Lazio, Mancini non edulcora: Cataldi è un Sarri-dipendente, Isaksen delude, e Zaccagni lo stuzzica sul serio

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Analisi intrigante delle dichiarazioni di Mancini su Lazio: cosa nasconde dietro i talenti biancocelesti? #Lazio #CalcioItaliano #DAZNInterviste

Nel mondo del calcio, dove ogni parola di un esperto può accendere dibattiti, il telecronista di DAZN, Riccardo Mancini, ha condiviso riflessioni affascinanti durante un intervento su Radio Laziale. Le sue opinioni sulla preparazione estiva della squadra e sui singoli giocatori non solo offrono spunti tattici, ma suscitano curiosità su chi potrebbe emergere o inciampare in questa stagione. È come sbirciare dietro le quinte di una rosa piena di potenziali sorprese – e le sue parole, dirette e ponderate, invitano a chiedersi: chi sarà il prossimo a brillare?

Partendo da Isaksen, Mancini non nasconde le sue riserve, lasciando intravedere spazio per un’evoluzione. «Isaksen non mi ha mai esaltato. Lui è Cancellieri devono essere meno testardi e affidarsi più alla squadra e all’allenatore. Può crescere tecnicamente, penso Sarri possa lavorarci ancora. Cancellieri deve togliersi di dosso nella pesantezza che si è accumulato. Nella prima esperienza alla Lazio sembrava voler impressionare, mi sembrava molto legato al calco giovanile. A Parma mi sembra abbia capito questa cosa. Non credo che il posto di Isaksen sia così saldo. Sarri mi sembra aperto a situazioni differenti». Questa critica tagliente fa riflettere: Isaksen è davvero pronto a scalare gerarchie, o rischia di essere soppiantato?

Passando a Cataldi, il tono di Mancini si accende di ottimismo, dipingendo un quadro di crescita personale che potrebbe ispirare i tifosi. «Cataldi è molto ‘Sarrista’. A Firenze ha trovato fiducia e valore. Quando vivi nella tua bolla – quella della Lazio – rischi di essere offuscato a livello di crescita. L’anno alla Fiorentina gli ha dato maggiore consapevole. Sono convinto che possa fare belle cose. La situazione della titolarità dipende dalla mezzala. Credo che Rovella possa adattarsi a quel ruolo. Io vado un centrocampo Guendouzi-Cataldi-Rovella. Ha gamba, può imparare in fretta». Non è affascinante pensare a come un’esperienza fuori dalla “bolla” possa trasformare un giocatore in un elemento chiave?

Per Dele-Bashiru, le osservazioni di Mancini introducono un velo di incertezza, stimolando domande sul suo adattamento. «Dele-Bashiru lo vedo ancora grezzo e per il calcio di Sarri giocatori grezzi non servono. Deve lavorare tatticamente, ma anche tecnicamente. Scopre ancora troppo palla. I primi mesi sono di studio, poi magari riuscirà». Sarà in grado di affinare le sue skills in tempo per diventare un pilastro, o resterà un progetto incompiuto?

Il discorso su Zaccagni è particolarmente intrigante, con Mancini che immagina scenari tattici innovativi. «Zaccagni sulla trequarti mi intriga molto, più libero. A Verona faceva spesso il trequartista, anche se a due. Adesso fa molto bene il lavoro lungo corto sul terzino e poi viene al centro. Il suo movimento classico. Lo vedo sempre più consapevole. Sarei curioso di vederlo più libero, piuttosto in un ruolo che potrebbe diventare prevedibile». Immaginate la curiosità: Zaccagni libero di esprimersi potrebbe essere la mossa geniale che cambia le partite?

Infine, Mancini riserva parole di speranza per Castellanos e Dia, e una chance per Noslin, alimentando il dibattito su chi potrebbe guidare l’attacco. Su Castellanos e Dia: «Per me il 9 della squadra è Castellanos, perché al netto dei non tropi gol è importante per la squadra. Secondo me gli manca poco per fare l’ultimo step, può essere trascinatore. Combatte, è tecnico e sente la porta, anche se non come gli altri bomber. Però se inizia a segnare con continuità. Lo vedo più adatto al gioco di Sarri, con Dia che può fare anche l’esterno nel 4-3-3». E su Noslin: «Per me Noslin ha delle potenzialità, c’è del terreno fertile. Vediamo se con Sarri riuscirà. Io gli darei ancora una chance, lui però deve un po’ svegliarsi». Queste visioni fanno riflettere: Castellanos è a un passo dalla svolta, mentre Noslin deve “svegliarsi” – chissà se lo farà al momento giusto?

In sintesi, le parole di Mancini non solo analizzano la rosa, ma accendono l’immaginazione su possibili scenari futuri, lasciando i tifosi con più domande che risposte. Quale giocatore emergerà come protagonista? Chỉ il campo potrà dirlo.

Articolo pubblicato da Redazione Laziochannel il giorno 4 Agosto 2025 21:28

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