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Tra i volontari del dopo terremoto anche Andrew Howe

Tutti lo conosciamo come grande campione di Atletica e come grande tifoso biancoceleste ma sono poche le persone che lo conoscono per il suo impegno civile. Andrew Howe, plurimedagliato azzurro, è uno dei volontari che stanno lavorando per il devastante terremoto di Amatrice, nel reatino, e nei comuni limitrofi. Il conto delle vittime è per ora di poco inferiore alle 300 unità, una strage incredibile. E mai come in questo momento servono anche gli esempi dei campioni per poter sensibilizzare un Paese che deve restare attorno alle proprie vittime e cercare di aiutare i superstiti in tutti i modi.

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Come raccontato dalla Gazzetta dello Sport dopo l’anno e mezzo passato ad allenarsi a Goteborg, Andrew Howe, è tornato a Rieti. Al momento del sisma si trovava nella sua casa e la terribile catastrofe lo ha spinto a rendersi utile entrando a far parte della macchina degli aiuti a favore dei terremotati. Terremoto che lo stesso Howe ha sentito distintamente vivendo al terzo piano: “Per lo spavento sono sceso in strada, mi sono sentito impotente, ho provato a mantenere il sangue freddo ma ho pensato subito al peggio”. Una volta resosi conto di ciò che è successo ad Amatrice, Andrew, si è subito dato da fare: “Chissà quante volte ho mangiato l’amatriciana all’hotel Roma”, racconta. Sul suo impegno a favore dei terremotati risponde: “Non ho fatto nulla di speciale, ho soltanto contribuito con acqua, generi alimentari e vestiti per aiutare queste persone sfortunate. Sono cosi vicino a quelle zone che è come se fosse successo a me”. Da due giorni presta la sua opera al punto di raccolta dei beni di prima necessità, impacchetta e carica scatoloni sui camion diretti nelle zone terremotate. Inoltre ha regalato diversi indumenti della Nazionale, comprese t-shirt, tute, giacche. Ieri mattina è stato all’ospedale per donare il sangue come gran parte dei suoi concittadini: “I ragazzi sono stati eccezionali, a scavare sono andati tanti miei amici, tra cui la squadra locale di rugby. Qui a Rieti, a riempire i camion c’era anche la squadra di basket”. A distanza di giorni ancora si verificano scosse di assestamento e la paura è tanta, come trapela dalla voce dello stesso: “Sono sempre sul chi va là, sempre con la tensione che possa verificarsi un altro terremoto. Io che vivo in un palazzo antico, in centro storico, ho ancora più timore”. Infine, al termine dell’intervista un appello accorato alle Autorità:Adesso tutta l’Italia li piange, ma mi auguro che tra un anno nessuno si dimentichi di loro. E’ l’appello che lancio al governo: non abbandonate Amatrice, Accumoli e Arquata!.

 

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