SERIE B in crisi. Non c’è pace per il calcio italiano. Non ci sono soldi e senza di questi non c’è pace. Al termine di una stagione che ha visto il record di penalizzazioni e squalifiche per violazioni amministrative (stipendi e contributi non pagati) siamo di nuovo a fare l’elenco delle società per cui la dead line del 30 giugno per presentare la domanda di iscrizione è un muro invalicabile. Ora però i problemi di solvibilità non riguardano più solo società di Serie C ma anche di Serie B.
SERIE B IN CRISI
Un campionato da immaginare. Come non bastassero i guai giudiziari che hanno investito Palermo e Foggia sono venuti a galla i guai finanziari di Cesena e Bari. Il club di Lugaresi è praticamente spacciato. L’Agenzia delle Entrate gli ha di nuovo negato un accordo per la ristrutturazione del debito e a meno che non intervenga qualcuno è impossibile che tra 48 ore riesca a presentare la domanda di iscrizione. Molto più facile che si avvii la pratica del fallimento e si cominci a pensare ad un nuovo Cesena che riparta dalla Serie D. A conferma di ciò questa mattina è arrivata anche la comunicazione ufficiale, via Pec: terza bocciatura. Sta meglio, ma non troppo, il Bari. Giancaspro ha pagato gli stipendi di marzo, aprile e maggio, ma entro sabato deve dimostrare di aver pagato ritenute e contributi, quota di partecipazione al campionato e fideiussione. Mancherebbero un paio di milioni, sarà una corsa contro il tempo. Se non dovesse farcela, avrebbe un’altra scadenza utile a luglio, ma scatterebbe subito una penalizzazione.
SISTEMA DA CAMBIARE
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