“Secondo me per risolvere i problemi in casa dobbiamo comprare un kebab.“
“Un kebab… un panino?“
“No, proprio un kebab… una torre di carne che la mettiamo in un angolo, che gira 24 ore su 24 e tu ti tagli quello che vuoi…“
Ci abbiamo messo sei mesi ma alla fine ci dobbiamo arrendere all’evidenza. Alla Lazio non basta qualcosa per migliorare, bisogna entrare e comprare tutto il kebab, il macchinario con la carne dentro. La squadra, alla fine avevano ragione, è difficilmente migliorabile. Difficile migliorare una roba del genere, da che parte vuoi cominciare? Dai palloni persi a centrocampo che mandano direttamente in porta Ciofani, che per fortuna una volta ci grazia e le altre due Konko si trasforma in Jackie Chan, una roba che un anno fa in Paideia avrebbero dovuto tutti cancellare le ferie per un anno e invece eccolo lì, il francese che piace a pochi perché ricorda a tutti che chi sfotte con malignità i giocatori della Lazio fa sempre la fine del fesso.
Ti chiedo scusa se la Lazio non è più la stessa, di tanti anni fa: leggo il giornale, c’è Papa Francesco e il Frosinone in Serie A.Potrebbe interessarti
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Ma il futuro a volte regala sorprese inaspettate. La squadra è diventata facilmente migliorabile, finalmente non ci si dovrà angustiare per capire cosa fare. Un difensore centrale, un regista, un centravanti. E’ sin troppo facile capire cosa manca: secondo Brian Clough questi erano gli elementi che facevano la spina dorsale di una squadra, come lo stecco dello Shish Kebab, come lo chiamano in Inghilterra, diceva testualmente. Noi, non ci vergogniamo a dirlo, dopo ieri sera abbiamo cercato la consolazione dello street food, come lo chiamano oggi (le zozzerie, come le chiamava mamma). E quando il kebabbaro ci ha chiesto:
“Panino?“
Abbiamo risposto: “Per ora sì: semmai giovedì ripasso per la torre…“
Fabio Belli

