Il futuro degli stadi a Roma: Lazio verso il Flaminio, Roma su Pietralata, e l’Olimpico? #StadiRoma #CalcioItaliano #ASRoma #SSLazio
Il calcio romano è sull’orlo di una rivoluzione che potrebbe cambiare per sempre il volto della Capitale. Con progetti ambiziosi per nuovi impianti, i tifosi si interrogano su cosa accadrà ai loro stadi storici, alimentando un mix di eccitazione e incertezza. Immaginate una Roma sportiva reinventata, dove il Stadio Flaminio – l’iconico impianto progettato dai Nervi, simbolo di un’era passata – potrebbe risorgere dalle ceneri, mentre il Stadio Olimpico rischia di perdere il suo ruolo centrale.
Al centro delle attese c’è il progetto per la Lazio, che mira a riportare in vita il Stadio Flaminio dopo anni di abbandono. Con un investimento di 438,2 milioni di euro, l’idea è trasformare questo impianto in una moderna casa biancoceleste, pronta per la stagione 2029-2030. Questo piano, che coincide con le “nozze d’argento” del presidente Lotito alla guida del club – intendendo i 25 anni di leadership, un traguardo simbolico per il club –, include anche preparazioni per gli Europei del 2032. La capienza prevista è di 50.570 spettatori, sostenuta da un mix di mutui, autofinanziamenti e fondi pubblici, e la Conferenza dei Servizi a fine maggio potrebbe essere il passo decisivo per accelerare tutto, grazie al fatto che l’infrastruttura già esiste.
Nel frattempo, il progetto del nuovo stadio della Roma a Pietralata sta procedendo con un focus su sostenibilità e integrazione urbana, incorporando ampie aree verdi per armonizzarsi con la città. Tuttavia, la consegna del progetto definitivo è stata posticipata a settembre o ottobre, rendendo improbabile l’inaugurazione in tempo per il centenario del club nel 2027/28. Questo ritardo solleva domande sul ritmo dei cambiamenti, alimentando la curiosità su come la squadra giallorossa si adatterà a questa evoluzione.
Infine, rimane l’interrogativo più affascinante: cosa succederà al Stadio Olimpico, l’impianto pubblico gestito da Sport e Salute? Con entrambe le squadre romane orientate verso stadi di proprietà, questo colosso potrebbe perdere la sua anima calcistica entro cinque anni. Ipotesi variano dalla rimozione della copertura alla sua conversione in un polo multifunzionale per concerti, eventi culturali, rugby e atletica, specialmente con gli eventi del Giubileo nel 2025 all’orizzonte. Senza una visione chiara, il rischio di abbandono è reale, proprio come è accaduto ad altre strutture storiche della città, lasciando i tifosi a chiedersi se questo simbolo del calcio italiano possa reinventarsi o sparire.