Non si vogliono placare le discussioni inerenti l’esonero dell’ormai ex tecnico biancoceleste Stefano Pioli: da Delio Rossi a Marco Ballotta, tutti sono concordi del fatto che pur avendo le sue colpe non è Pioli il responsabile di questa situazione ma qualcun altro…
Al coro dei Pro-Pioli si è aggiunto anche l’ex difensore biancoceleste Angelo Gregucci. L’attuale allenatore dell’Alessandria è intervenuto ai microfoni di Radio sei per parlare del momento Lazio. Queste le sue parole:
IL DERBY – “Domenica sono crollati tutti gli ideali, lo stadio era di una tristezza incommensurabile. Sì, i ragazzi hanno mille ragioni per non andare, ma non è più lo stesso derby. Quello fatto di tante aspettative, emotività, colori. Si poteva fare meglio, anche se il divario c’è. La Lazio ha provato a reagire, ma queste sfide sono fatte di episodi. Non avendolo visto, sono veramente distante dalle analisi sulla partita. Ci si aspettava però una prova gagliarda.
PIOLI – L’ex difensore della Lazio non ci sta, ritiene che a pagare sia stato il meno colpevole: “Ora paga l’allenatore che è il meno responsabile. È mancato tuttavia anche quell’elemento da cui trarre il senso di appartenenza, da cui far derivare tutto. Parlo di un riferimento forte, nato in caso che possa contaminare gli altri. Serviva infatti giocare una partita minore a livello tecnico, ma diversa sul piano agonistico. Mi dispiace per Pioli, anche se qualcosa ha sbagliato. L’anno scorso ha fatto giocare alla sua squadra un calcio moderno che non vedevamo da quindici anni con grandi soluzioni di gioco, gli avversari venivano asfaltati. Si era creata un’onda da cavalcare, un apice di entusiasmo di cui ha gran merito proprio l’allenatore. Questa stagione è nata invece con grande pessimismo, l’estate quell’onda l’ha azzerato. Anche contro il Bayer Leverkusen, si poteva fare di più, ma il calcio italiano parte sempre in ritardo. La logica non può fare a pugni con la ragione. La linea di difesa era a metà campo, l’allenatore non può essere cambiato così in un anno. L’assenza di de Vrij certamente ha pesato molto”.
I VERI RESPONSABILI – “Bisognava rischiare, puntando su un fuoriclasse da compensare poi con l’accesso ai gironi di Champions League. Io con Lotito ho anche lavorato e ho stima di lui, lavora ininterrottamente. Bisogna programmare con logica, a partire dal senso di appartenenza. L’importante è crescere uno zoccolo duro in casa. Il problema principale è il disinnamoramento. Come nel caso del Manchester United, bisogna partire dai giovani del Settore Giovanile. La Lazio ha ottenuto grandi risultati e dovrebbe avere i migliori giovani del panorama italiano, ma non è così. In definitiva sono tutti responsabili, non ci sono percentuali di colpe. Lo siamo anche noi, bisogna andare allo stadio“.
LOTITO – “Lotito passerà come tutti, ma bisogna andare allo stadio come tutti. Serve un grande senso di appartenenza. Ci dimentichiamo che meno di un anno fa migliaia di tifosi erano a Formello. Alcuni contenuti di Lotito vanno bene, altri no. Si sono raggiunti comunque due preliminari di Champions League in una storia come quella laziale fatta di poche partecipazioni. Una storia piuttosto di contenuto e sentimento. Resta l’errore in alcuni tipi di programmazione, il settore giovanile della Lazio non porta giocatori alla prima squadra. Bisogna cambiare il modo di valutare il calcio: senza soldi vanno valutate soluzioni alternative”.

Si avvicina la nuova stagione estiva e stabilimenti e istituzioni comunali si stanno dando da fare per rendere le loro spiagge sempre più attrezzate per offrire ai loro frequentatori nuove location a prova di bambino. Acqua limpida e bassa vicino alla riva, bagnini, giochi colorati, sabbia pulita per costruire castelli, spazi per cambiare il pannolino o allattare, e la presenza nelle vicinanze di gelaterie, locali per l’aperitivo e ristoranti, è l’identikit delle spiagge italiane promosse dai pediatri, che quest’anno in confronto alle stagioni precedenti sono in aumento. L’iniziativa verrà presentata il 16 aprile in un convegno a San Benedetto del Tronto, nel corso di un incontro nel quale si terrà anche la consegna della “Bandiera verde” ai sindaci dei Comuni insigniti del riconoscimento.
L’indagine per decidere quali spiagge corrispondono alle caratteristiche richieste è stata svolta su un campione di 196 pediatri che non avevano partecipato alle indagini degli anni precedenti. I pediatri interpellati – ai quali per il loro servizio non è stato corrisposto alcun compenso – hanno privilegiato le spiagge attrezzate ove ci fosse la presenza degli assistenti di spiaggia, indispensabili per intervenire in caso di emergenza, e questo anche “per la garanzia di pulizia, perciò sicurezza, e per la presenza anche di un bar che possa rispondere alle varie esigenze dei bambini, per esempio per lo spuntino di metà mattinata, la merenda, oppure anche per scaldare latte o altri pasti per i più piccini”. Questo l’elenco delle bandiere verdi 2016.
Anche in quel periodo la Grecia era in crisi economica ma, nonostante le difficoltà, alle 15,30 del 6 aprile 1986 allo stadio Panathinaiko di Atene il re Giorgio I dichiarò aperte le prime Olimpiadi moderne. Australia, Austria, Bulgaria, Cile, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera e Ungheria, furono le prime squadre a prenderne parte, anche se con enormi differenze tra una delegazione e l’altra (dai 169 atleti greci all’unico atleta presentato da Australia, Bulgaria, Cile, Italia e Svezia), 9 gli sport in programma (atletica, ciclismo, ginnastica, lotta, nuoto, tennis, tiro, scherma e sollevamento pesi) e nessun partecipante di sesso femminile, per rispetto alla tradizione antica e alla visione vittoriana del ruolo della donna.
Nella gara di apertura dei Giochi il primo campione olimpico fu James Connolly, vincitore nel salto triplo. Gli atleti americani vinsero 11 medaglie d’oro, la Grecia 10, ma l’atleta più premiato fu il tedesco Carl Schuhmann, che vinse tre ori nella ginnastica e uno nella lotta. La gara più spettacolare fu la maratona, la gara che prendeva il nome dalla leggendaria impresa di Fidippide. A vincerla un greco: Spiridon Louis, pastore e portatore d’acqua. Da tener presente che si parla di medaglie d’oro, argento e bronzo ma solo per chiarezza, dato che nella prima edizione dei Giochi moderni i vincitori ricevevano una corona di ulivo e una medaglia di argento, i secondi una medaglia di rame e un ramo d’alloro, mentre per i terzi arrivati non era previsto alcun premio.