Lazio Salisburgo dalla Tribuna Tevere, un racconto pieno di emozioni, ansia, paura e tanta tanta gioia. Il diario di bordo della sfida di Europa League
Il racconto di Lazio Salisburgo dalla Tribuna Tevere, finalmente piena e compatta. Ore 19.55 ero già seduto in Tevere dopo una giornata di lavoro, dopo il viaggio in metro A, tram e tratto a piedi che mi ha portato all’Olimpico. A quell’ora lo stadio era ancora poco colorato ed in lontanaza si vededano i tifosi austriaci. Si saluta l’amico che, casualmente o no, ritrovo sempre quando decido di accomodarmi in Tevere. E’ un po’ un amuleto, incontrando lui vittoria in Supercoppa ad agosto, contro il Milan 4-1 ed ieri sera. Ore 20.30 lo stadio è pieno e accanto a me ci sono padri e figli uniti dalla stessa passione: la LAZIO. Vola Olimpia in maniera perfetta ed è buon segno. Sale la tensione, entrano le squadre, si canta l’inno e FORZA LAZIO CARICA!
SI INIZIA, TRA GIOIE E DOLORI
Pronti via e gol di Lulic, la Tevere esplode ma nessuno capisce chi abbia segnato. Piccolo giro di consultazioni e si capisce che il gol siglato è del capitano. Bene così, la gente sorride ed è speranzosa. Poi sale in cattedra l’arbitro e fioccano gli insulti. Rigore per il Salisburgo: “Oh ma che te fischi“, “Ma quale rigore”, ed ecco il pareggio. Prosegue il match e l’arbitro è sempre più insultato e beccato dalla Tribuna: “Mi sembra Lazio Fenerbache” qualcuno commenta e non ha tutti i torti. Si va al riposo leggermente incavolati.
LA SOFFERENZA E IL POKER SERVITO
“Il tacco di Parolo“, “Che gol ha fatto Marco?” e si va sul 2-1 e riprende la speranza, “Ma bisogna farne un altro” qualcun altro grida.Potrebbe interessarti
Marco Corsini


