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Pulici: “Cataldi incarna la lazialità, la società tuteli e valorizzi questo gioiello”

Il numero uno dello scudetto del ‘74, Felice Pulici, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” per fare il punto sul momento nero della Lazio, ora al decimo posto in classifica e in netta difficoltà con un solo punto conquistato nelle ultime cinque partite di campionato. Questo al netto delle controversie arbitrali, con la partita di Empoli che ha scritto l’ennesimo capitolo stagionale da dimenticare nel rapporto tra i biancocelesti e i direttori di gara.

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Pulici interviene in quello che sarebbe stato il giorno del compleanno di Luciano Re Cecconi, il suo compagno di scudetto. “Re Cecconi arrivò a Roma con la volontà assoluta di Maestrelli che lo aveva avuto al Foggia. La Lazio utilizzò i soldi per la cessione di Massa all’Inter, un affare che servì anche per l’acquisto di Frustalupi, il giocatore con la maggiore intelligenza calcistica che io abbia mai visto. In una squadra un po’ rissosa, dallo spogliatoio diviso ma nella quale Re Cecconi sapeva rappresentare il trait d’union. Tanto che veniva definito il saggio della squadra, pur essendo un giocatore che in campo esprimeva il maggior dinamismo tra gli undici titolari.

Quali personaggi nella Lazio attuale potrebbero essere rappresentativi del biancoceleste così come lo furono gli eroi del ’74? “Danilo Cataldi esprime il valore massimo della lazialità in questo momento. Un ragazzo cresciuto nella Lazio arrivando dall’Ottavia, dal cuore di Roma e che può essere sicuramente rappresentativo del popolo biancoceleste in campo. Cataldi ha ricevuto un premio come promessa mantenuta, il “Manlio Scopigno“, che evidenzia l’importanza che questo ragazzo può avere, anche strategicamente, nel futuro di questa società. Servirà concretezza e struttura per sostenere questi personaggi che possano incarnare lo spirito della Lazio all’interno della società.

La stagione della Lazio ha in ogni caso bisogno di ritrovarsi attorno a figure forti dopo un momento di smarrimento. Quanto può aver pesato la delusione-Champions nell’approccio in questa finora infelice stagione? “A noi pesò molto non disputare la Coppa dei Campioni. Una situazione difficile perché anche all’epoca significava far parte dell’elite europea, era un sogno competere con i grandi dell’epoca. La squadra deve ritrovarsi e come dicevo prima deve farlo intorno ai suoi personaggi di spicco, quelli con maggiore personalità ma che sappiano anche ritrovare sé stessi nell’indossare la maglia della Lazio..

Fabio Belli

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