Da Raiola a Calenda, da Donnarumma a Keita. Club in ostaggio dei procuratori

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E’ di poco fa la notizia che Donnarumma non rinnoverà il contratto in scadenza con il Milan. Un nuovo eclatante caso in cui i club sono ostaggio delle vergognose pretese avanzate dai procuratori

RAIOLA DONNARUMMA COME CALENDA KEITA

18 anni e rifiutare un ingaggio di 4.5 milioni l’anno. A questo patetico punto di non ritorno è arrivato il calcio moderno. Un ragazzino sconosciuto fino ad un anno e mezzo fa che non ha riconoscenza verso il club che lo ha reso un calciatore vero. 18 anni e pretendere, quando hai ancora tutto da dimostrare in campo. Dopo aver baciato la maglia, Donnarumma si è preso gioco dei suoi tifosi. E alla Lazio qualcosa di simile sta accadendo con Keita. Un altro calciatore che fa le bizze e fa di tutto per andare via. Sia chiaro: ogni calciatore deve pensare alla propiria carriera e scegliere ciò che è meglio per lui. Nessuno lo mette in dubbio. Ma il teatrino dei procuratori è altamente patetico.

RAIOLA E CALENDA, GIOCHI DI POTERE

Che Raiola fosse un mago nelle trattative era risaèuto da parecchi anni. Come è risaputa la sua speculazione nei rinnovi contrattuali. Dopotutto c’è da pensare alle commissioni da prendere. Si è arrivati al punto in cui un calciatore va dove decide il suo procuratore. Senza possibilità di scelta. I club sono in totale balia di questi personaggi che fanno disinnamorare i tifosi. E’ lontano anni luce quell’anno in cui i tifosi laziali bloccarono il passaggio di Signori al Parma, scendendo in piazza. Quello era un calcio pieno di passione, dove i soldi non contavano quanto ora. Ad oggi il Dio denaro rende poco riflessivi e niente romantici. Eppure, per citarne uno, Buffon scese in B con la Juventus. Ma oggi, a 18 anni si pretendono 7 milioni.

Ridatemi il calcio di una volta, ridatemi la passione per il pallone.

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