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Lombardi: “Ricorderò l’esordio di Bergamo per sempre. La sfida di sabato? Siamo la Lazio, dobbiamo vincere…”

Cristiano Lombardi è la personificazione del “Vivere un sogno chiamato Lazio“. Tutta la trafila fino all’esordio in A con tanto di gol e vittoria (come Giordano e Di Vaio). Per la serie “m’illumino d’immenso“. Ha ripagato nel migliore dei modi la fiducia che da sempre il suo mentore Inzaghi nutre in lui. Ora è pronto per la seconda occasione. Prima di iniziare la seduta pomeridiana di allenamento, Cristiano Lombardi è intervenuto in diretta ai microfoni di Lazio Style Channel e Lazio Style Radio. Ecco le sue parole:

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IL PESCARA –Per sabato l’imperativo vincere, stiamo lavorando molto, oggi abbiamo una doppia seduta ma il mister ci ha concesso il lunedì liberi, un giorno di riposo per noi cambia molto, sicuramente ci faremo trovare pronti perché stiamo lavorando duro. Oddo è un allenatore che ha dato un’impronta alla squadra, il Pescara gioca, corre molto, è una rosa giovane e vola sulle ali dell’entusiasmo, sarà una sfida aperta ma noi abbiamo l’imperativo di vincere, siamo la Lazio e la partita la dobbiamo fare noi.”.

LA NOTTE MAGICA DI BERGAMO –  “La gara di Bergamo la ricordo positivamente, è stata una notte magica, un esordio inaspettato, ho trovato anche la rete, la vittoria, è stato tutto perfetto. Quest’estate non avrei mai immaginato di fare parte del gruppo. La dedica a mio fratello? Da quanto sono entrato in questo mondo ogni cosa è dedicata lui, non c’è nulla di strano, così come fa la mia famiglia, che mi ha seguito sempre, soprattutto mio padre. La mia famiglia mi ha sempre seguito, mio padre mi ha portato ovunque fino a che non ho preso la patente, sono contenti che sto vicino casa, mi stanno più vicino. A Viterbo sono stati tutti contenti, me lo hanno dimostrato dopo Bergamo perché parlavano di me, niente di assillante, è una cittadina piccola e ci consociamo tutti, non sono il vip della situazione ma un ragazzo semplice sempre disponibile a parlare con tutti. Dell’esordio a Bergamo ero interessato alla prestazione per far vedere che non ero sbadato, che ho delle qualità e che potevo starci. Lo volevo dimostrare anche a me stesso, è stato importante perché non nascondo che avevo timore passare dalle serie cadette alla massima, in più mettiamoci un campo ostico come quello di Bergamo, non ero fiducioso in me stesso. Ma poi Lucas e Parolo mi hanno fatto trovare la fiducia per affrontare la partita nel modo giusto ed è andata bene”.

L’INIZIO STAGIONE DELLA LAZIO – Con l’Atalanta e la Juve abbiamo avuto un approccio importante. Ripartiamo dal pareggio con il Chievo e sabato ci faremo trovare pronti.  Dopo le prime tre giornate non si può dire che stiamo facendo male, abbiamo 4 punti ma abbiamo incontrato la Juve, poche squadre riusciranno a raccogliere punti contro i bianconeri. Nessuno può negare che l’approccio con il Chievo sia stato come quello delle prime due partite. Faceva caldissimo e il campo non era in condizioni ottimali, non sono delle scusanti ma siamo alla terza giornata, è presto per le critiche, stiamo dando molto e stiamo seguendo i dettami di gioco di mister Inzaghi. Ogni partita va analizzata individualmente. A Bergamo abbiamo subito tre golo dopo un primo tempo dove stavamo dominando, non dovrebbe accadere ma c’è stato un rilassamento mentale che alla prima giornata può succedere. Inoltre c’erano tante novità, come la mia presenza, non è stata una situazione facile da gestire. Con la Juve avevamo speso tanto per tenerla bloccata sullo 0 a 0, loro hanno avuto una sola occasione, anzi, se l’è inventata khedira. Quello non è un discorso di concentrazione. Nel nostro gioco spendiamo molto. Con il Chievo abbiamo subito il gol da palla inattiva, ci abbiamo lavorato molto in settimana ma miglioreremo. Il Chievo giocava in casa e aveva tanto entusiasmo, sono stati molto cattivi sulle palle da fermo nelle due fasi, hanno tre centrali che sono dei saltatori di ottimo livello. La classifica la vedo indefinita, da questo inizio, dietro la Juve, ci sono la Roma e il Napoli ma non hanno impressionato nessuno, forse i partenopei hanno fatto vedere qualcosina in più ma hanno giocato contro il Palermo, una squadra che deve trovare ancora la sua quadratura. La Juve fa campionato a se, è una macchina schiacciasassi, contro il Sassuolo, una costruita bene, nei primi 30 minuti è stata devastante, la squadra di Di Francesco sembrava una squadretta appena salita. Mese per mese si vedrà come sarà definita la classifica.

IL RUOLO – In questi due anni in prestito non sempre ho giocato con il 4-3-3, ho giocato con il centrocampo a 4 e ad Ancora ho fatto il quinto di destra. Per noi giovani, pur di giocare, fai qualsiasi cosa ti viene chiesto, giochi dove ti viene richiesto. Ci facevamo trovare sempre pronti. In questi due anni ho trovato la mia duttilità. Mi ispiro a Candreva, ho avuto la fortuna e l’onere di allenarmi con lui, è uno dei top in Europa, sono riuscito a rubargli qualcosa. A chi mi paragono? Non lo so, a nessuno perché lascio parlare gli altri.Come esterno sono diverso da Keita con il quale ho giocato anche in Primavera. Lui è tecnicamente più portato per saltare l’uomo e le difese. Io spazio nelle due fasi di gioco, è la mia caratteristica, in questi due ho incrementato la qualità, cerco la profondità e di giocarmi 1vs 1 con il difensore.

IL SUO MENTOREInzaghi mi ha cresciuto, dagli Allievi è stato il mio mentore nella crescita calcistica. Cerco di mettere sempre tutto l’impegno possibile per ritagliarmi degli spazi, lui è un allenatore che ha coraggio e non ha problemi a inserire un giovane, se vede che ci alleniamo bene e ci ritroviamo nei sui schemi non si fa spaventare. Mi voleva a gennaio 2015 nella primavera ma per me tornare nel settore giovanile dai professionisti rappresentava un piccolo passo indietro. Non mi sono mai arreso e non volevo farlo allora. È stata una scelta non positiva perché da gennaio in poi ho collezionato solo due presenze, ma positive o negative che siano le esperienze fanno crescere. L’esordio con la Lazio è stato fatto nel modo giusto ora vediamo cosa succederà. Il numero 25 è legato agli anni che aveva mio fratello quando è scomparso. Quando ero a Trapani giocavo con l’ 87, anno di nascita di mio fratelli, ma visto che era di Candreva non mi è parso il caso. Mi sento con molti ragazzi ex Primavera, con Filippini abbiamo un rapporto speciale, ma anche con Pollace, Silvagni e Paterni. Il senso di appartenenza ti fa dare qualcosa in più. Chi è cresciuto nel settore giovanile e vive un’opportunità importante, quando ti ritrovi in campo, è successo a me a Bergamo, cerchi di dare il massimo finché i muscoli non ti fanno male e guardi il mister dicendogli che sei arrivato. Poi lui farà le sue scelteL’esperienza è fondamentale, i senatori fanno una parte importante anche per i giovane, nella Lazio siamo tanti giovani, per il futuro molti di noi saranno qui e si creerà un gruppo sempre più forte con la voglia di competere sempre di più.

 

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