturi e pronti per spiccare il grande salto, ma spero che anche gli altri riescano a fare bene, come stanno già facendo nel campionato Primavera. Mi rapporto sia con i ragazzi che con i loro genitori. Questo spirito bisogna necessariamente conservarlo, anche il dialogo è una passione. Un saluto a tutti i laziali, buone feste!”.

La Juventus su Marchetti

Nonostante ormai da tempo si parli di un avvicinamento tra le parti la firma sul nuovo contratto di Federico Marchetti tarda ad arrivare. La situazione del giocatore, in scadenza a giugno 2016, attira su di lui l’attenzione di diverse altre squadre, sia italiane che estere. Nel nostro paese, e non è la prima volta, è la Juventus a mostrare un certo interessamento per il portiere biancoceleste. Per la società bianconera, Federico, potrebbe diventare un profilo interessante per la prossima estate. L’attuale secondo di Buffon, Neto, sarebbe dell’idea di cambiare aria stanco di fare il vice, per cui Marchetti potrebbe prenderne il posto. Come riportato da goal.com già ci sarebbe stato un primo contatto tra le due società. L’ad Marotta avrebbe contattato anche l’entourage del portiere, notizia ad ora però non confermata. Ma non è solo la società bianconera ad essere sulle tracce dell’estremo difensore, da oltremanica anche il Liverpool avrebbe chiesto informazioni. Ma non è certo che Federico lasci la capitale: l’accordo per il rinnovo del contratto sembra sia stato trovato e manchi solo la firma. L’entourage del giocatore si dice fiducioso, la firma potrebbe arrivare al ritorno di Lotito, questi giorni in vacanza a Cortina. A febbraio il portiere potrebbe accordarsi con altre società ed a giugno si libererebbe a parametro zero. La Lazio, dal canto suo, non ha intenzione di privarsi del portiere nella prossima finestra di mercato ma in vista di tale eventualità sarebbe molto vicina a Lovre Kalinic, portiere classe ’90 dell’Hajduk Spalato.

Gregucci: “Lazio, adesso non fermarti più”. Poi sulla fiducia a Pioli….

Le ultime due vittorie convincenti, passaggio ai quarti di coppa Italia e 3 punti conquistati sul campo della prima in classifica. Tutto questo ha fatto si che la squadra di Pioli abbia riposato e lavorato con quella tranquillità che mancava ormai da mesi e a parlare di tutto questo attraverso i microfoni di Radio Olympia, è Angelo Gregucci: “Il modo migliore che esisteva per chiudere l’anno era vincere a Milano e così è stato. Non ho mai dato peso al mercato di gennaio, sarebbe meglio che la Lazio pensi alla finestra di mercato estiva visto che ha tanto tempo per pianificare tutto quello che serve, in modo da evitare gli errori commessi in passato“. Poi sulla situazione del mister Pioli, che sembra esser migliorata nettamente, dichiara: Assurdo criticarlo. Un uomo come lui in grado di risolvere i problemi di questo momento, in giro non si trovano e mi sembra ovvio andare avanti con lui. Stefano è un professionista con la competenza e l’esperienza giusta per guidare questa squadra“.

FORMELLO – Allenamento tra rientri e assenze importanti…

Prima seduta doppia per la Lazio che farà ritorno in campo anche alle 15:00. Si svolge lavoro atletico per ripartire in un 2016 che è ormai alle porte. Sarà doppia anche domani, prima di allenarsi in unica seduta mattutina l’ultimo giorno dell’anno. I primi a presenziare il campo d’allenamento sono stati i 3 portieri: Berisha, Guerrieri e Matosevic. Anche oggi assente Federico Marchetti, alle prese con l’infortunio rimediato nella sfida contro la Sampdoria. Si rivede Klose svolgendo insieme a Cataldi lavoro differenziato. Fisioterapia per l’olandese Kishna e Senad Lulic che scalpita per tornare a disposizione di Pioli. I sudamericani rientreranno domani alla base cosi come gli assenti Onazi e Oikonomidis.

Parolo: “Siamo uniti e le ultime gare lo hanno dimostrato”. Poi sui tifosi…

Si torna a lavorare a Formello, dopo le feste natalizie bisogna tornare a concentrarsi per iniziare il nuovo anno con gli stessi risultati ottenuti nelle ultime due gare del 2015, cioè con vittorie convincenti. Per parlare del momento passato dalla Lazio e di quello che verrà è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, uno dei protagonisti di questa Lazio, Marco Parolo: “La vittoria contro l’Inter ci ha confermato che ci troviamo sulla strada giusta, siamo andati alla sosta più sereni e possiamo lavorare con tranquillità, ed è quello che ci serviva. Dopo un confronto tra di noi, abbiamo capito che possiamo uscirne tutti insieme e dire ancora la nostra, ne siamo venuti fuori uniti. Nessuno può dire di non aver visto la voglia di uscirne fuori, anche nelle partite che hanno preceduto le ultime due vittorie avevamo giocato bene, ma tra la sfortuna e il nostro non fornire ottime prestazioni non arrivano i risultati. C’è da dire anche che ha influito il fatto che giochiamo 3 volte a settimana. Quest’ultima vittoria a Milano ci ha dato molta fiducia e morale, abbiamo battuto la prima in classifica giocando benissimo. E’stato il momento più esaltante di questa stagione, speriamo di continuare ad averne di momenti così belli. Con le vittorie e l’impegno dobbiamo riportare i tifosi allo stadio, dipende solo da noi. I fischi fanno parte del calcio e sono giusti, ma devo dire che in tutte le gare i nostri tifosi ci hanno sempre incitato. E’ brutto vedere così pochi tifosi dopo aver vissuto lo stadio pieno dello scorso anno. Ci sono state diverse polemiche su cui preferisco non esprimermi ma il mio desiderio è quello di rivederli allo stadio, meritano di poterci sostenere e in questo dobbiamo trascinarli noi stessi”. Poi il centrocampista continua sul cammino internazionale: “In Europa siamo più insidiosi, anche se le avversarie sono più prestanti. Contro il Galatasaray ci aspetta una grande partita, anche se difficile noi siamo pronti”. “Le partite che hanno lasciato più rammarico sono 3: la finale di coppa Italia, il derby e il ritorno con il Bayer Leverkusen senza dubbio. I tedeschi hanno meritato di vincere, dobbiamo ancora crescere per arrivare al livello di grandi squadre”. Infine una battuta sulla prossima sfida che attende la banda Pioli, in casa contro il Carpi: Ogni partita la dobbiamo giocare come fosse una finale. Siamo troppo indietro in classifica per non pensarla così. Contro il Carpi non sarà affatto semplice, loro si chiudono e noi dovremo impegnarci al massimo, anche perché se giochiamo da Lazio possiamo battere chiunque“.

CHI L’HA (RI)VISTO – Seyi Adeleke, dal Mondiale per Club all’Arcella

Quando la Lazio Primavera, con l’avvento di Alberto Bollini in panchina, ha iniziato a muovere i primi passi verso il successo, la fascia sinistra era coperta da un giovane nigeriano che usciva dai cliché del calciatore africano potente e veloce fisicamente, ma da disciplinare tatticamente.

Seyi Adeleke, classe ’91 nativo di Lagos, aveva conquistato proprio per i motivi opposti: non eccessivamente potente ma dotato comunque di un ottimo dinamismo, era stata proprio la sua duttilità tattica a conquistare l’ambiente laziale, e a farne una colonna inamovibile della Primavera biancoceleste. Un filone nigeriano seguito con costanza in questo inizio degli anni ’10 del 2000 dal club, poi culminati con l’arrivo di Sani Emmanuel e soprattutto di Eddy Onazi, l’unico che riuscirà a ritagliarsi un futuro certo in prima squadra.

Eh sì visto che Adeleke non andrà oltre qualche convocazione nella prima squadra allora allenata da Edy Reja, proprio quando la Primavera stava iniziando ad imboccare una strada lastricata di successi. Arriva la prima esperienza in Lega Pro al Pergocrema, diciassette presenze e tre gol che lasciavano presagire al meglio per la sua carriera. La sopra citata versatilità tattica infatti permette al giovane Seyi di adattarsi anche come interno di centrocampo, particolarmente abile ad inserirsi tra le linee.

Nell’estate 2012 arriva quello che negli ultimi anni è stato un passaggio quasi obbligato per molti giovani del vivaio biancoceleste: l’approdo alla Salernitana. Ma il rapporto con l’allora tecnico granata Galderisi è burrascoso. Dopo essere finito fuori rosa, solo dopo il suo esonero Adeleke riuscirà a ritagliarsi qualche presenza, ma alla casa madre sono infastiditi dalle bizze con l’ex tecnico, e la Lazio decide di non puntare più su di lui. Nella stagione successiva arriva il passaggio agli svizzeri del Biel Bienne, seconda divisione elvetica in cui ben si distingue il connazionale Sani Emmanuel.

La svolta più interessante arriva però ancora un anno dopo: Adeleke si gioca l’esperienza australiana, nuovissima frontiera del calcio globalizzato. Veste la maglia del Sidney Wanderers, fresco vincitore della Champions League dell’Oceania, e il 13 dicembre del 2014 scende in campo in Marocco per i quarti di finale del Mondiale per Club, che gli australiani perdono contro i messicani del Cruz Azul, 1-3. E’ ancora il punto più alto della carriera di Adeleke, che terminata l’esperienza intercontinentale decide di ripartire dall’Italia e dai dilettanti.

Attualmente gioca in Prima Categoria veneta, all’Arcella, club in provincia di Padova. Rimasto infatti senza contratto dopo l’esperienza al Sidney, Adeleke ha trovato in questo modo una maniera per continuare a giocare, come ha spiegato il direttore sportivo dell’Arcella Massimo Ceccato, in un’intervista a “Il Mattino” di Padova: “Dopo aver lasciato Sydney è arrivato qui a Padova, dove ha un cugino che abita in città da 12 anni, e in questo periodo si è divertito a giocare le partitelle del weekend con una squadra amatoriale dell’Arcella.” Anche dopo il Mondiale, c’è sempre un modo per ricominciare.

Fabio Belli