MUSICA – Renato Zero, il signore dei sorcini

PUBBLICITA

Ultime News

Lazio, giochi di mercato: quel giocatore aspetta solo il via libera della dirigenza!

#Calciomercato #Lazio: Brian Madjo potrebbe essere il futuro biancoceleste....

Lazio, coreografia da brividi in arrivo: pronti a stupire e sferzare il Cagliari!

#Lazio #Olimpico #EmozioniBiancocelesti: Una notte per ricordare Vincenzo Paparelli...

Insigne sogna di rincontrare Sarri: ritorno alla Lazio? Ecco come stanno davvero le cose!

#Calciomercato #Lazio #Insigne: il sogno biancoceleste è ancora vivo!...
Serie A — Dashboard
Classifica, prossimi e ultimi risultati, in un’unica card.
2025/26Live

Il 30 settembre 1950 nasceva a Roma Renato Zero, vero nome Renato Fiacchini. Figlio di Ada Pica, infermiera, e di Domenico, poliziotto marchigiano, vive la sua adolescenza nella borgata della Montagnola. Frequenta le scuole fino alla terza media, poi l’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione Roberto Rossellini, abbandonata al terzo anno per dedicarsi al canto, alla danza, alla musica e alla recitazione.

Sin da giovane inizia a travestirsi e ad esibirsi in locali romani. “Sei uno zero” è una delle frasi che si sente ripetere spesso e per questo assume il nome d’arte di Renato Zero. Il suo primo contratto arriva a 14 anni al Ciak di Roma, per 500 lire al giorno. Durante una delle tante serate trascorse al Piper, famoso locale notturno romano, viene notato da Don Lurio. Subito dopo inizia a lavorare nel gruppo di ballo “I Collettoni”, gruppo che in uno show serale fa da supporto a una giovanissima Rita Pavone. Registra poi alcuni caroselli. In questi stessi anni instaura una bella amicizia con Loredana Berté e Mia Martini.

Nel 1965 Renato Zero incide i suoi primi brani (“Tu”, “Sì”, “Il deserto”, “La solitudine”) che non verranno mai pubblicati.

Potrebbe interessarti

Leggi di più suNon solo Lazio
Nel 1967, prodotto da Gianni Boncompagni, pubblica il suo primo 45 giri: “Non basta sai/In mezzo ai guai”. Lavora anche a teatro nel musical “Orfeo 9”, al cinema come comparsa in alcuni film di Federico Fellini (“Satyricon” e “Casanova”) e, inoltre, fa parte del cast della versione italiana del musical “Hair”, assieme anche a Loredana Berté e Teo Teocoli. Nei primi anni settanta caratterizzato da cipria, lustrini e paillettes, Renato propone il suo personaggio provocatorio ed alternativo. Zero racconta la sua figura in brani come “Mi vendo” e, in genere, l’intero album Zerofobia, da “Morire qui” a “La trappola”, da “L’ambulanza” a “Il cielo”. Nel disco c’è anche una cover in italiano di “Dreamer” dei Supertramp: “Sgualdrina”. Successivamente con Zerolandia scrive pezzi come “Triangolo”, “Fermo posta” e “Sbattiamoci”, che si fondono e si completano con messaggi anti-aborto, che erano già presenti anche nei primi album (“Sogni nel buio”), anti-droga (“La tua idea”, “Non passerà”, “Uomo no” e “L’altra bianca”) e contro il sesso troppo facile (“Sesso o esse”).

La sua personalità cattura un pubblico numeroso: i cosiddetti “sorcini”, termine che ha sostituito quello originario di “zerofolli”. Il termine sarebbe nato nel 1980 a Viareggio quando mentre si spostava in auto assediato dai fan che gli sfrecciavano intorno con i motorini, disse: “Sembrano tanti sorci“. Nel 1981 dedica ai suoi fan il brano “I figli della topa”, inserito nell’album “Artide Antartide” e tenendo fede a ciò che aveva scritto nel brano, l’anno dopo, organizzò le “Sorciadi”, partecipando personalmente alla premiazione dei vincitori.

Nelle sue composizioni più recenti si alternano temi sociali (“Stai bene lì”, “Radio o non radio”, “Dal mare”) e spirituali-esistenziali (“Immi ruah”, “La vita è un dono”). Nella sua lunga carriera Renato Zero registra oltre 30 album in studio.

Ultime Notizie
3 Novembre 2025 - 18:38 — Ultima alle 18:38