I figli o il lavoro. E’ il bivio davanti al quale si trovano spesso le donne italiane, che, spesso a causa di servizi che non sostengono adeguatamente la maternità, fanno più fatica a conciliare la realizzazione professionale con quella personale: e così su 10 persone inattive tra 25 e 54 anni, quasi quattro sono mamme. I calcoli, che confermano con la statistica un problema sotto gli occhi di tutti, sono della Fondazione studi consulenti del Lavoro e cadono proprio in concomitanza con la Festa della mamma.
Lo scenario italiano, ricorda lo studio, è già di per sé sfavorevole per chi nasce donna: i dati Eurostat ci posizionano all’ultimo posto nell’Ue a 13 con il 54% del tasso di attività, con il differenziale più alto fra maschi e femmine (-20%).Potrebbe interessarti
Niente acquisti, solo cessioni: la nuova realtà dei grandi club europei
Lazio, l’ultimo disperato salvataggio di Lotito: Sarri è la scialuppa di salvezza!
Chi è Wesley França? Il nuovo romanista ha un tatuaggio che sembra fatto apposta…
Lazio, affare lampo con l’Udinese: preso il nuovo talento albanese!
Svantaggio nello svantaggio è poi quello di coloro che vivono nel Mezzogiorno, dove la percentuale delle mamme inattive sale al 56,7%. I motivi per i quali le donne madri rinunciano al lavoro emergono da un questionario Istat: a domanda precisa, il 47,6% delle mamme dichiara di essere inattiva per motivi familiari. Avere un figlio minore, ovviamente, pesa ancora di più e infatti la quota sale al 53,4%. Discorso analogo si può fare in merito alla cosiddetta sottoccupazione. Nel part-time, per esempio è la soluzione individuata da tante donne, che quindi si rassegnano a rinunciare a una parte della propria realizzazione professionale per seguire i figli: in Italia il 7,5% è occupato part-time, contro il 33,5% delle donne. Fra queste, le mamme occupate part-time raggiungono la quota del 37%. Ancora una volta, infatti, sono i motivi familiari quelli che spingono a diminuire l’orario di lavoro: raggiungono il 43,9% per le mamme che hanno figli minori, contro il 15,6% di quelle che hanno ragazzi ormai grandi.

