Gascoigne in difficoltà riaccende l’amore eterno dei tifosi laziali! #Gascoigne #LazioLeggende #CalcioEmozioni
Le precarie condizioni di salute di Paul Gascoigne negli ultimi giorni hanno ravvivato un legame profondo con i tifosi della Lazio, un affetto che mescola genialità calcistica e comportamenti trasgressivi, lasciando i fan incuriositi su come un’icona del passato continui a ispirare emozioni intense.
Nonostante le sue fragilità personali, un “amore eterno” – che rappresenta il legame indissolubile e appassionato tra Gascoigne e i supporter biancocelesti – ha unito e unisce ancora oggi l’ex campione ai tifosi della Lazio. Lo accolsero nel 1992 come un vero re, poco prima della sfida contro il Tottenham, affascinati da un giocatore che ricordava Giorgio Chinaglia, un’icona controversa. Tutto iniziò quando si infortunò al ginocchio a Wembley, nella finale di FA Cup tra Tottenham e Nottingham Forest. In quel momento, il presidente Calleri e il ds Regalia erano “in lacrime” – un’espressione che evidenzia la loro disperazione per un affare sfumato – e stavano per chiudere “l’affare della vita” – ovvero l’opportunità irripetibile di ingaggiare una stella del calcio. Il grave infortunio ai legamenti risaliva al maggio 1991, e i tifosi laziali attesero il suo arrivo nella stagione successiva come fosse “quella del riscatto sociale e sportivo” – un periodo visto come una rinascita sia per il club che per la squadra. Da quel momento, il trasferimento di Gascoigne accelerò rapidamente il passaggio della Lazio alla famiglia Cragnotti.
E come avrebbe potuto diventare un “idolo eterno” – un titolo che sottolinea il suo status leggendario e intramontabile – senza un gol decisivo nel derby? Lo segnò di testa, a pochi secondi dalla fine, correndo sotto la Curva Nord e piangendo “come un vitello” – una reazione che mostra la sua emotività pura e contagiosa, simile a quella dei Mondiali del ’90, quando fu ammonito in semifinale e pensò “pensate che strazio” – una frase che trasmette il suo tormento per l’eventuale squalifica che lo avrebbe escluso dalla finale. In soli tre anni, giocò 43 partite e segnò 6 gol, formando un’intesa con Zoff, nonostante le continue trasgressioni e l’amicizia “nefasta” – definita così per indicare i suoi influssi negativi sulla carriera – con Jimmy Cinquepance. Gascoigne è stato l’uomo che “ha annusato le ascelle di un arbitro” – un gesto eccentrico che esemplifica il suo carattere imprevedibile e umoristico – e ha risposto a un giornalista con un rutto, mostrando il suo lato irriverente. “Gazza è quello che si addormentava nella sua villa nel cuore del Parco di Veio stordito da patatine, ketchup e Red Bull e non riusciva ad allenarsi” – una descrizione che illustra le sue abitudini sregolate e il loro impatto sulla professionalità. Infine, si presentò nudo davanti a Dino Zoff, dicendo: «Mi hanno detto che avevi fretta e non volevo ritardare» – una battuta che rivela il suo spirito giocoso e audace, ancora oggi tramandato di padre in figlio tra i tifosi.
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