Ciro Immobile è stato per anni il volto principale dell’attacco biancoceleste e della Nazionale italiana. I numeri parlano chiaro: una media paurosa da più di 20 gol a stagione, con picchi che lo hanno reso uno dei bomber più prolifici nella storia della Serie A moderna e non solo. Eppure, il trattamento riservatogli dai media è sempre stato severo.
Spesso accusato di segnare solo in Italia o di essere “dipendente” dal sistema di gioco della Lazio, Immobile ha dovuto convivere con critiche costanti nel corso della sua esperienza in biancoceleste anche nei momenti di massima forma. I rimproveri raggiungevo il loro apice nella partite della Nazione. Chissà per quale motivo, la colpa era sempre di Ciro.
Dall’altra parte c’è Valentín Castellanos. L’argentino, arrivato alla Lazio nell’estate 2023, ha chiuso la scorsa stagione con 14 gol e 5 assist (dati Transfermarkt), contribuendo in maniera importante alle sorti della squadra. Con lui in campo, la Lazio di mister Baroni ha mantenuto una media di 2,13 punti a partita; senza di lui, il dato crolla a 1 punto.
Un impatto significativo, certo, ma con una media realizzativa ben lontana da quella di Immobile. Eppure, la narrazione mediatica è stata diversa: meno pressioni, meno critiche. Castellanos stesso ha sottolineato come in Italia si sia “fissati con i numeri”, ribadendo che il valore di un attaccante si misura anche nel lavoro per la squadra e non solo nei gol segnati.

Questa differenza di trattamento apre a una riflessione: perché un attaccante con medie gol altissime come Immobile è stato spesso messo sotto la lente d’ingrandimento, mentre per un collega con numeri più bassi si tende a guardare ad altri aspetti del gioco? Una questione di aspettative, di ruolo storico, o forse semplicemente di percezione pubblica.
Quello che è certo è che, numeri alla mano, Immobile ha garantito alla Lazio una continuità realizzativa straordinaria. E che, per chi ama davvero il calcio, giudicare un attaccante dovrebbe andare oltre il semplice conto delle reti.
I giornali plasmano l’opinione pubblica, questo si sa. Ma molte volte bisognerebbe farsi un esame di conoscenza ed analizzare le singole circostante in maniera oggettiva, senza cadere in inutili pregiudizi. Sembrerebbe lampante che Ciro sia servito come capo espiatorio per molti addetti ai lavori, ma ora che tutti i nodi stanno venendo al pettine, soprattutto in ambito Nazionale italiana, bisognerebbe analizzare i veri problemi per non rischiare di ripetere gli stessi errori con qualcun altro (Retegui?).
La Lazio ha già i suoi rimpianti da dover gestire, non aggiungiamone altri.