AGGIORNAMENTO ORE 21:30 – E’ di oggi pomeriggio la notizia data dal Mundo Deportivo di un accordo tra la Lazio e Adriano. Per far luce sull’operazione, Radio Incontro Olympia ha contattato una giornalista del quotidiano catalano Cristina Cubero che ha spiegato: “La Lazio ha raggiunto l’accordo con Adriano, manca soltanto il comunicato del Barcellona che libera Adriano a parametro zero. Il Barcellona adesso deve dare il cartellino gratuito. Questa cosa è molto contestata dai tifosi, perché rimproverano il Barcellona di non saper fare mercato, non valorizzando le sue cessioni. Però alla fine arriverà il comunicato, è giusto così. La Lazio, non pagandone il cartellino, può garantire ad Adriano un contratto di quattro anni. Durata che non avrebbe a Barcellona”
AGGIORNAMENTO ORE 20:12 – Ormai ci siamo, la Lazio è vicinissima a completare il primo acquisto per la prossima stagione: Adriano Correia Claro. Secondo quanto riportato infatti da gianlucadimarzio.com, il terzino brasiliano si prepara a lasciare la Spagna dopo 12 anni. Nei prossimi giorni Lotito dovrà inviare le documentazioni in grado di convincere i blaugrana e portare il difensore a Roma. Manca quindi soltanto l’ok dei dei blaugrana per chiudere l’operazione. Ma la volontà del club spagnolo potrebbe non servire. Adriano, il cui contratto andrà in scadenza nel 2017, può arrivare alla Lazio gratuitamente grazie ad una clausola inserita nel suo contratto che gli garantirebbe di lasciare Barcellona a costo zero. L’unico ostacolo potrebbero essere le concorrenti dell’ultimo minuto, ma quest’ultime sembra che pian piano si stiano ritirando dalla corsa per il giocatore brasiliano: gli ultimi a ritirarsi sono stati i turchi del Fenerbahce.
In attesa di conoscere il futuro allenatore della Lazio (leggi le ultime su Prandelli), la Lazio mette a segno il primo colpo del mercato. Almeno stando a quanto riportato dall’autorevole quotidiano spagnolo Mundo Deportivo, i biancocelesti avrebbero strappato il sì da Adriano, terzino in scadenza di contratto col Barcellona. Si parla di un quadriennale da 2 mln + bonus a stagione. Il terzino brasiliano era stato vicinissimo alla Roma lo scorso gennaio ma poi il Barcellona aveva fatto saltare l’affare per l’infortunio di Douglas

La mattina del 30 maggio 1994 un colpo di pistola mette fine all’esistenza di uno dei calciatori più amato e venerato dai sostenitori giallorossi e, al tempo stesso, più rispettato dagli avversari sportivi che vedevano in lui sì un “nemico” ma anche un grande uomo, un calciatore che con la sua signorilità, in campo e fuori, in tanti anni di ribalta ha saputo farsi apprezzare anche da coloro che avrebbero dovuto “odiarlo”: Agostino Di Bartolomei.
Giorno nefasto, a dieci anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni persa dalla sua Roma (di cui era capitano) contro il Liverpool. Un capitano buono, un ragazzo di borgata che era riuscito alla guida dei suoi compagni a riportare lo scudetto a Roma, che aveva sfiorato la coppa dei Campioni ma che poi la società giallorossa ha scaricato mandandolo via, gettandolo nel dimenticatoio come una vecchia bandiera ormai logora e sdrucita dagli anni. Il calcio lo ha dimenticato ma non la gente, quella no, quella non potrà mai dimenticarlo, perchè Di Bartolomei nonostante il successo era rimasto uno di loro, una persona semplice e alla mano che ancora credeva ai reali valori della vita.
Poi la fine della carriera. Ago avrebbe voluto allenare i bambini ma non ricevette nessuna chiamata dalla Roma e allora, oltre ad uno studio assicurativo a Salerno, aprì una scuola calcio a San Marco. Deluso dagli altri ma felice. Fino a quella terribile mattina di maggio in cui un secco colpo di pistola mise fine alla sua vita lasciando nell’aria oltre l’acre odore della polvere da sparo anche il ricordo di un personaggio d’altri tempi che non è riuscito a superare l’indifferenza di quell’ambiente sportivo che tanto lo aveva idolatrato nel momento del successo. Ma una cosa è certa, il suo ricordo resterà ben impresso nel cuore e nella mente di tutti i tifosi giallorossi e di quegli amanti del calcio di una volta dove contavano più i sentimenti che gli aspetti finanziari.