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La protesta provocatoria del Congo in Coppa d’Africa: pistola simulata alla tempia durante l’inno

I giocatori della Nazionale congolese hanno portato a termine una protesta eclatante prima della storica semifinale contro la Costa d’Avorio. Hanno coperto le loro bocche con una mano e con l’altra mano hanno simulato il canotto di un’arma, tutto per denunciare la “crisi umanitaria più grave del mondo”, come definita dall’Organizzazione per le migrazioni.

Il palcoscenico internazionale più visibile e d’impatto è stato scelto dai giocatori della Nazionale della Repubblica Democratica del Congo per la loro protesta. Durante il loro inno nazionale, poco prima della semifinale di Coppa d’Africa contro la Costa d’Avorio, hanno coperto le loro bocche con una mano e con l’altra hanno simulato il canotto di una pistola. Questo gesto simbolico è stato un forte grido contro le violenze e le atrocità attualmente in corso nel Congo orientale, una delle nazioni più colpite dalle guerre civili.

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Dopo che la Nigeria con Oshimen ha ottenuto un posto nella finale della Coppa d’Africa 2024, battendo il Sudafrica in una partita folle che ha avuto un finale rocambolesco risolto solo ai rigori, è stato il turno della Costa d’Avorio e della Repubblica Democratica del Congo. Con la Costa d’Avorio indiscutibilmente favorita per l’ultimo posto in finale, sostenuta dal proprio pubblico, e la Repubblica Democratica del Congo come fuori programma che ha raggiunto un traguardo storico a modo suo.

Nonostante fosse una gara apparentemente impari, i giocatori del Congo la meritavano dopo un’ottima fase iniziale e un percorso che li aveva visti tra le quattro migliori squadre calcistiche del continente. Così, tutta la squadra, con il supporto della panchina, dello staff tecnico e dell’allenatore francese Sébastien Desabre, ha deciso di sfruttare la visibilità dell’evento per denunciare ciò che sta lacerando il loro Paese: la guerra civile tra l’esercito e i ribelli dell’M23, che ha causato migliaia di morti e costruito gran parte della popolazione a lasciare le proprie case.

Dal 2023, si è verificata una feroce escalation di violenza, in particolare nella parte orientale del Paese: il numero di sfollati interni nella Repubblica Democratica del Congo è rapidamente arrivato ai record di quasi sette milioni di persone negli ultimi mesi. Questa situazione estrema ha spinto anche l’Organizzazione internazionale per le migrazioni a denunciare: “A causa dei conflitti e dell’aumento delle violenze”, come scritto in uno dei loro recenti comunicati, “il Paese sta affrontando una delle crisi umanitarie più gravi del mondo”. Pertanto, la protesta silenziosa ma assordante dei giocatori della Nazionale.

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