Tifosi della Roma scatenano il caos nei festeggiamenti per i 98 anni: danni per migliaia di euro e commercianti infuriati! #ASRoma #FesteggiamentiRoma #TifoControverso
I festeggiamenti per i 98 anni della AS Roma, che hanno visto migliaia di tifosi attraversare il centro storico di Roma nella notte di lunedì, si sono trasformati in un’onda di disordini, lasciando dietro di sé danni per migliaia di euro e una forte delusione tra i commercianti locali. Mentre l’appello della Curva Sud per evitare bombe carta e petardi era stato parzialmente rispettato in luoghi come Piazza Navona, dove tutto è filato liscio, le vie del corteo fino a Via degli Uffici del Vicario 35 hanno raccontato una storia diversa, con adesivi, scritte sui muri, vetrine infrante, telecamere distrutte e insegne strappate.
Tra i più colpiti c’è Alfonso, titolare dell’Osteria di Via delle Coppelle, che ha espresso la sua rabbia con parole forti: “Questo non è tifo, è teppismo”. Questa frase sottolinea come, per Alfonso, il comportamento dei tifosi vada ben oltre il semplice entusiasmo sportivo, trasformandosi in atti vandalici che danneggiano il tessuto urbano e le attività commerciali. La sua osteria ha già subito costi per 300 euro per riparare l’insegna divelta e le lanterne rotte, con ulteriori spese previste, mentre di fronte a lui l’hotel Bazar è stato vittima di una vetrina rotta e del furto del battente del portone.
Molti commercianti, pur di fronte a questi vandalismi, hanno deciso di non procedere con denunce, rassegnati a un’amara realtà: “tanto non serve a niente”. Questa espressione evidenzia la frustrazione diffusa tra i proprietari, che vedono questi gesti come inutili e scoraggianti, senza alcuna speranza di ottenere giustizia o cambiamenti. La protesta si allarga anche alle comunicazioni dell’ordinanza della questura, che aveva ordinato la rimozione dei tavoli dalle 8 del mattino: i commercianti lamentano di averne saputo solo nel pomeriggio, perdendo prenotazioni e subendo un doppio colpo economico.
Altri episodi hanno coinvolto Daniele, titolare di una cartoleria, che si è ritrovato con la serranda imbrattata, e il Palazzo delle Pietre, dove le videocamere di sorveglianza sono state distrutte a bastonate. Alessandro, del ristorante Fonte Lattea, ha vissuto “solo” qualche scritta sui muri, ma ha voluto evidenziare i pericoli sottovalutati: “È stato folle far passare seimila persone in una strada così stretta. A un certo punto si è creato un imbuto, perché non è stata rimossa nessuna auto in sosta. Se qualcuno avesse spruzzato spray al peperoncino, oggi saremmo qui a contare le lapidi”. Con questa dichiarazione, Alessandro punta il dito sulla mancanza di pianificazione e sicurezza, rimarcando come un evento festivo possa trasformarsi in una potenziale tragedia, lasciando una lezione amara su come celebrare il tifo in modo responsabile. In una serata che avrebbe dovuto unire i tifosi, emerge un quadro di riflessioni necessarie per il futuro del club e della comunità.
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