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ACCADDE OGGI – Carl Lewis, il figlio del vento

L’1 luglio 1961 a Birmingham, in Alabama, nel profondo sud degli USA, nasceva Carlton Frederick Lewis. I suoi genitori, William ed Evelyn, erano entrambi atleti tanto che facevano parte della squadra universitaria della locale Tuskegee. La mamma addirittura gareggiò alle Olimpiadi del 1952 di Helsinki negli 80 metri ad ostacoli.

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Nel 1963 la famiglia si trasferì a Wellingbro, nel New Jersey, e William ed Evelyn fondarono un Club di atletica leggera. Non avendo una baby-sitter a cui affidare il piccolo Carl, i genitori lo portavano al Club e mentre si allenavano lo lasciavano giocare nella fossa di sabbia della pedana del salto in lungo. Gli inizi della carriera sportiva furono difficili ma la stoffa c’era doveva solo crescere fisicamente. A 14 anni divenne il miglior saltatore in lungo dello stato del New Jersey e grazie ai successi raggiunti il ragazzo iniziava a fare gola a molte università; Lewis scelse la Houston University, spinto dalla presenza di un famoso allenatore di atletica, Tom Tellez. Come dichiarato dallo stesso Carl gran parte dei grandi risultati conseguiti sono stati merito della loro collaborazione.

Nel 1980 si svolsero le Olimpiadi di Mosca: a 18 anni Lewis era riuscito a qualificarsi come componente della 4×100 statunitensi ma dovette rimandare il suo sogno vista la decisione del presidente Jimmy Carter di boicottare i giochi. Ma la ribalta mondiale era vicina e Carl si fece trovare pronto conquistando ai Campionati del Mondo di Helsinki nel 1983 tre medaglie d’oro e diventando per tutti l’erede di Jesse Owens. A 48 anni dalle Olimpiadi di Berlino del 1936 e dal record dello stesso Owens alle Olimpiadi di Los Angeles disputate l’anno dopo eguaglia il primato di vincere quattro medaglie d’oro nelle discipline simbolo dell’atletica: 100 metri, 200 metri, salto in lungo e staffetta 4 per 100. Da quel momento in poi Carl Lewis, come Owens, divenne per tutti il figlio del vento”. Lewis divenne un personaggio popolarissimo, un classico “self made man” ma lo show business non lo distrasse più di tanto visto che continuava a raccogliere successi e record. Nessuno sembrava essere alla sua altezza, nessuno tranne Ben Johnson. I due si sfidarono nella finale dei 100 metri alle Olimpiadi di Seul 1988, gara che passò alla storia per lo scandalo doping. Lewis corse in 9’92 ma il canadese Johnson trionfò con il tempo di 9’78. Sembrava dovesse essere l’inizio del declino per Lewis, nonostante la conquista della medaglia d’oro nel lungo e l’argento nei 200 metri. Alcuni giorni dopo Ben Johnson venne però squalificato per uso di droghe e a Lewis venne assegnata anche la medaglia d’oro dei 100 metri.

A 30 anni compiuti, nel 1991, ai Mondiali di Tokyo Lewis partecipò a due gare destinate a restare nella storia dello sport. Nella finale dei 100 metri il figlio del vento mise tutti alle spalle giungendo al traguardo con il nuovo record del mondo in 9’86 (i record di Ben Johnson vennero cancellati dalla IAAF). Nel salto in lungo sia Carl che il connazionale Mike Powell furono protagonisti di una gara incredibile in cui il record più longevo dell’atletica leggera, quello del 1968 del mitico Bob Beamon di 8 metri e 90 centimetri venne superato dopo una serie di salti superiori agli 8,80 m. Al termine della gara ad avere la meglio fu Powell che portò il nuovo record a 8,95.

Nel 1992 Lewis difese per la terza volta il suo titolo nel salto in lungo ai Giochi Olimpici di Barcellona, dove riesce a conquistare un altro oro con la vittoria nella 4×100 USA. Quattro anni dopo, nel 1996 ad Atlanta, a 35 anni suonati Lewis è ancora una volta in pedana nella finale del salto in lungo. A dodici anni dal suo primo successo olimpico nessuno crede in una sua nuova impresa. Prima del sesto e ultimo salto non si trovava nemmeno in zona podio ma, all’ultimo salto della sua carriera, fra lo stupore e il giubilo generale King Carl balzò al primo posto conquistando la quarta medaglia d’oro olimpica consecutiva nel salto in lungo. Da quel giorno si dedicò alle sue fondazioni benefiche (ben quattro), alla sua linea di moda e alla sua innata passione: la recitazione. Il suo palmares finale alle Olimpiadi recita: 9 medaglie d’oro e 1 medaglia d’argento conquistate in 4 diverse edizioni.

 

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