šMONDIALI 2018 Veron esprime un suo pensiero riguardo a quella che è stata la sconfitta della sua nazionale contro la Francia che è costata il mondiale
MONDIALI 2018 Veron: “La disfatta mondiale era prevedibile”, si esprime cosi l’ex giocatore di Inter e Lazio riguardo a quella che è stata la sconfitta della sua nazionale contro la Francia che è costata il mondiale. Non è stato senz’altro un mondiale eccezionale quello della squadra di Sampaoli rispetto alle aspettative iniziali, una delusione mondiale che senz’altro ha coinvolto anche calciatori che in passato hanno onorato alla grande la maglia. Uno di questi è Juan Sebastian Veron, attuale presidente dell’Estudiantes.
L’argentino ai microfoni del Clarin manifesta la sua delusione pronunciando queste parole. “La disfatta era prevedibile visto ciò che è successo. L’ultima partita ci ha illuso di potercela fare con qualche sporadico segnale, ma la Francia ha sempre dato la sensazione di avere la partita in mano senza alcun problema”.
L’ex giocatore della Lazio propone una possibile soluzione per i problemi della sua nazionale. “Guardando al futuro, dobbiamo iniziare a creare definitivamente un progetto serio. Cominciare a lavorare da subito per il prossimo Mondiale e la Copa America del prossimo anno può aiutare. Sarebbe bello farlo già con i ragazzi che in prospettiva, tra quattro anni, potranno arrivare al top per quell’appuntamento. Questo passaggio sarà fondamentale”.
Veron conclude l’argomento nazionale esprimendosi cosi. “Inoltre, bisogna dare più importanza alla coesione di una squadra. Non dovremmo dipendere da una singola persona, dalla stella, da colui che può salvarci. Il successo deriva da tutti . Questo è fondamentale. È un lavoro che deve essere fatto e sostenuto nel tempo. Al di là di quest’ultimo Mondiale, la Germania ha vinto tanto perché negli anni ha creato un percorso, un’idea, e preferisco ora avere i loro problemi piuttosto che dipendere da qualcuno ‘che ci salvi’. Dobbiamo capire, una volta per tutte, che il calcio è uno sport di squadra e non il frutto dell’estro di un solo giocatore”.
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