Dall’Albania ai vertici del calcio: l’incredibile viaggio di Igli Tare #StorieDiCalcio #Determinazione #IgliTare
Immaginate un giovane con un sogno audace, che sfida ogni ostacolo per arrivare ai massimi livelli del calcio italiano. È la storia di Igli Tare, ex attaccante albanese diventato dirigente di successo, raccontata in un’intervista che lascia senza fiato per il mix di coraggio e sacrifici.
Tare, con una carriera da giocatore che lo ha visto indossare le maglie di Brescia, Bologna e Lazio, ha condiviso i retroscena della sua vita ai microfoni di un programma televisivo. Il suo percorso è un vero esempio di resilienza, partendo dall’Albania comunista fino ad arrivare ai vertici del calcio italiano, dove oggi ricopre un ruolo chiave.
Sin da giovanissimo, Tare non ha mai nascosto le sue ambizioni, e oggi quelle parole suonano come una profezia realizzata. “Mi dicevano che ero pazzo e non mi credevano”, ha ricordato, parlando dei dubbi dei suoi compagni quando annunciava di voler giocare in Serie A. Questo lo ha spinto a vivere secondo il suo motto personale: “Quello che per altri è la fine, per me è solo l’inizio”. Chiedetevi: quanti di noi osano sfidare le risate per inseguire un obiettivo così grande?
Negli anni ’90, la decisione di lasciare l’Albania è stata un salto nel vuoto, che Tare ha definito “la strada più lunga”. In Grecia, però, lo attendevano prove durissime, tra periodi di razzismo verso gli albanesi che lo costrinsero a ripartire da zero. Questo lo portò in Germania, dove ha ricostruito la sua carriera mattone su mattone, trasformando le difficoltà in opportunità che fanno riflettere su quanto il calcio richieda non solo talento, ma anche coraggio estremo.
Uno dei racconti più toccanti è quello del suo primo lavoro lontano dai campi: “Ho lavorato come giardiniere”, ha confessato Tare, ammettendo di aver provato imbarazzo all’inizio. “Mi coprivo, pensavo che se qualcuno mi avesse visto avrebbe detto: ‘È così che è passato da calciatore a giardiniere’”. Ma con il tempo, quel sentimento è cambiato: “Non stavo facendo nulla di male, stavo sopravvivendo e aiutando la mia famiglia”, ha spiegato. Dopo sei mesi di fatica, l’opportunità è arrivata, dimostrando come la perseveranza possa ribaltare qualsiasi situazione.
Oggi, Tare è un dirigente affermato, con un’eredità che ispira tanti nel mondo del calcio. La sua storia non è solo un racconto di successi, ma un monito per chi insegue i sogni: con sacrificio e determinazione, anche le sfide più ardue possono condurre alla vittoria.
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