Il rimpianto che tormenta un ex campione: Kike Acuña e l’occasione persa con la Lazio #calcio #storiacalcio #rimpianti
Immaginate di avere un’opportunità che potrebbe cambiare la vostra carriera, firmare con una grande squadra come la Lazio, solo per vederla sfumare a causa di uno scandalo. È esattamente ciò che è accaduto a Jorge “Kike” Acuña, il centrocampista cileno, che a distanza di quasi due decenni ancora rimugina su quel “quasi” trasferimento del 2006. Una storia di rimpianti e scelte difficili che affascina per il suo mix di destino e decisioni personali.
Acuña, all’epoca al Feyenoord, aveva già un precontratto con la Lazio, pronto a fare il salto in Serie A. Ma lo scoppio di Calciopoli, lo scandalo che sconvolse il calcio italiano, mise tutto in discussione. Paura e incertezza lo portarono a rinunciare, un momento che lui stesso ha rivissuto in un’intervista del 2020. “Avevo firmato con la Lazio, ero entusiasta. La Serie A era un campionato ideale per me. Ma poi scoppiò Calciopoli, e la Lazio rischiava la retrocessione. Non volevo arrivare in Italia per lottare per salire in A. Così decisi di non partire. E sapete com’è andata? Una settimana dopo retrocesse solo la Juventus”. Questa frase rivela il suo rammarico profondo, mostrando come una decisione presa per cautela si sia trasformata in un “e se?” eterno, specialmente sapendo che solo un’altra squadra è finita in B.
Oggi, con gli scarpini appesi al chiodo, Acuña si è reinventato come allenatore in Cile e non esita a tornare su quell’episodio. In una recente chiacchierata, ha espresso con chiarezza quanto quel no gli pesi ancora, sottolineando come la Lazio rappresentasse una vetrina ideale per il suo stile di gioco. “Mi dispiace non aver giocato in Italia. Ho annullato il mio precontratto con la Lazio, e me ne pento. Credo che per il mio stile sarebbe stato un passo perfetto. La Lazio è una grande squadra, e per me sarebbe stata una vetrina importante”. Queste parole evidenziano il suo rimpianto non solo per l’opportunità mancata, ma anche per come quella mossa avrebbe potuto elevare la sua carriera, rendendola un capitolo indimenticabile.
Nonostante tutto, Acuña ha sempre guardato alla Lazio con ammirazione, ispirato dalla presenza passata di connazionali come Marcelo Salas, che ha valorizzato i talenti sudamericani. La sua stima per il club romano rimane intatta, anche se non ha mai indossato la maglia biancoceleste. In una riflessione più ampia, ha ammesso che la sua carriera è stata comunque ricca di successi.
“La mia carriera è stata comunque soddisfacente – ha aggiunto – ho vissuto anni bellissimi in Europa e ho vinto trofei con il Feyenoord. Ma dire di no alla Lazio è qualcosa che ancora oggi pesa”. Questa dichiarazione sottolinea la sua capacità di bilanciare gratitudine per ciò che ha ottenuto con il peso di una scelta che lo tormenta, offrendo un insight su come i calciatori vivano le occasioni perse come lezioni di vita.
Storie come quella di Acuña ricordano quanto il calcio sia fatto di momenti decisivi, dove una sola decisione può alterare il corso di una carriera. La Lazio, con il suo fascino e la sua storia, continua a essere un sogno per molti talenti internazionali, un capitolo di rimpianti che ispira riflessioni sul “se solo…”.
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