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Dopo Como Lazio, il giudizio severo su Radiosei che va subito cambiato

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Giulio Cardone (La Repubblica): “Lazio deludente, segnali allarmanti dopo Como”

Giulio Cardone, giornalista de La Repubblica, è intervenuto a ‘Quelli che…’ esprimendo tutta la sua delusione per la prestazione della Lazio nella sfida contro il Como, persa al debutto in campionato. Parole dure e analisi lucida, che non lasciano spazio a interpretazioni.

“Sono molto deluso dalla Lazio – ha dichiarato Cardone – a Como mi aspettavo tutta un’altra prestazione. La squadra di Fabregas ha dominato sotto tutti gli aspetti. Sarri era molto amareggiato, i segnali dell’esordio sono allarmanti. La situazione mi sembra complessa: la reazione della squadra di fronte alla qualità del Como è stata pigra e timorosa.”

Il giornalista sottolinea come non si possa non essere preoccupati dopo questa prima giornata, nonostante l’episodio sfortunato del gol annullato a Castellanos per questione di centimetri: “Siamo più concentrati sui segnali che arrivano dalla squadra, e non sono positivi. Dalla prestazione alle dichiarazioni del tecnico, tutto agita.”

Assenze e problemi strutturali: il nodo della fascia destra

Cardone evidenzia anche le difficoltà dovute alle assenze: “Va detto che alcuni giocatori mancavano, come Rovella, la cui assenza è stata pesante. Ma anche il Como non era al completo.”
Tra le poche note positive, Provstgaard, definito forse il migliore in campo per la Lazio, mentre Romagnoli resta un pilastro della difesa.
Il vero problema, però, riguarda la fascia destra: “Da quando è stato ceduto Felipe Anderson, quel lato è il punto debole. Lazzari non può più essere considerato un titolare.”

Mercato bloccato: “Un disastro storico”

Durissima la critica al mercato della Lazio: “Altro che vantaggio, il mercato bloccato è un disastro totale che resterà nella storia del club.”
Il confronto con il Como è impietoso: “I lariani hanno un progetto eccezionale: hanno rifiutato 70 milioni per Nico Paz e resistito agli assalti di Inter e Roma per Fabregas. È un altro mondo, il contrario esatto della Lazio. Come ha detto Sarri, vince chi ha soldi e investe.”

Responsabilità dei giocatori

Infine, il giornalista evidenzia anche il ruolo della squadra: “Anche i giocatori sanno che quella di ieri non può essere una prestazione da Lazio. Dirlo dopo è facile, ma le responsabilità sono anche loro.”

Gila, debacle in vista? I voti in edicola scuotono il mondo del calcio!

Gila delude nella sconfitta della Lazio contro il Como: le pagelle rivelano i dettagli!

Ma cosa è successo davvero nella disfatta biancoceleste? Il Como ha stupito tutti con un esordio in Serie A da favola, travolgendo la Lazio per 2-0 in una partita che nasconde molto più di quanto dica il punteggio. #SerieA #LazioComo #Calcio

La squadra lariana, orchestrata magistralmente da Cesc Fàbregas, ha dominato con un gioco corale e avvolgente, dimostrando una superiorità tattica e atletica che ha lasciato i biancocelesti senza risposte. Il primo tempo è stato un vero assedio alla porta della Lazio, che si è salvata per miracolo grazie a errori sotto porta degli avversari e a qualche intervento provvidenziale. I padroni di casa hanno aggredito ogni pallone, rendendo il centrocampo laziale invisibile e incapace di reagire.

Nel secondo tempo, l’intensità non è calata, e dopo solo due minuti una giocata geniale di Paz ha permesso a Douvikas di sbloccare il match. Il raddoppio è arrivato presto con una punizione magistrale dello stesso Paz, sigillando una vittoria netta. La Lazio ha provato a reagire alzando il baricentro, ma senza convinzione, con l’unico momento di euforia per i tifosi annullato sul gol di Castellanos – un episodio che, però, non ha cambiato l’andamento di una gara totalmente controllata dal Como.

La difesa della Lazio è stata la vera nota dolente, soprattutto per Mario Gila, che ha lottato ma non è riuscito a reggere l’urto dell’attacco avversario. Ha provato a chiudere alcune azioni, ma un errore decisivo sul primo gol ha lasciato Douvikas libero di segnare, esponendo la retroguardia a continui sbandamenti per via della velocità e dei movimenti imprevedibili degli attaccanti del Como.

Ora, diamo un’occhiata a cosa dicono i giornali nelle pagelle di questa mattina per Gila: Il Messaggero: 5. Stava giocando la partita quasi perfetta ma perde il testa a testa con Douvikas a cui lascia il tiro dell’1-0. Da quel momento sbandamenti ripetuti, come nel finale della stagione scorsa. Tuttosport: 5. Un tempo di ritardo e si apre il campo a Douvikas. La Gazzetta dello Sport: 5. Un paio di chiusure, poi sull’1-0 non legge bene l’azione e lascia Douvikas libero. Queste valutazioni sottolineano come un singolo sbaglio possa cambiare tutto, lasciando i tifosi a chiedersi se Gila saprà rimbalzare da questa serata da incubo. Una prestazione che apre interrogativi sul futuro della difesa laziale in questa stagione.

Provedel l’unico eroe in un Como da dimenticare? I voti della stampa dicono tutto!

#ComoLazioSorpresa: Provedel è l’unico che si salva nella sconfitta della Lazio? Scopri i voti delle pagelle che stanno facendo discutere!

Il Como ha fatto il suo trionfale ritorno in Serie A con una vittoria schiacciante per 2-0 contro la Lazio, mostrando una squadra affamata e ben organizzata che ha catturato l’attenzione di tutti. Immaginate una formazione che, fin dal primo minuto, domina il campo con aggressività e fluidità tattica, lasciando i difensori avversari in confusione. I lariani hanno creato una valanga di occasioni, grazie a un gioco corale e a un approccio offensivo che ha coinvolto ogni reparto, mentre la Lazio è sembrata persa, incapace di reagire o di costruire qualcosa di concreto.

Nel primo tempo, nonostante il punteggio inchiodato sullo 0-0, la Lazio ha vissuto un’autentica roulette russa, sfiorando il disastro in più di un’occasione. Come si è arrivati a una pausa senza gol? È stato un miracolo puro, con i padroni di casa che hanno pressato senza sosta. Poi, nella ripresa, il Como ha sfoderato la sua determinazione: prima il gol di Douvikas che ha spezzato l’equilibrio, seguito dal raddoppio di Paz su punizione, un colpo che ha sigillato la partita. I lariani hanno continuato a dominare, lambendo addirittura il terzo gol, come nel caso della traversa centrata da Vojvoda. L’unico barlume per la Lazio? Il gol di Castellanos annullato per fuorigioco, un episodio che non ha cambiato l’esito di una superiorità netta sul campo.

In mezzo a questa debacle, Ivan Provedel è stato l’unico a emergere, lottando con tutto se stesso per tenere a galla la sua squadra. Pensate a un portiere che, sotto pressione costante, compie interventi decisivi: come quello su un tiro ravvicinato di Vojvoda nel primo tempo, che ha evitato un tracollo anticipato. Sul gol di Douvikas, però, non è stato perfetto, con un piccolo errore che ha pesato. E la rete di Paz? Una prodezza imparabile, nonostante i suoi sforzi. Provedel ha incarnato l’unica nota positiva in una Lazio che ha faticato sia in difesa che in attacco, lasciando tutti a chiedersi cosa possa succedere ora.

Ecco alcune delle pagelle dedicate a Provedel dopo questa clamorosa sconfitta:

La Gazzetta dello Sport: 5. Grande intervento su Vojvoda, ma sull’1-0 è colpevole.

Il Messaggero: 5. Il primo intervento della stagione su Vojvoda: vola sul destro potente e mette fuori. Non fa altrettanto bene sulla conclusione di Douvikas, tenera, che apre la porta al successo del Como.

Tuttosport: 6. Ci mette il piede su Douvikas ma non basta, impossibile arrampicarsi sulla punizione di Paz.

Fabregas non si trattiene dopo Como-Lazio: “Gara stellare e buon calcio, sui miei obiettivi dico che…” – Preparatevi!

Fabregas si apre sulla prestazione dominante del Como: segreti e riflessioni post-gara #ComoLazio #SerieA #Fabregas

In conferenza stampa, Fabregas ha catturato l’attenzione dei tifosi e degli addetti ai lavori con le sue riflessioni sincere sulla recente sfida contro la Lazio, una partita che ha lasciato tutti con domande su come il Como abbia imposto il proprio gioco. Le sue parole non solo evidenziano i dettagli tattici, ma suscitano curiosità su come una squadra possa evolversi rapidamente in un contesto così competitivo.

Fabregas ha sottolineato un momento chiave che ha influenzato l’andamento della gara, collegandolo a esperienze passate. «Cambiamento c’è stato dopo il cooling break in Coppa Italia. Questa però è stata la partita più dominante della mia carriera, però l’esigenza si alza e dovevo dire quello che ho detto. Si è cambiato subito a metà primo tempo contro il Sudtirol, quando ho dovuto alzare un po’ la voce.» Queste affermazioni invitano a riflettere su quanto un intervento tempestivo possa ribaltare le sorti di una partita, rendendo palpabile l’intensità del momento.

Il tecnico ha poi espresso soddisfazione per il piano di gioco messo in atto, offrendo uno sguardo intrigante su come il suo approccio si sia intrecciato con le dinamiche della squadra avversaria. «Tutto il piano gara preparato con la Lazio è riuscita bene, ho giocato con il mister e so come lavora e pensa. Tutto è uscito molto molto bene. Non è facile quando si chiede così tanto come faccio io ma mi è piaciuta l’energia di tutti i subentrati. Da Sergi Roberto a Caqueret, ti cambia il mondo.» Questa citazione non solo sottolinea l’importanza della preparazione, ma fa sorgere la domanda: quanto può un subentrante alterare il corso di una partita?

Proseguendo, Fabregas ha toccato aspetti di mentalità e crescita, invitando i lettori a considerare il lavoro dietro le quinte che porta al successo. «Una buona gara a livello di continuità sono d’accordo, però è la mentalità. Si prende tempo. La prima volta che lo facciamo, sempre un pezzettino dopo l’altro e alla fine la squadra diventa forte. Non succede in un giorno, ma servono lavoro e pazienza. Non perché con i soldi si vince subito. C’è tanto lavoro dietro, con personalità, tecnica e tattica, anche a livello individuale. Per questo quando dico che mi piacerebbe una squadra senza partenze dal giorno 1 è perché si cresce velocemente. Stiamo lavorando sulla continuità.» Queste parole aggiungono un tocco di umanità, mostrando come la pazienza e la costanza siano elementi cruciali, e lasciando i fan curiosi di vedere i prossimi passi.

Infine, Fabregas ha commentato gli aspetti difensivi e gli episodi chiave, bilanciando soddisfazione con un’analisi realistica. «Fortunati sul gol annullato alla Lazio, abbiamo concesso poco. Ma nel gol di Castellanos la difesa deve partire prima. Ma sono contento.» Concludendo così, le sue riflessioni non solo chiudono il cerchio su questa gara, ma alimentano l’interesse per il futuro del Como, invitando tutti a seguire da vicino come questi elementi si tradurranno nelle prossime sfide.

Sarri non le manda a dire: le rivelazioni scottanti dopo Como-Lazio

Le dichiarazioni scottanti di Sarri dopo la sconfitta: cosa ha rivelato l’allenatore? #SerieA #Calcio #LazioVsComo

In conferenza stampa, l’allenatore Maurizio Sarri ha offerto un’analisi sincera e dettagliata dopo la gara contro il Como, lasciando intendere una prestazione deludente da parte della sua squadra. Le sue parole, piene di riflessioni critiche, hanno catturato l’attenzione per la franchezza con cui ha affrontato i problemi emersi sul campo.

Sarri non ha nascosto le difficoltà, sottolineando come la sfida sia stata impari per vari motivi, e ha dichiarato: «Oggi la lotta è stata impari, il tasso tecnico… non era un differenziale fisico. Abbiamo fatto fatica. Nel primo tempo tutti i palloni riconquistati sono stati degli avversari. Difficile uscire indenni in questo tipo di situazione. Sperando che questa sia stata una giornata no, perché di errori tecnici e scelte non logiche, è stata una brutta partita veramente. Contro una squadra che sapevamo fosse molto tecnica e forte nel palleggio. Non abbiamo fatto niente di quello che abbiamo deciso di fare. Sempre palla scoperta… già sono tecnici, così diventano ancora più tecnici. Fase di possesso disastrosa». Queste frasi evidenziano una critica severa alla gestione del gioco, invitando i tifosi a riflettere su quanto possa essere sottile il confine tra una brutta giornata e un vero divario tecnico.

Affrontando ulteriormente l’aspetto tecnico, Sarri ha espresso preoccupazione per le prestazioni della squadra, aggiungendo: «Se è vera la partita di oggi sì, netto. Dal punto di vista tecnico… dentro la partita qualche accelerazione può mettere in difficoltà ma se non sei dentro la partita è difficile. Speriamo sia una brutta giornata da parte nostra e che questo differenziale tecnico non sia reale. Anche se un po’ me l’aspettavo. Così è troppo». Questa parte delle sue dichiarazioni suscita curiosità su quanto il tecnico si sia preparato a scenari del genere, lasciando spazio a interrogativi sul potenziale reale del gruppo.

Quando gli è stata posta una domanda più personale, Sarri ha scelto di mantenere un approccio cauto, replicando: «Non so a cosa ti riferisca. Vediamo prima la realtà di questa squadra. Quanti giocatori avrei chiesto se avessi potuto fare col mercato? Domanda tendenziosa e mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Mi mettete nella posizione di creare imbarazzo ai miei giocatori. Non dobbiamo perderci in tante cose. Possiamo essere scarsi ma non docili». Qui, emerge un tocco di difesa per i suoi giocatori, che potrebbe far sorgere nel pubblico l’interesse per le dinamiche interne e le scelte future.

Infine, Sarri ha toccato aspetti più ampi, come la gestione delle aspettative e il confronto con altre squadre, concludendo: «Aumenta sicuramente con il rischio di andare in eccesso in una fase di stagione in cui le brutte partite potrebbero essere all’ordine del giorno, con la moderazione del caso. Probabilmente tra due mesi non saremo più questi. Facciamo valutazioni ma senza perdere la testa. Fabregas? Io Cesc l’ho trovato come l’anno scorso, quando il Como era in zona molto bassa di classifica. Gli dissi lo scorso ottobre che il Como sarebbe arrivato nelle prime dieci. Si vedeva l’impronta. Ora penso che il Como giochi uno dei calci più belli d’Italia». Queste osservazioni finali invitano a una riflessione più profonda sul calcio italiano, lasciando i lettori con la curiosità su come queste parole possano influenzare il cammino della squadra nelle prossime partite.

Igor Tudor non le manda a dire: le sue parole choc dopo Juve-Parma allo Stadium!

Igor Tudor rompe il silenzio post-gara: cosa ha rivelato l’ex Lazio dopo la sfida contro il Parma? #Juve #Calcio #SerieA

Immaginate la tensione allo Stadium, con la Juve che ha appena affrontato il Parma in una partita che tiene tutti col fiato sospeso. E proprio in quel momento, ai microfoni di DAZN, entra in scena Igor Tudor, l’ex allenatore della Lazio ora alla guida della Juve. Le sue parole, rilasciate subito dopo il fischio finale, promettono di svelare insight intriganti su come ha vissuto questa sfida e cosa bolle in pentola per il futuro della squadra. Cosa avrà detto per catturare l’attenzione di tutti?

Nel post-partita, Tudor ha scelto di condividere riflessioni che potrebbero sorprendere i fan, toccando aspetti chiave della gara e del suo ruolo attuale. Senza spoilerare troppo, le sue dichiarazioni arrivano in un momento cruciale, quando ogni parola conta per analizzare le dinamiche in campo e le strategie adottate. LE DICHIARAZIONI – è il punto di partenza per chi vuole approfondire, ma già si intuisce che non si tratta solo di routine: c’è un mix di emozioni e tattiche che rende tutto più avvincente.

In sintesi, le parole di Tudor non sono solo un resoconto, ma un invito a riflettere su come le scelte di un allenatore possano influenzare l’intera stagione. Con la Juve sempre sotto i riflettori, questa intervista potrebbe aprire nuovi scenari per i prossimi match, lasciando i lettori con la curiosità di scoprire cosa riserva il prossimo capitolo.

Ex Lazio Immobile e Casale: debutto da incubo, che flop! Cos’è successo?

Ex Lazio Stars Face Rough Start: Injuries Derail Bologna Debuts? #SerieA #BolognaInjury #FootballDrama

È iniziato con una nota di apprensione il campionato di Serie A 2025/2026 per due ex giocatori della Lazio, ora al Bologna: Ciro Immobile e Nicolò Casale. Entrambi hanno dovuto lasciare il campo prematuramente durante la prima partita stagionale, a causa di problemi muscolari che hanno immediatamente acceso le preoccupazioni. Ma come si è trasformata una giornata di esordio in un’incognita per il futuro?

Per Immobile, il match rappresentava il debutto ufficiale con la nuova maglia rossoblù, dopo l’addio alla Lazio e l’inizio di questa avventura. L’attaccante, un vero simbolo per i suoi ex tifosi, era tra i più attesi in campo, ma un fastidio alla coscia destra lo ha costretto a uscire nel secondo tempo. Immaginate la tensione: un giocatore così carismatico, pronto a brillare, fermato da un imprevisto che lascia tutti con il fiato sospeso.

Casale non è stato da meno, subendo un infortunio muscolare simile proprio mentre stava fornendo una prestazione solida e attenta. La sfortuna ha colpito questi due volti noti del mondo biancoceleste, entrambi arrivati al Bologna con l’ambizione di rilanciarsi. È come se il destino avesse deciso di mescolare le carte fin dal primo turno, rendendo la sfida ancora più intrigante per i fan.

A chiarire la situazione è arrivato un comunicato ufficiale dal Bologna, che ha confermato i dettagli: «Nicolò Casale e Ciro Immobile sono stati sostituiti nel corso della partita a causa di risentimenti alla coscia destra. Le loro condizioni saranno valutate nei prossimi giorni». Queste parole, semplici ma cariche di incertezza, alimentano le domande: quanto è grave? Come influenzerà la stagione del Bologna?

Perdere due potenziali titolari all’inizio del campionato è un colpo non indifferente per la squadra, considerando l’esperienza e il ruolo di leadership che Immobile e Casale potevano offrire. Intanto, l’ambiente legato al loro passato osserva con un misto di attenzione e malinconia, soprattutto per Immobile, che mantiene un forte legame con i suoi ex sostenitori.

Ora, per entrambi, la priorità è il recupero completo, per poter tornare in campo e riprendere il filo di questa nuova avventura. Come evolverà la storia? I tifosi attendono con impazienza gli aggiornamenti, sapendo che nel calcio, le sorprese sono sempre dietro l’angolo.

Fiore non le manda a dire: Unità cruciale per la Lazio, e su Sarri una verità scottante

Stefano Fiore accende lo spirito della Lazio: “Ripartire uniti per una stagione di riscossa!” #Lazio #CalcioItaliano #SerieA

L’ex centrocampista Stefano Fiore, icona della Lazio, ha condiviso parole cariche di ispirazione in un’intervista, proprio mentre la squadra si prepara all’esordio contro il Como. Con una carriera ricca di successi in biancoceleste, Fiore invita tutti a riflettere su cosa serva davvero per affrontare le sfide imminenti. Immaginatevi un veterano che torna in campo per motivare i compagni: è esattamente questo il tono delle sue dichiarazioni, che fanno sorgere una domanda intrigante – la coesione può davvero cambiare il corso di una stagione?

Fiore non ha dubbi sull’importanza del gruppo unito. «Il gruppo deve essere unito, è fondamentale», ha dichiarato con convinzione. Rivolgendosi alla squadra, l’ex giocatore richiama esperienze personali, come quella dopo il sesto posto nel 2002, per stimolare una riflessione: «Dopo il sesto posto del 2002, anche noi ci siamo messi in discussione. Serve la voglia di migliorarsi, ma soprattutto la consapevolezza che lo si può fare insieme. Bisogna cancellare la delusione per il finale della scorsa stagione e ritrovare entusiasmo». Queste parole non solo evocano curiosità su come la Lazio possa trasformare le delusioni in motivazioni, ma anche su quanto il legame tra i giocatori possa fare la differenza in un contesto così competitivo.

Guardando al presente, Fiore collega il passato a un potenziale rilancio, evidenziando come eventi chiave possano ravvivare l’ambiente. «Il ritorno di Sarri deve accendere la squadra. Partire con il piede giusto non è importante solo per il gruppo, ma per tutta la tifoseria. Il mercato bloccato può aver abbassato il morale, ma proprio per questo serve una scossa». Questa prospettiva suscita interesse: e se una figura esperta fosse la scintilla per un’avvincente rinascita? È un invito che fa pensare a come le dinamiche interne possano influenzare l’intera stagione, mantenendo alta l’attenzione dei tifosi.

Non mancano poi i commenti su un elemento cruciale come Castellanos, il centravanti atteso protagonista. Fiore analizza con ottimismo la sua situazione: «Può soffrire la concorrenza? Non credo. Nell’ultimo anno Castellanos è cresciuto tanto, è un attaccante completo. Con Dia possono essere una risorsa l’uno per l’altro. Con Immobile ha forse sofferto la sua figura ingombrante, la sua storia nella Lazio, ma ora è un contesto diverso». Queste osservazioni alimentano la curiosità: come si evolverà la competizione in attacco, e quali sorprese potrebbe riservare questo duo?

Mentre la Lazio si affaccia su una stagione ricca di incognite e opportunità, le parole di Fiore riecheggiano come un richiamo alla compattezza. Con una rosa in cerca di certezze e i tifosi ansiosi di rivedere la squadra ai vertici, l’inizio del campionato porta con sé una promessa di unità che potrebbe fare la differenza, lasciando tutti in attesa di scoprire cosa riserverà il campo.

Lazio fa il furbo: Simic è il rinforzo difensivo che sconvolgerà il campionato!

La Lazio punta su Simic: un giovane talento che potrebbe rivoluzionare la difesa? #Calciomercato #Lazio #Simic

Il calciomercato della Lazio è già in fermento per la sessione invernale, con gli occhi puntati su un promettente difensore che potrebbe segnare il futuro del reparto arretrato. Jan-Carlo Simic, ex Milan e ora all’Anderlecht, è finito nel radar della dirigenza biancoceleste, che valuta un possibile colpo già a gennaio. Ma cosa rende questo giovane così interessante per i piani a lungo termine della squadra?

Simic, nato nel 2005, è uno dei difensori più brillanti in Europa, con qualità che includono velocità, tecnica individuale, senso della posizione e abilità nel gioco aereo. La Lazio ha avviato contatti esplorativi per un profilo del genere, ideale per ringiovanire la difesa, ma una trattativa ufficiale dipenderà da ulteriori sviluppi e valutazioni. È un’opportunità che potrebbe fare la differenza, ma le incognite sul tavolo mantengono alta la tensione.

In una recente intervista, il giovane centrale ha condiviso le motivazioni dietro la sua scelta di lasciare il Milan, dimostrando una maturità rara per la sua età. “Sono fiero di aver esordito con quei colori, ma dovevo fare una scelta importante per la mia carriera. Crescere significa giocare con continuità, e l’Anderlecht era la soluzione migliore. Qui ho trovato spazio e minuti fondamentali per il mio sviluppo”. Queste parole evidenziano la sua determinazione, un aspetto che non sfugge alla Lazio, sempre alla ricerca di talenti con potenziale a lungo termine.

La strategia del calciomercato biancoceleste non si limita a nomi esperti, ma mira a costruire un progetto solido per il futuro. Simic incarnerebbe perfettamente questa visione, portando freschezza, affidabilità e margini di crescita, specialmente con alcune incertezze sui difensori attuali. Un investimento del genere potrebbe essere intelligente sia tecnicamente che economicamente, attirando l’attenzione di chi segue il club.

Tuttavia, la concorrenza da altri club europei rende la situazione intrigante: tutti stanno monitorando le prestazioni di Simic all’Anderlecht. La Lazio dovrà giocare d’astuzia e velocità per anticipare i rivali e portare nella Capitale un giocatore capace di fare la differenza negli anni a venire, tenendo viva l’attesa per ciò che succederà.

Como-Lazio, Fabregas non si trattiene: “Prova super dei miei, a quel giocatore dico che…”

Fabregas rompe il silenzio post-partita: cosa pensa davvero dell’esordio in Serie A? #ComoLazio #SerieA #Fabregas

Ai microfoni di DAZN, l’allenatore Fabregas ha aperto una finestra intrigante sul mondo del calcio, condividendo riflessioni sincere subito dopo la partita Como contro la Lazio in Serie A. Con un misto di soddisfazione e pragmatismo, le sue parole catturano l’essenza di una squadra che sta plasmando la propria identità, lasciando i fan curiosi su come evolverà questa stagione.

Nelle sue dichiarazioni, Fabregas ha sottolineato l’importanza di ogni incontro, evidenziando come la costanza e la mentalità giochino un ruolo cruciale. «Una partita è sempre una partita. Ci sono 45 gare in una stagione: alcune volte va così, altre meno. Certo, siamo contenti di questo risultato e di questa prestazione. È la prima giornata di Serie A, volevamo partire col piede giusto e ci siamo riusciti. Tre punti valgono sempre lo stesso, qualunque sia l’avversario, ma iniziare in questo modo ci motiva a continuare a lavorare». Queste frasi non solo trasmettono entusiasmo, ma invitano a riflettere su quanto un buon inizio possa influenzare l’intera campagna.

Fabregas ha poi approfondito il suo approccio tattico, descrivendo un metodo che va oltre la semplice tecnica. «Non so se sia stato l’elemento decisivo, ma è sicuramente il nostro modello di gioco. Non è tecnica né solo qualità, è questione di mentalità. Si allena, si ripete, si trasmette con costanza: martellare la testa dei ragazzi ogni giorno finché diventa automatico. Vogliamo essere una squadra corta, che recupera palla il più presto possibile, che domina il possesso e attacca al momento giusto. A volte funziona bene, a volte meno, ma la mentalità deve rimanere questa». È affascinante come queste parole rivelino la dedizione dietro le quinte, un aspetto che potrebbe ispirare altri allenatori e appassionati.

Infine, Fabregas ha elogiato il contributo di un giocatore chiave, sottolineando come il duro lavoro porti a risultati tangibili. «Nico Paz? Con lui abbiamo lavorato tantissimo. Dall’inizio del ritiro si è allenato senza sosta: allenamento, ripetizioni, punizioni su punizioni. Alla fine la fatica paga, ed ecco che oggi ti regala un gol decisivo. Non solo: quando c’è stato da attaccare l’uno contro uno, lui ha fatto anche un assist che ci ha fatto vincere ancora tre punti. Questi ragazzi hanno fame, voglia di imparare e di migliorarsi ogni giorno. Per me è un privilegio guidarli». Con questa chiusura, le sue parole lasciano un senso di ottimismo e unità, accendendo la curiosità su cosa riserverà il futuro per questa squadra in Serie A.

Sarri non risparmia critiche: “Errori da principianti, dobbiamo crescere in fretta”

Le dichiarazioni post-partita di Sarri che rivelano strategie e riflessioni inaspettate #SerieA #Calcio #Lazio

Ai microfoni di DAZN, l’allenatore Maurizio Sarri ha condiviso le sue prime riflessioni dopo la partita di Serie A tra Como e Lazio, offrendo uno sguardo intrigante sulle dinamiche del match e sulle scelte tattiche. Con un tono misurato ma carico di analisi, Sarri ha toccato aspetti che potrebbero sorprendere i fan, evidenziando differenze tecniche e decisioni cruciali.

In particolare, tra le sue parole, Sarri ha sottolineato: «Abbiamo parlato nell’intervallo di attaccare la profondità, perché già nel primo tempo avevamo visto che potevamo metterli in difficoltà sopra la linea. Però la differenza tecnica è stata troppo evidente: loro hanno fatto una partita di ottimo livello tecnico, mentre noi abbiamo giocato una gara pessima sotto questo aspetto e soprattutto nelle scelte. Le nostre decisioni in campo sono state disastrose e hanno pesato tantissimo. Se ci sorprendiamo adesso delle qualità tecniche del Como, vuol dire che siamo stati disattenti. La società negli ultimi dodici mesi ha fatto un lavoro incredibile, inserendo giocatori giovani, forti e di grande livello. Io me l’aspettavo un Como così competitivo. Avrei voluto invece vedere una Lazio diversa, meno propensa all’errore tecnico e capace di dare più linearità. Abbiamo sbagliato clamorosamente nel gestire la pressione: per uscire dovevamo muovere la palla velocemente, trovare spazi, invece abbiamo continuato a ridarla agli avversari dopo un solo passaggio. Così diventa impossibile contro chiunque. Responsabilità no, direi piuttosto amore. Sento tanto l’affetto della gente nei confronti di questa maglia, un affetto straordinario. È stata una mia scelta di cuore tornare qui, consapevole che probabilmente sarebbe stata un’annata complicata e sofferta. Ho accettato proprio per questo, perché so quanto il popolo laziale sia disposto a starci vicino. Di fronte a questo non sono grato, sono addirittura di più».

Queste dichiarazioni non solo evidenziano le sfide affrontate durante il gioco, ma anche un legame emotivo profondo che potrebbe ispirare discussioni tra i tifosi, mostrando come le scelte sul campo siano intrecciate con motivazioni personali e strategiche. Sarri’s parole invitano a riflettere su cosa potrebbe riservare il futuro per la squadra in questa stagione.

ANALISI - Sarri imPAZzisce, Fabregas ipnotizza un’impotente Lazio

Il Como domina il match contro la Lazio, imponendosi con un secco 2 a 0 al Sinigaglia grazie a una prestazione concreta e organizzata. La squadra di Fabregas parte forte già nel primo tempo, con un possesso palla rapido e preciso, fatto di uno o due tocchi prima di liberarsi del pallone, un gioco quasi “sarriano”.

La Lazio, stretta tra le linee, fatica a creare gioco e soffre il pressing aggressivo dei lariani, costringendo Provedel a rilanciare spesso lungo verso Castellanos.

Il portiere biancoceleste è protagonista al 22’, con una parata decisiva su Vojvoda, mentre Provstgaard si distingue per la marcatura su Douvikas, peccando però nell’impostazione. Jesus Rodriguez e Nico Paz sono i fari del Como, sempre pericolosi.

La Lazio prova a reagire con le percussioni dei terzini: Lazzari, con inserimenti interni, e Tavares, con uno contro uno fulminanti, sono le uniche note positive in attacco. Al 34’, Tavares crossa per Cancellieri, che stoppa e serve Guendouzi, ma il tiro finisce smorzato.

La svolta arriva al 49’ del secondo tempo: palla filtrante di Nico Paz per Douvikas, che vince il duello con Gila e sblocca il risultato. Poco prima, Cancellieri era stato l’unico a mostrare segnali di vivacità offensiva. La Lazio, nonostante le sostituzioni (Pedro e Marusic, poi Cataldi e Tavares, infine Dia per Dele-Bashiru), non riesce a reagire.

Provedel nulla può sul raddoppio dei padroni di casa, nato da un calcio di punizione magistrale di Paz. Il Como sfiora il 3-0 con Perronne che colpisce la traversa.

Alla fine, il 2-0 rispecchia una Lazio incapace di reagire, dominata in entrambe le frazioni e incapace di trovare continuità offensiva, con poche luci e molte ombre in campo. Ma le sensazioni sono che contro questo Como chiunque avrebbe fatto oggi fatica.

Sarri e le nascite: con Rovella sì, con Koulibaly no. Ambivalenza o contesto?

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La giornata del 24 agosto 2025 consegna alla Lazio una bella notizia: è nata Venere, primogenita di Nicolò Rovella. Il centrocampista, partito inizialmente dalla panchina a Como, ha raccontato nel prepartita la “notte più bella” passata nella Capitale per il lieto evento.

La scelta è stata resa possibile dal via libera di Maurizio Sarri e della società, con il giocatore che ha effettuato il viaggio Roma–Como dopo aver salutato mamma e figlia.

Il tema apre una finestra sul rapporto fra Sarri e le nascite dei primi figli dei suoi calciatori, spesso raccontato come ambivalente. Il precedente più citato è quello di Kalidou Koulibaly al Napoli: il difensore ha ricordato che, nel giorno del parto, Sarri inizialmente si oppose alla sua uscita dal ritiro (serviva in campo quella sera).

Dopo il confronto, Koulibaly riuscì comunque a correre in ospedale per la nascita del figlio; poi fu convocato e si sedette in panchina poche ore dopo. Un episodio che il senegalese ha definito “intenso” e che ha alimentato nel tempo la narrazione su un Sarri duro e totalizzante.

La cronaca odierna dice però altro: a Rovella è stato concesso di rientrare a Roma e di tornare successivamente a disposizione, una gestione considerata empatica in un frangente così delicato. Nell’analisi, più che un “doppiopesismo”, contano contesto e tempi: l’importanza della gara, la profondità della rosa, la fase della stagione e lo stato fisico del calciatore.

Oggi la Lazio ha potuto permettersi flessibilità senza snaturare l’assetto tecnico; ieri, a Napoli, la situazione competitiva e le esigenze del momento spinsero Sarri a una linea più rigida, pur poi concedendo a Koulibaly di essere presente al parto.

In sintesi: due storie vere, due fotografie diverse dello stesso allenatore—capace di scelte dure ma anche di aperture—dentro un mestiere dove il confine tra vita e calcio resta sottile.

Como Lazio: il match termina 2 a 0 per i lariani. Fabregas imbambola Sarri

Termina per 2 a 0 il match delle 18:30 allo Stadio Giuseppe Sinigaglia tra la Lazio di Maurizio Sarri e il Como di Cesc Fabregas. I lariani dimostrano ancora una volta lo status di squadra da non sottovalutare in vista della nuova stagione. Qui l’analisi del primo tempo.

Il secondo tempo di Como-Lazio ha confermato le difficoltà dei biancocelesti, incapaci di reagire nonostante alcuni spunti individuali. Al 49’, il Como passa in vantaggio: palla verticale di Nico Paz, protagonista di una giocata da fuoriclasse su Tavares, che serve Douvikas, che vince il duello con Gila e deposita in rete. Poco prima, Matteo Cancellieri aveva mostrato lampi di qualità, confermandosi il miglior elemento offensivo della Lazio.

Dopo il gol, come accaduto alla fine del primo tempo, il Como rallenta il ritmo, ma la Lazio fatica comunque a costruire occasioni. Zaccagni prova a rendersi pericoloso con un inserimento in area, ma Castellanos manca l’appuntamento con il gol, simbolo di una giornata opaca per l’attacco.

Le sostituzioni biancocelesti – Pedro e Marusic per Cancellieri e Lazzari, poi Cataldi e Tavares per Pellegrini e Rovella – non riescono a cambiare l’inerzia della partita. Provedel, pur sempre attento tra i pali, non può nulla sul raddoppio del Como, nato da un calcio di punizione magistralmente calciato da Nico Paz.

La Lazio prova a reagire anche con l’ingresso di Dia, tornando al 4-2-3-1, ma il sistema non produce risultati concreti. Il Como sfiora più volte il terzo gol, con Perrone che colpisce la traversa, mettendo in evidenza la fragilità difensiva biancoceleste. Alla fine, il 2-0 per i padroni di casa rispecchia una Lazio incapace di incidere nel secondo tempo, con poche luci e molti ombreggi in campo.

Como Lazio entra nella storia della Serie A: il motivo

Un episodio destinato a entrare negli annali della Serie A si è verificato durante Como-Lazio. Al 65′ minuto Castellanos aveva trovato la rete, ma l’arbitro Manganiello, dopo consulto VAR, ha deciso di annullarla per fuorigioco. Ciò che ha reso l’episodio storico è il fatto che, per la prima volta nella storia del campionato, l’arbitro ha parlato direttamente al pubblico per spiegare il motivo della decisione.

“Al seguito di revisione, Castellanos è stato colto in fuorigioco pertanto la rete è annullata per fuorigioco”, ha comunicato Manganiello attraverso l’altoparlante dello stadio, una scelta senza precedenti nella massima serie italiana. La comunicazione diretta ha sorpreso tifosi e giocatori, portando trasparenza immediata sull’episodio e chiarendo senza equivoci la motivazione del VAR.

L’azione di Castellanos era stata regolare fino al momento del movimento offensivo, con l’attaccante argentino pronto a finalizzare un’azione potenzialmente decisiva per la Lazio. La decisione dell’arbitro, seppur contestata da qualche tifoso, appare corretta, ma il vero protagonista resta il gesto: mai prima d’ora un direttore di gara aveva rivolto direttamente la propria spiegazione al pubblico di uno stadio.

In questo senso, Como-Lazio entra di diritto nella storia del calcio italiano, segnando un precedente destinato a cambiare il modo in cui le decisioni VAR saranno comunicate nei prossimi anni.

Como Lazio, moviola: manca un rigore su Castellanos?

Al 42esimo minuto del primo tempo di Como-Lazio si è verificato un episodio destinato a far discutere. Castellanos, servito nel cuore dell’area di rigore con le spalle rivolte alla porta, ha controllato il pallone cercando di proteggere la sfera dall’assalto dei difensori lariani.

L’argentino è stato immediatamente accerchiato da tre uomini del Como, tra cui Perrone, che nel tentativo di intervenire ha impattato gamba contro gamba con l’attaccante biancoceleste. Per un istante lo stadio ha trattenuto il fiato: da una prima impressione il contatto poteva sembrare punibile con il calcio di rigore.

L’arbitro Manganiello, però, ha lasciato correre giudicando regolare l’intervento del difensore lariano. Dalla panchina della Lazio non si sono alzate proteste significative, così come in campo le reazioni sono rimaste contenute, con lo stesso Castellanos che si è limitato a un gesto di disappunto.

Rivedendo l’azione, il dubbio iniziale sembra dissolversi: il contatto c’è, ma non appare sufficiente a giustificare il penalty. Perrone colpisce prima di tutto la posizione, senza commettere un intervento scomposto. Più che di un fallo da rigore, si è trattato di un normale contrasto di gioco.

Episodio dunque chiarito: la decisione di Manganiello, alla fine, appare corretta. Le squadre sono ora pronte per il secondo tempo.

Finisce il primo tempo al Sinigaglia: Como super, ma la Lazio resiste

Il Como parte fortissimo e sorprende la Lazio con un possesso palla rapido e lineare, fatto di uno o due tocchi e passaggi tra le linee. La squadra di Fabregas sembra interpretare alla perfezione un calcio “sarriano”, muovendo il pallone con qualità. La chiave del match potrebbero essere i cambi di gioco rapidi sugli esterni. La Lazio prova a restare compatta, chiudendo gli spazi, ma appare presto in difficoltà.

Provstgaard disputa una grande prova su Douvikas, ma commette errori in impostazione, costringendo spesso Provedel al lancio lungo su Castellanos. È proprio il portiere italiano a tenere a galla i biancocelesti, protagonista al 22’ con una parata decisiva sul tiro di Vojvoda.

Con il passare dei minuti la Lazio si abbassa sempre di più, subendo l’intensità del pressing lariano. Zaccagni finisce anche ammonito per un intervento disperato quasi al limite dell’area su Van Der Brent. L’impressione è che chiunque, oggi, avrebbe faticato contro questo Como.

Poche le azioni pericolose dei biancocelesti: si accendono soltanto i due terzini, Lazzari con i suoi inserimenti interni e Tavares con dribbling fulminanti. Proprio da lui nasce al 34’ la prima grande occasione, con cross per Cancellieri e conclusione smorzata di Guendouzi.

La chiave, per Sarri, sarà colpire quando il Como inevitabilmente calerà.

Como Lazio: ecco perché è stato preferito Provedel a Mandas

Maurizio Sarri ha sciolto i dubbi della vigilia: contro il Como il titolare tra i pali è Ivan Provedel. Una scelta non casuale, ma legata a precise esigenze tattiche. In questo momento, infatti, la Lazio ha bisogno di un portiere in grado di garantire soluzioni immediate e verticali, qualità che l’ex Spezia assicura meglio rispetto a Christos Mandas.

Il greco, in crescita e già protagonista di ottime prestazioni, predilige un’impostazione più ragionata dal basso. Contro una squadra come quella di Cesc Fàbregas, però, questo tipo di costruzione può diventare rischiosa: il pressing alto e aggressivo dei lariani obbliga i biancocelesti a cercare vie di fuga rapide.

Provedel si distingue proprio per i lanci lunghi e la capacità di ribaltare l’azione, superando la prima linea avversaria e mettendo subito gli attaccanti in condizione di ricevere palla in zone pericolose. Una caratteristica preziosa per il piano gara studiato da Sarri, che preferisce ridurre i rischi e sfruttare la profondità.

Non si tratta quindi di una bocciatura per Mandas, ma della conferma di come le scelte tecniche rispondano alle necessità della squadra. Sarri ha deciso: contro il pressing di Fàbregas, serve Provedel.

Vedremo la partita che cosa ci riserverà. Intanto, il Como sembrerebbe essere partito leggermente meglio dei biancocelesti.

live - - Como Lazio, non chiamatelo campionato di Serie A. Lariani senza un italiano nella squadra titolare

Como Lazio gara d’inizio della sqaudra di mister Sarri che oggi affronta il Como carico per una campagna acquisti importante con oltre 100 milioni di euro investiti.

Una cosa che salta subito all’occhio guardando le due formazioni che stanno entrando in campo, è il fatto che la formazione di Fabregas, di proprietà di Suwarso, non presenta nemmeno un giocatore italiano negli undici iniziale.

Como Lazio le formazioni

Butez in porta, Brempt, Ramon, Kenpf, Valle in difesa; Da Cunha e Perrone davanti alla difesa, Vojvoda, Paz e Rodriguez alle spalle dell’unica punta Douvikas. Undici titolare senza nemmeno un giocatore italiano. Un dato che deve far riflettere. Lo avevamo già scritto in precedenza analizzando la percentuale di giocatori stranieri nei più importanti campionati europei.

La Lazio dal canto suo propone ‘ben’ – si fa per dire – cinque giocatori italiani: Provedel fra i pali, Lazzari, Cataldi, Cancellieri e Zaccagni nel tridente offensivo. Se la Lega Serie A e la federazione italiana gioco calcio non prenderanno misure volte alla tutela del vivaio, la prospettiva di rivedere una grande nazionale italiana, si fa abbastanza remota.

Sperando che le cose possano cambiare sin dalla prossima stagione, magari riducendo anche il numero della squadre nel campionato di Serie A, non resta che goderci questa prima gara di campionato.

Calciomercato Lazio, Mario Gila categorico sulla situazione legata al mercato biancoceleste: le parole

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Mario Gila ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di Sky Sport nel prepartita di Como-Lazio. Tra le varie cose, il difensore spagnolo ha parlato delle ambizioni del club biancoceleste per questa stagione e di come l’ambiente di Formello ha vissuto il blocco sul calciomercato imposto alla società.

“Sappiamo che non fare mercato è un fattore, ma noi siamo tranquilli. Abbiamo tanta qualità e Sarri ha in mente un’idea di gioco chiara per fare bene in campionato”

Queste le parole di Mario Gila, che ha poi continuato:

“Vogliamo dimostrare il nostro livello e fare una stagione molto positiva”

Queste parole trasmettono fiducia e consapevolezza. Da un lato emerge la tranquillità del gruppo, che non si lascia condizionare da fattori esterni o pressioni: il messaggio è quello di una squadra solida mentalmente. Dall’altro, viene sottolineata la “qualità” tecnica a disposizione e soprattutto la guida di Sarri, la cui idea di gioco viene riconosciuta come chiara e ben definita.

Il riferimento al voler “dimostrare il proprio livello” indica un senso di rivalsa, quasi la volontà di smentire eventuali dubbi e critiche. Infine, l’obiettivo di una stagione “molto positiva” fa capire che le ambizioni non si limitano a fare un buon campionato, ma puntano a un rendimento di alto livello, con continuità e risultati concreti.

In sintesi, è un commento che unisce serenità e determinazione: la squadra non è spaventata dalle difficoltà e sente di avere gli strumenti tecnici e tattici per imporsi.