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Biancoceleste come la maglia dell’Argentina, la Nazionale del suo paese, che guidò alla conquista dell’Oro Olimpico del 2004. Biancoceleste come la maglia del Marsiglia, l’ultima squadra allenata da Bielsa e lasciata in malo modo. Ora, dopo che la Lazio ha ufficializzato il suo arrivo si potrebbe dire che il bianco e il celeste sono i colori del destino per il “Loco”. Ma sarebbe un errore imperdonabile dimenticare il rosso e il nero del Newell’s Old Boys. La squadra di Rosario, la sua città (che gli ha già intitolato lo stadio), la squadra che ha sempre amato e tifato, che guidò portandola a vincere il Campionato Argentino e a un passo dalla Coppa Libertadores, persa in finale. Come gli successe nel 2011 sulla panchina dell’Athletic Bilbao, squadra che oltre al nero dei calzoncini al rosso della maglia affianca il bianco, condotto alle finali di Europa League e Coppa del Re, ma entrambe perse. La prima contro il Barcellona del suo allievo più fedele, Pep Guardiola, e la seconda contro uno dei tanti suoi ex giocatori che lo adorano, Diego Simeone. Una stagione di una bellezza indimenticabile: mai come allora (forse solo l’Olanda del 1974) vittoria e sconfitta finirono solo per diventare un piccolo dettaglio di tutta quella storia.

