LAZIO Diaconale felice per la coreografia della Nord. Il portavoce biancoceleste sottolinea infatti come quest’ultima abbia contribuito a colmare la distanza tra tifosi e società.
LAZIO Diaconale felice per la coreografia della Nord. Questo l’omaggio nel consueto editoriale pubblicato sul proprio profilo Facebook:
“I tifosi della Curva Nord hanno creato una tradizione di scenografie di altissimo livello che non solo resiste nel tempo ma che si arricchisce e migliora ogni anno di più.
La settimana scorsa questa tradizione ha avuto un’impennata che non può essere ignorata.Potrebbe interessarti
Questo premio deve essere fornito dalla società e dalla squadra biancoceleste con l’impegno ad andare avanti sul percorso di crescita che viene seguito con tanta determinazione ormai da parecchi anni. Nel calcio, si sa, non si può vincere o stravincere sempre. Ma se la volontà di onorare la maglia ed i propri tifosi continua ad esserci e diventa il tratto distintivo della Lazio dell’avvio del terzo millennio, è certo che gli artefici dell’ultima grande prova d’arte e di quelle precedenti della Curva Nord la debbono considerare come un premio alla loro genialità e passione. Per troppo tempo c’è stata distanza e separazione tra società e tifoseria.
Ora, però, quell’aquila di luce va considerata il segno che la distanza è stata finalmente colmata. Questo non significa che i tifosi si sono appiattiti sulla società o che è avvenuto il contrario. La tifoseria laziale non è fideistica ma dialettica e sa bene che il ruolo della società deve essere diverso da quello dei sostenitori e viceversa. La distanza colmata significa invece che si è ritrovata una unità di intenti in nome di nuove speranze e più grandi ambizioni.
Si cammina fianco a fianco, dunque. Per un’aquila sempre più grande e brillante. Alla faccia di chi cerca di ricreare le vecchie divisioni, magari diffondendo l’infamante sospetto che i tifosi laziali stanno perseguitando la mamma di Nicolò Zaniolo (a cui va un augurio di pronta guarigione) arrivando addirittura a depredarne l’automobile. Gli artisti, infatti, non perseguitano. Creano!”.

