Una giornata di metà dicembre di più di venti anni fa: la Lazio di Zoff, ancora alla rincorsa di un posto in Europa come fosse la conquista di chissà quale Santo Graal. Sarà la volta buona, con Gascoigne, Riedle, gli esperti Cravero e Marchegiani a mettere a posto una linea difensiva da anni più croce che delizia per i tifosi biancocelesti? Una partita con l’Inter che sembra prendere le pieghe di un copione visto tante volte nella Lazio zoffiana: partenza sprint, rete della bandiera avversaria e poi due gol rimontati in maniera beffarda. Si torna dallo stadio, freddo dentro e fuori la macchina e la radio che gracchia le vittorie delle altre squadre. Ci vorrebbe un supereroe per cambiare una sorte che sembra già scritta.
E così, dopo che Fontolan era andato puntualmente a segno per i nerazzurri e qualcuno sentiva già il sapore amaro dell’ennesimo due a due, ecco che un lampo squarcia a metà il campo. Troppo veloce per essere un giocatore: di supereroe doveva trattarsi per forza. Vista al rallentatore, quell’azione fu più chiara: Beppe Signori, lanciato a medie realizzative tali da far sperare nel leggendario record di Angelillo, realizzò il tre a uno nonché una delle prodezze più belle della sua carriera, appena iniziata e che pure regalerà gol a grappoli in biancoceleste.
In quel momento Beppe-gol cambiò la storia della Lazio, chiudendo definitivamente anni bui e spalancando di vuovo le porte della ribalta europea, come poi puntualmente avvenne ad inizio stagione.Potrebbe interessarti
E allora se oggi un laziale vi dirà: “Chiedimi se sono Felipe?” non sarà solo un gioco di parole per sottolineare la soddisfazione per l’ottava vittoria consecutiva in casa. Oggi tutti i tifosi biancocelesti sono Felipe: perché ieri Felipe è stato la Lazio, se l’è caricata sulle spalle nel momento più difficile della partita, andando a segno per la terza volta di fila dopo Sassuolo e dopo l’Europa League contro il Rosenborg. Esattamente quello che si chiedeva al brasiliano dopo l’esplosione dello scorso anno e il primo calo, a cavallo tra la vecchia e la nuova stagione, in cui molti si domandavano chi fosse davvero Felipe. Ora lo sta dimostrando, gol dopo gol, come un biondissimo bomber degli anni novanta.
Fabio Belli