Come ogni favola che si rispetti potremmo iniziare da “C’era una volta…”, quindi proviamoci anche noi.
C’era una volta una squadra biancoceleste che si allenava a Tor di Quinto. Per molti anni, nonostante le ristrettezze economiche e i pochissimi successi raccolti, tutti vissero felici e contenti. I tifosi si stringevano entusiasti intorno alla squadra e raggiungevano in gran massa il campo di allenamento per assistere alle prestazioni dei loro beniamini e per stringersi attorno ai loro eroi facendo sentire tutto il loro calore. I giocatori, del resto, erano felici di tanto trasporto e si prestavano volentieri a foto e autografi arrivando, addirittura, a fermarsi a scambiare qualche battuta con loro, perdendosi nell’oblio e nell’estasi dei loro sostenitori.
Tutto procedeva come sempre finché un generoso e intraprendente personaggio, Sergio Cragnotti che negli anni a venire scriverà la storia della società, nel 1997 decise di far “traslocare” il tutto nel nuovo Centro sportivo di Formello, un comune situato alle porte di Roma.Potrebbe interessarti
Pioli a Firenze: fine della corsa per l’ex Lazio? Cosa bolle in pentola per i viola?
Lazio-Cagliari, i probabili 11: Sarri e Pisacane pronti alla battaglia all’Olimpico.
Lazio-Cagliari, Pisacane: “Vogliono fare bella figura anche senza i big. Ma il modulo è un rebus!”
Dia pronto a brillare: “Voglio più minuti e gol per spingere la Lazio alla vittoria!”
L’aria inebriante che si respirava tutto intorno rendeva di Formello l’idea di un’isola felice fino a quando all’orizzonte non cominciarono a mostrarsi minacciose le prime nubi nere che pian piano offuscarono il mondo incantato di tutti coloro che seguivano da vicino la squadra. Il crack finanziario, il rischio fallimento, Ugo Longo e infine Claudio Lotito… Il patron romano incapace di qualsiasi contatto con il popolo biancoceleste, sempre pronto a tuonare contro chiunque potesse osteggiarne il cammino, nel corso degli anni ha perso quello che sarebbe dovuto essere il suo punto di forza: i tifosi. Mai un sorriso, mai una mano allungata verso quel popolo che aveva contribuito per anni a far si che si potesse vivere quella favola. Tutti si rendono conto della cattiva gestione che si sta perpetrando, tutti tranne lui. Lui a dispetto dei santi, resta imperterrito al comando e procede spedito nella sua opera di distruzione.
Ora i campi sono ancora là ma non sorridono più. La densa coltre di nubi nere continua a opprimere quell’isola sorridente e felice e all’orizzonte non si vedono scorci di sole. In pochi ancora vive una flebile fiammella di speranza di veder tornare a splendere il sole come quando la favola ebbe inizio.
Eppure non può piovere per sempre…

