Simonelli: “Stadi, fisco e pirateria le priorità. La Serie A deve parlare al mondo”
A sei mesi dall’elezione alla presidenza della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli traccia un primo bilancio del proprio operato. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il presidente sottolinea come la passione abbia rappresentato la leva principale che lo ha spinto ad accettare la candidatura: «Per me è la sublimazione di passione ed ego. Valuto positivamente l’inizio del mio mandato e auspico che anche i presidenti dei club condividano questa valutazione».
Simonelli individua tre ambiti prioritari su cui intervenire con urgenza per il rilancio del calcio italiano: impiantistica sportiva, fiscalità e lotta alla pirateria. «Il tema degli stadi è una vera emergenza nazionale, e va affrontato non solo in vista di Euro 2032, da qui gli sforzi del presidente della Lazio Lotito. Sul piano fiscale, servono incentivi per gli investimenti nei settori giovanili, fondamentali per riportare la Nazionale ai livelli che le competono. Infine, la pirateria rappresenta una perdita stimata in 350 milioni di euro l’anno: un danno gravissimo per l’intero sistema».
Quanto alla presenza di calciatori stranieri nel campionato, Simonelli evita ogni approccio ideologico: «Non è il numero che conta, ma la qualità.Potrebbe interessarti
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Sul versante delle proposte, il presidente della Lega anticipa l’ipotesi di disputare nel febbraio 2026 la gara di Serie A tra Milan e Como a Perth, in Australia: «La FIGC ha dato il via libera, e considerando che Gravina è vicepresidente UEFA, mi aspetto che anche Ceferin dia parere favorevole. Ho parlato anche con Infantino, che ha ascoltato con attenzione. D’altronde, San Siro non sarà disponibile a causa delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina».
Simonelli torna anche sull’idea, poi sfumata, di giocare la prima giornata del campionato all’estero, in particolare negli Stati Uniti: «Avevamo ricevuto un’offerta economica concreta. Mi auguro che si possa concretizzare in futuro: la Serie A ha bisogno di visibilità internazionale».
Infine, una riflessione sugli orari delle partite serali:
«Alle 20.45 è troppo tardi. Bisogna pensare ai giovani, il pubblico del futuro, che oggi è facilmente distratto dai social. L’orario ideale sarebbe alle 20.00».



