Mattéo Guendouzi, centrocampista titolare della Lazio di mister Sarri, rappresenta un profilo molto particolare in mezzo al campo: non è un vero regista né un mediano puro, ma piuttosto una mezzala dinamica, che alterna fasi di rottura del gioco ad ottimi inserimenti offensivi.
Proprio per questo motivo – più di altri calciatori e, soprattutto, centrocampisti – le sue prestazioni dipendono – per la maggior parte – dal sistema tattico di gioco in cui viene immerso.
Mau starebbe pensando ad uno stravolgimento dell’assetto iniziale della squadra: il passaggio dal 4-3-3 al 4-4-2 in questo momento non sembrerebbe un’utopia. Ad essere sacrificato, quindi, sarà uno dei tre centrocampisti fino ad ora titolari indiscussi.
In tal senso, l’infortunio di Dele-Bashiru potrebbe garantire maggiore equilibrio alle gerarchiche della rosa. Senza il nigeriano nella lista della Serie A, la Lazio potrà contare su quattro calciatori per due sole posizioni da titolare (cinque, contando anche Toma Basic).
Guendouzi, per caratteristiche tecniche, non rappresenta il profilo ideale per un centrocampo a due. Tutto ciò a meno che non abbia accanto un play di livello top: la presenza al suo fianco di Nicolò Rovella risulta essere fondamentale.
Nel 4-3-3 il francese trova la sua dimensione naturale, assumendo maggiori compiti difensivi e lasciando la principale mole d’attacco sul centro-sinistra, zona fino a questo momento occupata da Dele-Bashiru.
In sintesi, il numero 8 della Lazio, per caratteristiche tecniche, è più improntato ad esprimere meglio il suo gioco in un 4-3-3, ma, se affiancato ad un mediano top, come possono essere Rovella o Cataldi, allora il centrocampo a due potrebbe rivelarsi una sua comfort zone.
Il lato da limare è quello caratteriale/disciplinare: la sua irruenza può essere un’arma se ben incanalata, ma in Serie A i cartellini arrivano facilmente.
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