Inquietanti retroscena emergono sull’omicidio di Luca Varani, il ragazzo brutalmente ucciso sabato 5 Marzo a Roma. Marco Prato e Manuel Foffo, fautori omicidii e spietati, che hanno avuto il ruolo di interpreti in questo horror dove droghe e alcool diventano sempre più “componenti ingestibili della movida notturna”, si stanno scontrando su più fronti.
L’interrogatorio avvenuto a Regina Coeli, dal Gip Riccardo Amoroso, ha confermato la loro distinta e differente posizione circa lo svolgimento dei fatti, che ha poi convalidato i fermi ma senza contestare la premeditazione.
“Solo perché volevamo uccidere per vedere che effetto faceva“
Riecheggia raggelando tutti la frase pronunciata dai due subito dopo essere stati catturati. Luca Varani, 23enne è stato adescato, torturato e trucidato in modo bestiale a colpi di martello. Non ha avuto modo di reagire ne di chiamare aiuto in quanto gli erano state recise le corde vocali per non farlo gridare, dopo averlo stordito con una mistura di farmaci e metadone. Il festino maledetto nel quale si trovava, in un appartamento al Collatino, est di Roma, il malcapitato era sostanzialmente un appuntamento al buio con la morte. Nel mirino dei due studenti infatti erano entrate altre 22 persone che hanno rischiato di fare la fine di Varani. In totale, 23 messaggi identici sono stati inviati dai telefonini di Manuel Foffo e di Marco Prato ad altrettanti ragazzi per invitarli all’appuntamento con la morte nell’appartamento al Collatino: solo Luca ha risposto.