Il calcio, si sa, è uno sport in cui la vendetta è un piatto che si serve su un campo in erba.
E così, mentre Simone Inzaghi guidava i suoi giocatori contro il Como, osservava con attenzione anche la gara tra Napoli e Cagliari.
Quanti rimpianti per Simoncino, vedendo tutti quei napoletani esultare, con un pensiero rivolto ai tifosi biancocelesti, divertiti all’idea di aver rovinato al loro ex mister un match point scudetto all’ultimo minuto.
Quel 6-0 non è stato dimenticato dall’ambiente Lazio, e nemmeno l’esultanza di Inzaghi all’ultimo gol. Ma, nonostante quella sonora sconfitta, Pedro ha osservato, riflettuto e preso appunti. È così che, mesi dopo, ti ritrovi a giocarti lo scudetto in casa, contro il tuo passato.
E chi è il mattatore? Pedrito. L’uomo che ora merita un monumento nel quartiere Vomero e tante belle statuine nei vicoli di Spaccanapoli.
Inzaghi, che si aspettava una festa, ma si è ritrovato a una cena di gala dove il piatto forte era la vendetta. La Lazio ha restituito quel 6-0 con un colpo ancora più duro: lo scudetto negato.
Chissà se ieri sera il nostro caro (e forse non del tutto sincero) ex innamorato mister ha ripensato a quanto il calcio, a volte, possa essere poetico e spietato.