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LAZIO Luis Alberto: “Il mio futuro? E’ alla Lazio. Voglio lo Scudetto”

LAZIO Luis Alberto parla del periodo passato, della carriera, dell’arrivo in biancoceleste e del sogno Scudetto

LAZIO Luis Alberto si è lasciato intervistare dal giornalista di ‘Onda Cero’ attraverso il canale ufficiale ‘El Transistor’ parlando della Lazio della quarantena:

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“Dopo aver disputato la partita con il Bologna mi sono recato ad Andalusa con il mio fisioterapista per delle cure, lì c’è la mia famiglia, poi sono tornato subito a Roma, ma loro non sono tornati subito, così ho passato un mese qui da solo. Però mi è andata bene, perché ho la residenza in Italia e quindi mi hanno potuto raggiungere. Gli hanno controllato la temperatura, così ora stanno qui con me e mi tocca pure fare la spesa per tutti. L’Italia in questo momento si trova più avanti rispetto alla Spagna, credo che già a fine mese potremo iniziare ad allenarci, ovviamente non ancora tutti insieme, in piccoli gruppi. Ho la sensazione che piano piano stia finendo tutto, qui a Roma siamo più tranquilli, mentre al Nord è più grave. 

Campionato: “Cambiano sempre data e decisione. Però penso vogliano iniziare verso l’inizio di giugno, però non è possibile dare già un giorno specifico. Dipende tutto da cose si evolverà questo virus, anche se la cosa più importante che passi il prima possibile. Io voglio finire il campionato, sarebbe giusto sia per chi sta in alto ma anche per chi sta in basso. Non lo dico perché siamo secondi”.

Carriera

“Ho tardato nel fare il salto di qualità, l’avrei già dovuto fare da giovane, quando stavo al Siviglia non ero molto maturo, anche se non ho avuto molte chance. Mentre quando sono passato al Liverpool arrivavo dalla Serie B spagnolo, ho avuto un impatto diverso. Però sono riuscito ad adattarmi e mi allenavo sempre con intensità. A Malaga invece ho iniziato bene il pre campionato, però al Deportivo nell’anno successivo è andata benissimo, mi sentivo fiducioso. Mi divertivo molto e poi è arrivata la pubalgia. Però il vero salto di qualità l’ho fatto con la Lazio, questo è un grandissimo club. Quando sono arrivato non mi conosceva nessuno, specialmente all’inizio, ma era tutta colpa mia. Venivo sì dal Liverpool, ma non avevo mai giocato, mi allenavo e basta. Ho incontrato Campillo e ho cambiato totalmente mentalità. Iniziai a giocare di più e da lì è cambiato tutto, avere un mental coach per un giocatore giovane è davvero importante”.

Rinnovo: “Ho sempre ribadito che il Siviglia è casa mia e un giorno mi piacerebbe tornare, però il mio futuro è alla Lazio, è praticamente impossibile. Siamo a buon punto per il rinnovo, sono fiducioso, presto sarà ufficiale, ma prima bisognerà aspettare che termini il Coronavirus”.

Supercoppa: “E’ stato tutto molto strano, ho fatto il primo gol, ma è anche quello che ho festeggiato di meno. I nostri tifosi non c’erano e lì continuavano a urlare solo per Ronaldo. Non avevamo la rivalità e l’opportunità di esultare con la gente. La mia famiglia ovviamente era lì con me, però non è la stessa cosa, non mi ha dato la stessa adrenalina. Avrei preferito farlo in casa della Juventus, non mi è piaciuto”.

“Felipe Anderson era diverso, aveva una qualità non comune, anche Milinkovic è molto forte a livello qualitativo. Però quello che mi sta sorprendendo è Correa, lo conoscevo già dai tempi di Siviglia. Ho parlato con Immobile del Siviglia, ha detto che si è trovato bene, gli è piaciuta la città, il club, tutto, però davanti a lui c’era Gameiro ed era complicato. Ora l’importante è che stia con noi e che continui a segnare 35-40 gol a stagione”.

“Un saluto a tutti i laziali, speriamo passi tutto subito. Ci vediamo presto all’Olimpico per festeggiare qualcosa di bello con la Lazio. Venire alla Lazio è stata la miglior decisione che abbia preso. Con i tifosi della Roma non ho avuto mai nessun problema, qui le due squadre sono molto rivali più di Siviglia-Betis. Con i nostri tifosi che ci elogiano in campo siamo 12 invece che 11. E’ stato bello trasformare i fischi in applausi”.

“Sono sempre insieme a Jony da quando è arrivato qui. E’ facile giocare con Milinkovic. A Ciro ho chiesto un orologio se dovesse raggiungere i 37 gol, anche a Correa, d’altronde gli fornisco sempre degli assist”.

Obbiettivi: “Sono contento nonostante l’Europeo che sarebbe potuto essere il mio momento. Continuo a giocare come so e cerco di vincere la Serie A. Dobbiamo credere nello scudetto. Non dobbiamo dimenticare il nostro obbiettivo principale ovvero la Champions, però non si può neanche negare l’evidenza, siamo in lotta per lo scudetto”.

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