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Se prima eravamo in tanti a cantare Lazio alè…

E’ ormai acclarato, che le componenti negative che spingono il popolo laziale a non frequentare lo stadio sono ormai troppe. Dati evidenti e così inequivocabili, non possono esser più nascosti con spiegazioni errate o troppo generiche da parte degli addetti ai lavori. Con l’ultima partita giocata all’Olimpico contro il Verona infatti si è potuto registrare un vertiginoso calo del tifo laziale.

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Gli spettatori presenti per la 25esima di campionato erano 9 mila e questa ennesima assenza quasi totale deve far riflettere e non poco chi, fino ad ora, ha finto di non sapere cosa stiano passando i tifosi della Lazio. Vero è che per la gara contro i gialloblu era stata comminata una squalifica ai danni dei settori: curva nord, distinti nord (est ed ovest). Ma questo non va ad inficiare su quanto appena detto sul calo spettatori perché, questo abbassamento dei paganti avviene ormai da inizio stagione ed i motivi sono molteplici: calciomercato estivo fallimentare, eliminazione nei preliminari di Champions League, le barriere divisorie in curva, una squadra che non ha mai convinto per voglia e determinazione, collezionando alcune figuracce purtroppo incancellabili dalla mente dei tifosi. L’ultima squalifica, con ricorso respinto, inflitta dal giudice sportivo per i cori discriminatori ha evidenziato ancor di più quanto si stia (come detto anche dal mister Pioli) facendo di tutto per allontanare il tifo dagli spalti dell’Olimpico. I numeri non mentono mai, e paragonando questi dati che accentuano il declino del popolo laziale, alle presenze della stagione scorsa, tutto appare più chiaro.

Senza barriere, con buone scelte di mercato e una squadra che buttava il cuore oltre l’ostacolo i tifosi hanno sempre presenziato lo stadio facendo registrare una media di 33.511 spettatori, mentre in questa stagione la media è ferma a 20.042 tifosi. Anche il dato degli abbonati nelle due stagioni a confronto rende ben visibile la differenza e se nel primo anno di Pioli le tessere sottoscritte erano pari a 17.400, in questo campionato la Lazio (salvo contestazione) avrebbe potuto contare sui “soli” 13800 abbonati. Non sono tantomeno paragonabili gli ultimi due Lazio-Verona giocati tra le mura amiche, visto che nelle ali dell’entusiasmo dello scorso anno e con l’assenza di ogni problema sopraccitato, i tifosi il 22 marzo 2015 si presentarono in 40.134, mentre dopo solo 11 mesi si è dovuto assistere a un desolante spettacolo di uno stadio con 9.000 spettatori. Tutto questo deriva quasi totalmente dal “genocidio” attuato dal presidente Lotito nei confronti del popolo laziale, che da sempre è la forza motrice di questa società. Se questa società, avesse come obbiettivo primario un roseo avvenire, tornerebbe immediatamente sui suoi passi, capendo che tutto o quasi dipende dall’entusiasmo che i tifosi emanano ogni domenica e che il loro sostegno può essere l’ago della bilancia (vedi la scorsa stagione). Ma tutto ciò con questa società siamo stati abituati, negli anni, a sperarlo più che a viverlo, ma nonostante tutti questi anni avversi il laziale non ha mai allentato la presa, essendo sempre vigile su qualsiasi accadimento non andasse per il verso giusto e per storia e tradizione ci sentiamo di poter assicurare che così sarà anche in futuro, nonostante ora il cielo biancoceleste sia oscurato da tante nubi, “dietro ogni nuvola, per quanto sia nera, c’è sempre un raggio di sole”.

Alessio Allegrucci

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