«L’espressione “giallorosso ebreo” ha la finalità di deridere la squadra avversaria ed è ricollegabile allo storico antagonismo» tra le due formazioni della Capitale. Questa la motivazione con la quale Alessandro Pasquazzi e Fabrizio Pomponi sono stati prosciolti con la formula «perché il fatto non sussiste» dal gip di Roma Ezio Damizia. I due tifosi laziali erano stati sorpresi in Curva Nord mentre intonavano un coro con dentro le due parole incriminate. L’accusa era quella di diffondere odio razziale.
RIPRESI DALLE IMMAGINI DELLE TELECAMERE
I due giovani sono stati difesi dagli avvocati Massimiliano Capuzi ed Emiliano Ferrazza. A inchiodarli erano state le immagini riprese durante la partita Lazio-Catania del 30 marzo del 2013. Le riprese mostravano i due incitare il resto della Curva nord a cantare «Giallorosso ebreo, Roma va a caga’». Osservate le immagini la Digos li aveva identificati e denunciati. Durante la perquisizione in casa del Pomponi erano stati trovati una maglietta raffigurante il Duce, un manifesto del terrorista dei Nar Alessandro Alibrandi e un manganello retrattile. Nulla invece a casa dell’altro tifoso. Per entrambi dopo le indagini la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio.
LA CONCLUSIONE DEL GIP
Il gip però non ha accolto la tesi dell’accusa.Potrebbe interessarti
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L’INTERVENTO DELLA COMUNITA’ EBRAICA
Come riportato da Roma.corriere.it la sentenza è stata pronunciata il 15 dicembre. Le motivazioni invece sono state pubblicate solo in questi giorni. In vista dei due derby di Coppa Italia è prevedibile che il verdetto abbia ripercussioni sui cori delle curve. Le ragioni del gip potrebbero sdoganare il ricorso ad altre espressioni irriguardose. I tifosi di Lazio e Roma le potrebbero ritenere scriminate grazie alla formula «storico antagonismo tra le squadre della Capitale». Inoltre l’assoluzione dei due tifosi laziali non è andata giù alla Comunità ebraica. La quale, indignata, ha subito chiamato Coni, Csm, Federcalcio e il Ministro della Giustizia.

