UDINE – La sveglia suona alle 5.30, il tempo di una doccia, felpa della Lazio, tricolore nella valigia, sciarpa al collo e si va in stazione per prendere il treno direzione Udine. Arrivo in città per le 11:30, il tempo di un doppio spritz.
Il ragazzo del bar: “Oggi c’è la partita? Allora Forza Lazio!”. Accenno un sorriso, poi un piccolo giro in centro prima di accomodarmi all’Osteria la Ghiacciaia. Questa è la tipica osteria di una volta con i tavoli in legno. Consiglio vivamente i canederli allo speck e poi il Gulash con patate, innaffiati da dell’ottimo vino rosso locale denominato “Gildo” e per chiudere un tortino di visciole e frutti di bosco davvero invitante. La bellezza di questo locale è quello di essere attraversato da un piccolo torrente che lo rende unico e inimitabile. Il tempo di un veloce riposino in Hotel, poi prendo una Mobike e volo al Bluenergy Stadium, un vero gioiello. Penso all’Olimpico, dove vediamo i giocatori stile Sensible Soccer, e mi prende una tristezza infinita. Un paio di birre per stemperare la tensione e poi si salgono i gradini: il settore ospiti è pieno di fratelli laziali anche uno spicchio ulteriore è completamente satollo.
È difficile da spiegare l’emozione della trasferta: perché tifare in casa è bellissimo, ma farlo lontano da Roma ha un sapore magico e unico difficile da spiegare per chi non l’ha mai vissuto. È una cosa da provare almeno una volta nella vita. Sono rimasto attaccato alla vetrata per 95 minuti ad incitare i ragazzi: al gol di Vecino l’esplosione di gioia. Il gol in trasferta ha un sapore unico: c’è dentro tutta la fatica del viaggio, la passione, l’amore per quella idea chiamata Lazio e che ci fa andare in ogni parte del globo terrestre.
Poi la delusione al pareggio di Davis, una vera rapina a mano armata. Mi sono girato verso i miei fratelli e ho visto nei loro occhi il tutto: il viaggio, le notte insonni, l’amicizia, la fratellanza, l’amore per questi colori che supera ogni barriera e ci fa sentire speciali e parte di una grande famiglia. Si salgono di nuovo i gradini, si esce con l’amaro in bocca, ma non c’è tempo di pensare: la prossima trasferta sarà a Verona.
Ora sto aspettando il treno per tornare a Bologna, arrivo previsto per le 14.45. E noi saremo ancora lì, anche a Verona, a sventolare quel tricolore che ci rende orgogliosi e ci fa gridare al mondo intero che la Lazio è patria nostra.
Di Federico Terenzi
