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Eriksson allo Stadio Olimpico domenica sera. Non è sicuro ma la Lazio ci spera

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Sven Goran Eriksson, ex allenatore della Lazio, ha parlato ai microfoni di Tv Play accennando anche alla sua possibile presenza allo Stadio Olimpico domenica sera durante Lazio Sassuolo, ultima gara di campionato di Serie A.

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Durante la sua intervista, il mister svedese ha parlato con entusiasmo delle sue esperienze e dei successi ottenuti con la Lazio.

Se sarò a Roma domenica? Penso di sì, però non ho deciso al 100% ancora. Quasi sicuramente verrò e penso che sarà anche una grande partita dal punto di vista dello spettacolo. Quando ero alla Lazio mi svegliavo felice tutte le mattine, ero contento di andare al lavoro. Quella squadra non era forte, ma fortissima. Avevamo tutti campioni che giocavano nelle loro rispettive nazionali. Abbiamo vinto in modo speciale e per qualche anno siamo stati tra i migliori d’Europa. Si poteva vincere uno scudetto in più, come quello perso contro il Milan l’anno prima. Dovevamo vincerlo, ma abbiamo comunque ottenuto tanti altri successi.”

I Successi della Lazio e la Gestione del Gruppo

Il mister svedese continua affermando che “Io ero bravo a creare il gruppo forte e unito, dove tutti volevano vincere insieme. Gestire i grandi giocatori non è facile, sono tutti molto differenti tra loro, e l’importante è parlare la loro “lingua”, farsi accettare e capire. Questo perché ogni ragazzo ha un temperamento diverso. In quella Lazio ogni singolo calciatore voleva vincere. Si lavorava bene, era un gruppo forte, non avevo problemi a gestire la rosa. Se avessero voluto, avrebbero potuto fare un grande casino. Nessuno però lo faceva perché volevano la stessa cosa: vincere. E quindi accettavano di essere in panchina o di essere sostituiti, sapendo di non poter giocare tutti contemporaneamente. Le cose andavano bene anche per questo motivo.”

Pensieri Sull’Inghilterra e La Sua Malattia

L’ex allenatore ha poi riflettuto sul suo periodo come ct dell’Inghilterra e sulla sua recente diagnosi di malattia: “Quando ero ct dell’Inghilterra ogni tanto ci pensavo: ‘Ho fatto bene o male a lasciare la Lazio? Ma l’Inghilterra era una nazionale di grande prestigio. Il lavoro da ct è totalmente differente; in Nazionale hai poco tempo, nel club sei tutti i giorni coi calciatori. Ho visto la Lazio ieri, e quando guardo le partite penso ancora come un allenatore, mi piace osservare i sistemi di gioco. Per quanto riguarda la mia malattia, avevo cominciato un nuovo lavoro in Svezia come ds, dopo una settimana c’è stata la diagnosi. Dovevo smettere di lavorare per curarmi. Hanno cominciato a circolare speculazioni sul mio conto, sul perché avessi smesso. Così ho fatto un’intervista in radio e ho parlato della mia malattia, un tumore che non si può curare. È stato meglio così, ho interrotto le possibili domande. Pazienza. Voglio vivere tanto tempo ancora, ci proverò, vediamo. Sto abbastanza bene…”


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