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Ballotta a “I Laziali Sono Qua”: “Lazio troppo giovane per puntare ai massimi livelli”

Il suo nome è legato indissolubilmente a quello della Lazio. Per il suo ruolo da protagonista nell’ultimo scudetto nel 2000 (era titolare il giorno della storica vittoria nello scontro diretto in casa della Juventus deciso da Diego Pablo Simeone e nella partita finale contro la Reggina), ma anche per aver stabilito il primato come giocatore più vecchio a scendere in campo nella fase a gironi di UEFA Champions League, nella stagione 2007/08. Marco Ballotta è intervenuto nella trasmissione di riferimento per tutti i tifosi biancocelesti, “I Laziali Sono Qua”, condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva sugli 88.100 di Elle Radio, per fare il punto sul momento vissuto dalla squadra di Stefano Pioli, in grande ripresa dopo un inizio di stagione incerto.

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Si parte proprio aprendo l’album dei ricordi da quel Juventus-Lazio 0-1. Un’impresa che pareva impossibile, e che alla luce dell’equilibrio attuale in Serie A, potrebbe essere ricalcata dagli uomini di Pioli. “E’ un campionato molto strano,” spiega Ballotta, “secondo me alla lunga le squadre più attrezzate usciranno fuori, ma al momento è impossibile indicare una favorita certa per la vittoria del campionato. Ogni giornata fornisce indicazioni diverse e questo potrebbe essere un campionato da sfruttare, visto che manca la classica squadra ammazza-campionato.”

Per la Lazio avere in squadra tanti ragazzi giovani e pieni di talento potrebbe essere un valore aggiunto, oppure un handicap sul piano dell’esperienza? Secondo Ballotta: “I giovani sono sempre importanti, ma c’è giovane e giovane: ci sono quelli che sono subito predestinati perché hanno già la maturità del calciatore professionista. Ce ne sono altri che sono discontinui, e possono commettere errori dettati dalla sufficienza e dall’inesperienza. E’ chiaro che troppi giovani in una squadra che vuole puntare ai massimi obiettivi possono rappresentare un freno: serve il giusto mix tra esperienza ed entusiasmo e freschezza. I giovani della Lazio mi hanno fatto un’impressione assolutamente positiva, il problema può essere magari schierarli tutti insieme oggi. Le prestazioni possono risentire delle caratteristiche ancora acerbe di determinati elementi. La Lazio sono due stagioni che regala troppi punti ad inizio campionato: non capisco perché, forse serve tempo per trovare il giusto equilibrio.”

Nella prima parte di campionato la Lazio ha dovuto fare a meno proprio degli elementi di maggiore esperienza come De Vrij, Biglia, Klose, Marchetti e Candreva. Questi innesti potrebbero portare un salto di qualità anche secondo Ballotta. “Inserendo i giocatori più esperti la solidità della squadra è diversa e il gioco e risultati non potranno che trarne beneficio. Per la Lazio sarebbe fondamentale raggiungere di nuovo la Champions, ma io avrei inserito i tanti giovani in maniera più graduale: l’esperienza è mancata a Leverkusen, mentre entrare in Champions sarebbe stato fondamentale. La società per puntare a certi obiettivi deve muoversi per tempo: ricordo la mia esperienza personale, a 43 anni mi sono ritrovato a giocare da titolare in Champions perché Muslera era ancora acerbo e Carrizo non era stato tesserato. Errori che vanno evitati quando si compete ai massimi livelli.”

La Lazio sarà comunque protagonista sulla scena continentale in Europa League. Ballotta spiega: “E’ importante giocare queste partite per squadre come la Lazio proprio perché, in virtù di tanti giovani presenti, possono regalare quella maturità che può tornare utile anche nelle stagioni successive. Non so se la Lazio riuscirà ad arrivare in fondo, ma deve onorare la competizione anche per essere ambiziosa in futuro: la strada può essere quella giusta, ma al momento non vedo la volontà del club di compiere il salto di qualità fino in fondo.”

Ballotta ha anche militato nell’Inter, che ha frenato bruscamente dopo la partenza-sprint: “I nerazzurri hanno investito tanto e hanno una squadra da scudetto. La quaterna subita in casa ha smorzato gli entusiasmi, ma ha perso contro una Fiorentina che al momento gioca il miglior calcio del campionato. Anche contro la Sampdoria però, in una partita che si era fatta difficile, i nerazzurri sono riusciti a dimostrare carattere. Hanno i solisti per ottenere quei punti decisivi anche quando si gioca male, che sono poi quelli che fanno la differenza. Mi aspetto anche il rientro della Juventus, che potrebbe giovarsi proprio del grande equilibrio che il campionato sta esprimendo.”

Un illustre ex laziale nonché ex compagno di squadra di Ballotta, Sinisa Mihajlovic, è in queste settimane nell’occhio del ciclone per gli scarsi risultati del Milan. Ballotta vede i rossoneri: “Un gradino sotto rispetto alle big. Manca ancora qualcosa per competere per il titolo, la situazione potrà migliorare ma non vedo un Milan capace di puntare a qualcosa di importante: ha cambiato tanto, ma non è ancora all’altezza delle big.”

Napoli, Fiorentina e Lazio possono essere le mine vaganti di questo campionato, anche alla luce del gioco brillante apportato dai rispettivi allenatori? Per Ballotta: “Assolutamente sì, a oggi il campionato dice questo, al momento vedo queste tre squadre superiori sul piano del gioco, ma ci sono altre squadre che hanno i solisti in grado di fare la differenza nella corsa al titolo. Il Napoli al momento è la squadra più entusiasmante, Sarri però è al primo anno e potrebbe pagare qualcosa sul piano dell’esperienza.”

Un’ultima considerazione di Ballotta su Stefano Pioli, che dopo tante critiche sta pian piano ritrovando la Lazio migliore, quella dello scorso anno, capace di arrivare al terzo posto sfiorando il secondo. “Sicuramente anche Pioli può migliorare, ma quest’anno non ho capito la partenza della Lazio. L’anno scorso c’era la novità da fronteggiare, stavolta la squadra era rodata e doveva sfruttare l’esperienza, avendo anche cambiato poco sul mercato, per centrare i fondamentali obiettivi di inizio stagione. E invece non è stato così, oltre a Supercoppa e Champions sono stati regalati punti e tempo a squadre che saranno dirette concorrenti fino alla fine della formazione biancoceleste.”

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