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Ballotta: “Lazio, ci vuole programmazione: decidere gli obiettivi per il futuro e, di conseguenza, l’allenatore”

L’ex portiere biancoceleste Marco Ballotta è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio, nella trasmissione “I Laziali Sono Qua“, per parlare di Lazio con tre giornate ancora da giocare di un finale di stagione che non sembra riservare grandi emozioni all’orizzonte per i biancazzurri.

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A Genova non ho visto male la Lazio. Forse la squadra ha fatto meno bene rispetto alla prime due partite della gestione Inzaghi, ma la determinazione mi è sembrata quella dei momenti migliori. Il fatto è che il cambio di allenatore non può far cambiare dal giorno alla notte l’atteggiamento tenuto per una stagione intera: manca la personalità e la squadra ha dimostrato di averne poca durante tutto l’anno. Gli alti e bassi sono stati costanti per tutto l’anno e non sono una componente che si può imputare esclusivamente al tecnico. Per centrare gli obiettivi ci vuole un altro tipo di mentalità, quanto accaduto quest’anno deve servire assolutamente da lezione per il futuro.

Per la prossima stagione, giusto dare fiducia a Simone Inzaghi o puntare su un allenatore più esperto? “Ci vuole programmazione: quando la società decide cosa fare, quale campionato si può disputare e con quali ambizioni, allora la scelta dell’allenatore deve essere conseguente. A seconda di quello che vuoi fare puoi scegliere anche il tecnico. Inzaghi può andare bene, l’importante è che ci sia chiarezza su quello che si vuole fare. Come ripeto alla Lazio servono innesti di esperienza e soprattutto di carattere, una squadra che sappia reagire alle avversità come non è quasi mai accaduto quest’anno. Probabilmente bisognava intervenire durante il mercato invernale, investimenti mirati che potessero per lo meno garantire l’obiettivo dell’ingresso in Europa.

Domenica Lazio-Inter potrebbe essere una partita poco stimolante per entrambe le squadre. “Anche l’Inter è una squadra che ha fatto molta fatica a trovare la giusta continuità. Mancini si è trovato a cambiare spessissimo formazione e questo probabilmente ha impedito alla squadra di trovare una precisa identità, un gioco. Sicuramente l’esperienza di quest’anno avrà permesso al tecnico nerazzurro di capire su chi contare, crescendo ancora con due-tre inserimenti di qualità sul mercato.

Un’ultima riflessione sulla favola del Leicester in Inghilterra. “Sto seguendo questa vicenda come tutti gli appassionati di sport. E’ incredibile come questo club sia riuscito a combattere le squadre inglesi che sono in prima fila per la creazione di una SuperLega. E’ una storia che fa molto bene al calcio: il Leicester ha un po’ le caratteristiche di Ranieri, non molla mai su ogni pallone. Sono giocatori che uniti valgono di più, il classico caso in cui l’insieme totale è superiore alla somma delle singole parti.

Fabio Belli

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