Il 3 settembre 2001 si è spento a Roma dopo una lunga malattia Ferruccio Amendola. Nato a Torino il 22 luglio 1930 ma romano d’adozione, Amendola è stato il doppiatore più famoso e celebrato del cinema italiano. Ha prestato la sua voce a mostri sacri del cinema come Robert De Niro, Al Pacino, Dustin Hoffman e Sylvester Stallone, nonché a Bill Cosby nella serie tv “I Robinson” e agli italiani Maurizio Arena e Tomas Milian.
Figlio d’arte e con una nonna insegnante di dizione ha iniziato a frequentare le sale di doppiaggio ad appena cinque anni, quando diede la sua voce al bambino di “Roma città aperta”.Potrebbe interessarti
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Nel 1959 ha lavorato ne “La grande guerra” di Monicelli. Tra i film interpretati vale la pena ricordare “La banda del buco”, “Marinai in coperta”, “Viaggio di nozze all’italiana” e “Chissà perché…capitano tutte a me”. Ma, nonostante la sua lunga carriera cinematografica, Ferruccio Amendola è diventato un volto noto in tv soprattutto grazie alle fiction (“Storie d’amore e d’amicizia”, “Quei trentasei gradini”, “Little Roma”, “Pronto Soccorso”). Si è speso inoltre in campagne pubblicitarie a scopo benefico come quella del 1996 per Greenpeace e, negli ultimi mesi di vita, a favore della Giornata dei diritti dell’infanzia.
Ferruccio Amendola è rimasto nei cuori di tutti per il timbro della sua voce, prestata a tutti i grandi di Hollywood degli ultimi decenni: Dustin Hoffman, Sylvester Stallone, Robert De Niro, Al Pacino. Senza la voce inconfondibile del grande Ferruccio sarebbero stati comunque dei miti ma forse molto diversi: meno umani, meno “caldi”, meno sfaccettati. Tutte caratteristiche che potevano trasparire solo dalla voce di Amendola. Era sposato con Rita Savagnone, anche lei doppiatrice, da cui ha avuto tre figli: Claudio, Federico e Silvia.

