Riparte “Dalla scuola allo stadio“, il tour della Lazio nelle scuole di Roma e provincia. Quest’oggi è toccato all’Istituto Comprensivo ‘Giorgio Perlasca‘, dove hanno presenziato Murgia, Wallace e Felipe Anderson, accompagnati dal team manager Manzini. Queste le loro parole in risposta alle domande degli studenti.
MANZINI – “Siamo noi che ringraziamo voi. I giocatori riversano il campo il vostro entusiasmo. Se faremo qualcosa di buono nelle prossime partite sarà anche grazie a voi”.
FELIPE ANDERSON – “Invidia o rabbia per un compagno? Questa domanda è tua (ride, ndr)? Difficile dire di non avere mai avuto rabbia, anche quando un compagno sbaglia. Ma può succedere a tutti, anche a me. Non bisogna arrabbiarsi in campo. Invidia no, grazie a Dio, mai avuto invidia di un compagno. Stiamo facendo tutti bene, compreso me, voglio bene ai miei compagni. A scuola ero bravissimo, la saggezza è la cosa più importante e che nessuno può toglierti. A scuola uno impara a comportarsi fuori, i professori vanno ascoltati, insegnano cose fondamentali per la vita. A volte non riusciamo a dormire, perché la partita va male e non siamo riusciti a fare bene. Ma dobbiamo guardare avanti e pensare al futuro. Il mio idolo? Ronaldo il fenomeno. Cosa provo a stare alla Lazio? È Bello, ormai è la quinta stagione. Ogni anno è stato diverso, ora è l’anno che stiamo sognando di più. Siamo lì, le cose vanno bene, siamo uniti, sono felice e spero di raggiungere i nostri obiettivi stagionali”
MURGIA – “Se è difficile cambiare squadra? Sono felice e contento di essere qui, non so se penserò mai di andare in un’altra squadra.Potrebbe interessarti
WALLACE – “Abbiamo rispetto degli avversari. Poi però dobbiamo fare del nostro meglio in campo. Difficile per un calciatore povero arrivare a certi livelli? Per noi è difficile, abbiamo iniziato da poveri, non è mai facile anche solo raggiungere il campo. Non avevamo soldi per il biglietto del treno o dell’autobus. Devi avere fortuna, devi dimostrare di avere qualità, qualcuno ti deve vedere e credere in te. Abbiamo fatto di tutto per arrivare fino a qui e ora non dobbiamo fermarci ma migliorare ancora. A scuola andavo benino, volevo sempre giocare con gli amici. I professori mi dicevano sempre ‘Walllaaace, devi stare attentoooo’. Comunque quello che studiamo è quello che ci portiamo dietro per tutta la vita. Senza scuola è tanto difficile, soprattutto in Brasile. Bisogna studiare e imparare”.
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