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Matuzalem show: prima attacca Baronio, poi sminuisce Totti

E’ stato uno dei centrocampisti più forti dell’era Lotito. Parliamo di Francelino Matuzalem che qualche anno fa fece le fortune della Lazio di Delio Rossi.

IL PUGNO A JIMENEZ

Matuzalem è intervenuto su Radio Incontro Olympia per raccontarsi: “Mi sono calmato con gli anni, sono diventato più maturo. Nella mia carriera ho fatto cose belle, ma avrei potuto fare di più. Potevo essere più tranquillo dentro e fuori dal campo. Non si può tornare indietro, sto cercando di trasmettere queste cose a mio figlio”. Sul suo pugno a Jimenez in un Lazio Cesena: “Tutta colpa delle tv (ride, ndr). Per fortuna in categoria non ci sono le telecamere. Jimenez cercò di darmi una gomitata, non mi prese, io reagì con un pugno e glielo diedi bene. Mi è dispiaciuto tanto perché stavo giocando su alti livelli, poi mi diedero 3 giornate di squalifica. Gesto esagerato? Quando arrivai al Napoli in serie B mi spaventai perché vedevo di tutto in campo. Però ho imparato molto da quell’esperienza”.

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LA POLEMICA CON BARONIO

Matuzaelm torna sul tackle che costrinse Brocchi a lasciare il calcio: “Non ho nulla da nascondere. Nel calcio ho pochi amici ma con Brocchi non ho mai avuto problemi né prima né dopo. E’ un bravo ragazzo. Dopo la partita l’ho chiamato per chiedergli come stava, lui mi rispose che non c’erano problemi. Il problema ci fu con quell’ex giocatore della Lazio, Baronio che scrisse su twitter quella stronzata. Divenne titolare in quel periodo in cui Ledesma e Pandev erano fuori rosa. Io e Lichtsteiner chiedemmo alla società di reintegrare quei giocatori. Forse per questo motivo mi prese in antipatia. Nello spogliatoio non mi ha mai detto nulla, ma al computer ha fatto il coatto. Con Brocchi non ho problemi. Mi spiace si sia fatto male dove si era già infortunato, ma non volevo fargli male”.

Sui rapporti con gli ex compagni: “Sento ancora Foggia e Sculli. Alla Lazio andavo d’accordo con tutti, specialmente con Dias, Biava e Rocchi. Con Baronio non avevo problemi, ma non si era creato un rapporto tra di noi perché lui pensava dovesse andar via e non aveva legato con nessuno inizialmente. Mi piacerebbe sentirlo per chiarire, ma da parte mia non c’è nessun rancore. Penso solo alla mia famiglia”. 

NESTA LAZIALISSIMO

Su Nesta che l’ha allenato al Miami: “E’ una parte della storia della Lazio. Quando io arrivai in Italia era lui il capitano dei biancocelesti. Con lui ho parlato della Lazio: è dispiaciuto per com’è andato via ma lui è tifosissimo laziale. Io ero emozionato di essere allenato da un campione del mondo come lui. Ha fatto bene a scegliere una squadra così lontana per allenare. Liverani per esempio non era pronto per il Genoa, aveva bisogno di fare gavetta. Nesta ha tutto per allenare in Italia in futuro”.

TOTTI, BAGGIO E KLOSE

Su Baggio con cui ha giocato al Brescia: “Ho avuto la fortuna di giocare con lui. Mi ha dato tanti consigli, magari lo avessi ascoltato. E’ stato l’ultimo grande numero 10 italiano. Totti è un ottimo giocatore ma non un fenomeno. Ha fatto la storia della Roma, ma non c’è paragone con Baggio. Così come Del Piero. Il più forte con cui ho giocato alla Lazio? Klose. Mi ha impressionato perché nonostante l’età faceva ancora la differenza”.

IL RITORNO IN ITALIA

Sulla sua nuova esperienza al Monterosi: “Ho scelto di tornare in Italia per stare vicino a mio figlio. Dopo Miami volevo smettere ma lui mi ha chiesto di giocare con lui. Lui sta nel settore giovanile ma spero che faccia bene per arrivare in prima squadra. Lo consiglio sempre perché gioca nel mio stesso ruolo. Lui è meno tecnico, rende meglio da difensore.

Si impegna al massimo, vuole arrivare. Può fare una buona carriera. Lui ha iniziato nelle giovanili della Lazio, ma ho capito che era meglio che andasse da un’altra parte… Volevo che camminasse con le sue gambe e non che giocasse alla Lazio perché è mio figlio. Mi hanno chiamato da Verona per fargli fare un provino, ma io ho rifiutato. Se è bravo arriverà comunque”. Sul futuro: “Carriera da ds? No, sono tutti esauriti (ride, ndr). Mi piacerebbe allenare i ragazzini. Ora penso a salire in Lega Pro col Monterosi”. 

Fabrizio Piepoli

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