Un’altra battuta d’arresto, un altro campanello d’allarme. La Lazio cade al Mapei Stadium contro il Sassuolo di Fabio Grosso, che con un colpo rocambolesco porta a casa tre punti pesantissimi. È finita 1-0 per i neroverdi, in una partita che ha messo a nudo tutte le fragilità della squadra di Sarri.
Il copione è stato chiaro fin dai primi minuti: Lazio padrona del pallone ma sterile, Sassuolo pronto a colpire al momento giusto. E così è stato. L’unica vera accelerazione dei padroni di casa si è trasformata nel gol che ha deciso la gara, mentre Zaccagni e compagni hanno sprecato l’ennesima occasione per dare continuità al proprio cammino in campionato.
Un progetto che arranca
La sconfitta non è solo un episodio: è l’ennesimo passo falso di una squadra che sembra vivere di fiammate isolate. La Lazio non ha mai dato la sensazione di avere un piano B, né di saper reagire alle difficoltà. E questo è un problema che va oltre i singoli interpreti.
La panchina corta, le amnesie difensive e l’incapacità di incidere in zona gol sono limiti che si ripropongono con regolarità. Il paradosso è che Sarri continua a parlare di crescita e di costruzione, ma il campo racconta altro: lentezza, prevedibilità, e poca cattiveria agonistica.
Sassuolo, vittoria d’autore
Dall’altra parte, Fabio Grosso si prende una vittoria che vale doppio. Non solo per la classifica, ma per il messaggio mandato al campionato: il Sassuolo non è più solo una squadra votata al bel gioco, ma sa essere concreta, compatta e letale.
Lazio, ora serve una svolta
La Lazio non può permettersi di archiviare la sconfitta come un incidente di percorso. Perché di incidenti, negli ultimi mesi, ce ne sono stati troppi. La sensazione è che manchi leadership in campo, e forse anche certezze nello spogliatoio. Se l’obiettivo resta l’Europa, servirà cambiare passo immediatamente: il tempo delle attenuanti è finito.
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