La ‘rivoluzione copernicana’ di ADL: “Altro che Lotito, il Carpi e il Frosinone…”

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Intervistato dal quotidiano La Stampa, Aurelio De Laurentiis ha parlato della sfida scudetto di domani sera allo Stadium tra il suo Napoli e la Juventus di Max Allegri, ma non solo.

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Il patron azzurro si è soffermato anche sul momento attuale del nostro calcio, sottolineando ciò che a suo parere proprio non funziona: “Sarebbe ora di cambiare le leggi che governano il calcio per adeguarci ai principali tornei europei– ha detto – Non c’è un progetto, una vision, ogni anno si fa partire il Barnum senza guardare al futuro. Il problema non è non far partecipare il Carpi o il Frosinone alla serie A, come dice Lotito, ma avviare una vera e propria rivoluzione copernicana. Dove ora ci sono Barcellona, Real è Bayern una volta c’erano Milan, Inter e Juventus. Vede come ci siamo ridotti? Dobbiamo batterci per recuperare il tempo perduto. Con chi farei la rivoluzione? Andrea Agnelli: è preparato e ha tutto l’interesse a migliorare le sorti del calcio. Anche con i Della Valle c’è molta sintonia e Urbano Cairo sa fare impresa. I proprietari di Inter e Roma invece sono all’estero: oggi magari parli con un loro manager, bravissimo ma che domani può non esserci più. La Federazione? Non ha imparato nulla dal caso Parma, continua a non saper tutelare i bravi. In Lega anche oggi litigheremo sul tema dei diritti tv e intanto aspettiamo di sapere come andrà a finire il caso Antitrust, che vede coinvolte Mediaset, Infront e Sky. Io dico: stabiliamo un business plan e poi scegliamo gli uomini. Tre cose da fare? Cambiare la legge Melandri sui diritti tv. Poi scriverne una nuova sugli stadi, tre paginette senza tutti i vincoli attuali. Infine, adottare una nuova tipologia di campionato internazionale a venti squadre, insieme a quello nazionale, autogestito e commercializzato in proprio, attraverso una propria piattaforma. Mettendo insieme le due cose, potremmo arrivare ad un fatturato vicino ai 10 miliardi. Chi metterei a capo del calcio? Non le do un nome ma l’identikit: italiano, laureato negli Usa, così non fa brutte figure con la lingua quando deve parlare ad una platea internazionale, e che conosca a menadito il modo di fare impresa. Koulibaly? Gli ho spiegato perché lo hanno insultato a Roma dandogli un bacio a fine partita, come facevo la scorsa stagione quando veniva criticato“.

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29 Ottobre 2025 - 20:00 — Ultima alle 20:00