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Lazio, ecco l’offerta del Bayer per Keita. Cosa risponderà la società?

AGGIORNAMENTO DEL 27/12 ORE 09:30  Keita comincia a fare gola a molte squadre e la sua posizione conflittuale con la Lazio in tema di rinnovo rende ancora più appetibile l’eventuale operazione di acquisto. Per il senegalese – come riporta “Il Corriere dello Sport” – c’è un forte interesse dei tedeschi del Bayer Leverkusen. Sì proprio il club tedesco a cui Keita, più di un anno fa, aveva segnato il gol vittoria nella gara d’andata preliminare di Champions portando la Lazio ad un passo dal sogno. Il club tedesco si era fatto sotto nell’estate del 2015, di nuovo ora  ha lanciato segnali di interesse concreto nei confronti del classe ’95.  I tedeschi per l’ex barca sono disposti ad offrire 22-23 milioni. La palla passa a Lotito: il numero uno laziale dovrà scegliere se accontentarsi o continuare a tirare la corda.

Diventa sempre più incerto il futuro di Keita. Rimarrà? Verrà ceduto? In estate o a Gennaio? Purtroppo dare una risposta al momento diventa una vera e propria impresa per chiunque. Il senegalese per ora ha la testa solo all’ormai prossima Coppa d’Africa da giocare con la sua nazionale. Per ora quindi non ha intenzione di pensare al futuro anche se l’indicazione per il suo procuratore è chiara: cambiare aria a fine stagione. Nonostante ciò però, secondo quanto riportato da Sky Sport24, la Lazio ha intenzione di fare un ultimo grande tentativo per far cambiare idea al ragazzo: nei primi giorni di gennaio, infatti, Lotito proporrà “l’ultima offerta” al classe ’95 per provare a prolungare il contratto (in scadenza nel 2018). Se dovesse arrivare un altro rifiuto, a quel punto la Lazio lo metterà ufficialmente sul mercato per circa 20/25 milioni di euro.

“Torna a casa Filip”: il Lione spinge per avere il numero 9 biancoceleste

La Francia chiama, che farà Filip? Nonostante Djordjevic sembrava essere promesso sposo del Genoa, in Francia sono convinti che il futuro dell’attaccante serbo non sarà ancora nel bel paese, anzi rilanciano con un possibile ritorno “a casa”. Il Lione fa sul serio per Djordjevic: è deciso a riportare in Ligue 1 il bomber serbo dopo l’esperienza con la maglia del Nantes. Secondo Gianlucadimarzio.com però come al solito Lotito spara alto: 15 milioni di euro. Cifre che però può abbassarsi sensibilmente a  circa 6-7 milioni nel momento in cui la trattativa entrerà nel vivo. I media francesi addirittura parlano (oltre a quello del Lione), anche di un interessamento anche del Marsiglia di Rudi Garcia. Il Genoa attenderà fiducioso o rilancerà? Filip fatica a trovare spazio nella Lazio, appena dieci presenze e la maggior parte a gara in corso, e potrebbe decidere di ripartire proprio dalla Liguria. Ormai manca poco all’apertura del mercato, la sensazione è che non si dovrà attendere molto.

Boxing Day, Conte sempre più nella storia: dodicesima vittoria di fila per il Chelsea

Come da tradizione, nel giorno di Santo Stefano il calcio inglese scende in campo al gran completo nel classico Boxing Day. E il grande protagonista in Premier League è stato ancora una volta il Chelsea di Antonio Conte, che battendo tre a zero a Stamford Bridge il Bournemouth ha ottenuto il dodicesimo successo di fila in campionato. Un record che mantiene i Blues saldamente in testa alla classifica con sette punti di vantaggio sul Manchester City, a sua volta capace di rifilare un tris a domicilio all’Hull City. La squadra di Guardiola è andata a segno solo negli ultimi venti minuti di gara, con un rigore di Yaya Touré, un gol di Iheanacho e un’autorete di Curtis Davies.

Momentaneamente terzo l’Arsenal che grazie ad una rete di Giroud a quattro minuti dal novantesimo ha piegato all’Emirates Stadium le resistenze del West Bromwich Albion. Nella sfida di oggi nel tardo pomeriggio, nel posticipo il Liverpool di Jurgen Klopp battendo lo Stoke City staccherebbe di nuovo di tre punti i Gunners e si riporterebbe al secondo posto, a -6 dal Chelsea e davanti al City di Guardiola. Bene anche Tottenham e Manchester United, che battono in casa rispettivamente 2-1 il Burnley e 3-1 di Sunderland. Il Watford di Mazzarri pareggia in rimonta contro il Crystal Palace, l’Everton sbanca il King Power Stadium 2-0, col Leicester di Ranieri, campione d’Inghilterra in carica, sempre più in zona retrocessione, con soli tre punti di vantaggio sul Sunderland terzultimo.

Fabio Belli

SERIE A – Il Tar annulla tutte le multe sui diritti tv. Beretta soddisfatto

Colpo di scena sul caso dei diritti tv. Il Tar del Lazio ha deciso di annullare tutte le sanzioni ai danni di Mediaset, Sky e Lega Calcio, in quanto non sussisterebbero situazioni di scorrettezza delle parti citate. Di conseguenza vengono a cadere tutte le sanzioni comminate dall’Antitrust per il triennio 2015-2018.

Il Presidente della Lega, Maurizio Beretta, ha così commentato all’Ansa: “Sono soddisfatto per l’esito della sentenza del Tar. E’ stata riconosciuta la nostra correttezza“. Nonostante ciò, l’Antitrust farà ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. La causa è ancora aperta.

 

We Run Rome, quasi 10.000 podisti iscritti per la gara di Capodanno

Il 31 dicembre si terrà la gara podistica a Roma, per celebrare l’anno che verrà. La manifestazione , dal nome We Run Rome, sta registrando il boom di iscritti. Lo scorso anno si arrivò a quota 8.000. Per la gara di questo 2016 si sta polverizzando ogni record e si attesta che ci saranno quasi 10.000 podisti.

Il percorso attraverserà il cuore di Roma, dalle Terme di Caracalla al Circo Massimo, passando per Piazza Venezia, Piazza di Spagna e Piazza del Popolo. La gara competitiva sarà su un percorso di 10 km, la gara non competitiva si articolerà su un percorso della lunghezza di 5 km. Presenti anche gli arbitri di calcio, vista la collaborazione tra la We Run Rome e l’AIA.

Simone Inzaghi laziale dell’anno

La Lazio è una delle vere rivelazioni del campionato italiano in questa parte finale di 2016, su questo sono tutti d’accordo. Merito innanzi tutto di mister Inzaghi che subentrato dopo il no di Bielsa era considerata come la scelta perdente da chiunque avesse seguito la vicenda. Sono stati pochi i coraggiosi che da subito hanno riposto la loro fiducia nell’ex punta biancoceleste e come dargli torto a chi storceva il naso dato che era pronto a salire sul treno per Salerno. Infatti il vero merito di Inzaghi non è stato solo quello di rilanciare in alto il morale di tutto l’ambiente laziale mettendo insieme una squadra competitiva e unendo un gruppo sull’orlo del tracollo, ma soprattutto va reso onore alla sua voglia di Lazio. Già, proprio quel sentimento di vicinanza per i colori biancocelesti che ha fatto rispondere presente alla chiamata di Lotito sapendo che sarebbe potuto diventare il bersaglio di tutti i mal di pancia del momento più basso della Lazio degli ultimi anni. Le accuse lanciate contro di lui sono state molteplici, su tutte lo si accusava di non essere all’altezza del progetto e di essere capace soltanto a rappresentare le volontà del Presidente come un impiegato qualunque. Ma il suo obiettivo era la panchina della Lazio e era disposto ad arrivarci anche attraverso qualche stagione di “gavetta” alla Salernitana, cosa poi non più necessaria e Simone non si è tirato indietro. Si riteneva l’uomo giusto per la Lazio, non un traghettatore e neanche un rimpiazzo, era sicuro delle sue capacità e delle potenzialità del gruppo. Per una serie di (s)fortunati eventi si è ritrovato ancora a Roma e come è andata e sta ancora andando è sotto gli occhi di tutti. Quarto posto, 11: una situazione che solo a ripensare ad un anno fa sembra più che idilliaca. Sicuramente a volte ha sbagliato e sbaglierà ancora, ma altrettanto sicuramente affronterà a testa alta tutte le sfide che incontrerà con la sua squadra, senza tirarsi indietro e nascondersi. Non si vuole fare l’apologia dell’allenatore piacentino ma si deve riconoscere l’indubbio coraggio che ha dimostrato nel mettersi in gioco contro tutto e tutti, e questa è una dote che non tutti hanno, neanche gli allenatori più esperti e famosi.

CHAPECOENSE – Emergono nuovi agghiaccianti dettagli

Emergono nuovi dettagli inerenti il disastro aereo che il 28 novembre scorso vide coinvolta la squadra di calcio brasiliana della Chapecoense.  Gli investigatori colombiani hanno infatti accertato che il British Aerospace 146 della compagnia charter boliviana Lamia viaggiava con poco carburante e in sovrappeso. Dalle registrazioni della cabina di pilotaggio emerge un’animata discussione tra pilota e co-pilota che resosi conto del poco carburante dovevano decidere se fare scalo a Leticia o a Bogotà. In realtà poi l’aereo ha proseguito, evidentemente non calcolando che era in sovrappesso. Un errore di calcolo che è costato la vita a 71 persone.

Lazio debole con le grandi. Ma nel 2017 cambierà qualcosa

La Lazio sopra ogni aspettativa si trova al quarto posto in solitaria un punto sopra il Milan e uno sotto il Napoli. Ma nonostante questa situazione idilliaca un dato negativo è sotto gli occhi di tutti: La Lazio è “piccola con le grandi. Contro quelle squadre di alta classifica, con cui si giocherà le prime posizioni, ha vinto 1 volta (Fiorentina), pareggiato con il Napoli e totalizzato zero punti con Inter, Juve, Milan e Roma, per un totale di 4 punti in 6 partite. Con le “altre” la situazione si capovolge, condizione necessaria per un punteggio come quello dei biancocelesti, e totalizza i restanti 30 punti, ben 2.5 di media a partita. Un altro dato che può far riflettere riguarda le sfide contro le prime 8 squadre (includendo quindi anche Atalanta e Torino), in queste partite la Lazio ha subito 13 gol sui 15 totali nei secondi tempi. Questi due dati si leggono bene guardandone un terzo, l’età media di 24.9 anni. Infatti le difficoltà a recuperare partite ed affrontare le “grandi”, in contrapposizione con l’esuberanza dei primi tempi giocati al massimo, possono essere motivate dalla giovane età, e quindi poca esperienza, di molti dei giocatori laziali e non ultimo l’allenatore. Per i tifosi tutto sommato questa analisi è un fattore positivo, infatti quei punti mancanti per competere ad alti livelli non sono dati da difetti intrinsechi della rosa ma da una mancanza di esperienza che si può colmare solo con la crescita. E’ questa la direzione del gruppo di Inzaghi: crescere. Crescere nei secondi tempi, crescere psicologicamente per sostenere e sostenersi anche nei momenti difficili, come ad esempio nelle sfide contro Roma ed Inter, dove accusato il colpo la squadra non ha reagito. Al centro di questo percorso ci saranno proprio gli scontri diretti come banco di prova di un salto di qualità necessario che, nell’ambiente laziale, si cerca da tempo. Fortunatamente contro Inter, Roma, Torino e Milan la Lazio giocherà in casa ed avere il proprio pubblico vicino sarà sicuramente un’arma in più che avranno i giocatori per riuscire a sostenere il “peso delle grandi” e questo sarà un fattore importantissimo. A maggio si avranno tutte le risposte, in un senso o nell’altro.

 

Lazio, approfittane! Quanti big a parametro zero nel 2017

Il 2017 sta per arrivare e con sé porterà una lista impressionante di parametri zero. E’ vero che giugno è ancora lontano, ma è sempre meglio anticipare l’eventuale concorrenza. Perchè di concorrenza ce ne sarà molta per i tanti BIG che si ritroveranno senza una squadra. Per la Lazio potrebbe essere un’occasione d’oro per puntellare la squadra. Alcuni non sono più giovanissimi ma hanno fatto la storia ovunque hanno giocato. Vediamo insieme i più intriganti:

Ibrahimovic – Re Zlatan si svincolerà dal Manchester United. Nonostante i 35 anni è ancora tra i più forti nel suo ruolo.

Balotelli – In estate è stato accostato a più riprese alla Lazio. Al Nizza sembra esser tornato quello di qualche anno fa, a suon di gol ed ottime prestazioni.

Yaya Tourè – Nonostante l’età avanzata, è ancora uno dei centrocampisti con il miglior piede in circolazione. Oggetto dei desideri di Mancini ai tempi dell’Inter.

Ivanovic – Difensore jolly del Chelse, può giocare sia centrale che terzino. Affidabilissimo.

Jesus Navas – Potrebbe far comodo ad ogni squadra italiana che giochi con il 4-3-3. Esterno dall’ottima tecnica e dal dribbling facile. Attualmente al Manchester City.

Mertesacker e Thiago Silva – Due centrali difensivi tra i più forti in circolazione. Sarà difficile che non rinnovino il contratto, ma i grandi club sono pronti a soffiarli rispettivamente ad Arsenal e PSG.

Zabaleta – L’argentino del City è un ottimo terzino che può giocare sia nella difesa a 4 che nel centrocampo a 5.

Lichtsteiner – Come lo vedreste un suo ritorno alla Lazio?

Gonzalo Rodriguez – Difensore della Fiorentina, ancora non ha trovato l’accordo per il rinnovo. Ottimo centrale con il fiuto del gol ed anche rigorista.

Choupo Moting – La punta dello Schalke 04 potrebbe essere un vero affare per i club italiani. Ottimo fiuto del gol e tanta tecnica

La lista è ancora e spiccano i nomi di Pepe, Sagna, Clichy, Fernandinho, Lucas Leiva, Obi, Witsel, Antonio Valencia, Santi cazorla, Berahino. E voi chi consigliereste alla Lazio?

Onazi attacca la società Lazio e rivela il futuro di Keita

La storia tra la Lazio e Ogenyi Onazi si è chiusa bruscamente questa estate dopo 5 anni. Il giocatore era arrivato nella Primavera di Bollini, di cui era stato protagonista fino alla finale poi persa contro l’Inter. Il giocatore era progressivamente diventato un titolare nel corso degli anni fino all’avvento di Pioli che, specie il secondo anno, gli ha fatto collezionare panchine su panchine, tanto da convincere il nigeriano a lasciare la Capitale per trasferirsi in Turchia nelle file del Trabzonspor.

Incalzato da lazionews24.com, Onazi ha commentato la stagione della sua ex squadra: “Fino a quando Inzaghi resterà alla Lazio, la squadra farà bene. Uno dei miei rimpianti è proprio quello di aver lasciato il club quando è arrivato lui. Mi sarebbe piaciuto giocare ancora per lui, perché ha sempre creduto in me, addirittura in estate mi ha chiesto di restare e mi ha detto che avrebbe parlato direttamente lui con la dirigenza per farmi ottenere il rinnovo del contratto. Io però avevo già fatto la mia scelta, dovevo lasciare la Lazio per i troppi problemi che erano nati. Mi manca Inzaghi, perché è davvero un bravo allenatore e capisce i giocatori. Poi mi mancano i tifosi che con me sono sempre stati meravigliosi, mi mancano anche le canzoni e i loro cori d’incoraggiamento allo stadio. Li ringrazio per i messaggi d’affetto che continuano a mandarmi. Poi mi mancano tanto anche i miei ex compagni di squadra, parlo con loro quasi tutti i giorni

E pensare che due anni fa Onazi fu il protagonista del San Paolo nella sfida Champions contro il Napoli: “Non la dimenticherò mai quella serata, anche perché fu veramente una partita difficile, dove tutti eravamo sotto pressione. Poi quando sono entrato, ho segnato e il mio gol ha regalato la qualificazione ai preliminari di Champions. Ringrazio sempre Dio per tutto quello che mi ha dato”

Dai ricordi belli a quelli brutti legati alla società: “Riguarda la questione degli stipendi è veramente vergognoso che io e la Lazio ci ritroviamo a discuterne. E’ una grande società, io ho firmato un contratto, dopo aver lavorato ricevere ciò che mi spetta è normale. Se quando ero in trattativa qualcuno dei dirigenti ne avesse discusso con me avrei potuto capire. Non credo stiano agendo in maniera intelligente, questo significa comportarsi da sprovveduti. Non so quali prove vogliano portare alla FIFA per giustificare il fatto che non mi hanno pagato. Ho lavorato ogni giorno sul campo con la Lazio, fin quando non sono andato via e per questo devo essere pagato e non rinuncerò al mio stipendio per niente e nessuno. È una vergogna che la Lazio non mi paghi, anche perché loro hanno ricevuto puntualmente i soldi dal Trabzonspor e adesso vogliono tenersi i miei stipendi. Vorrei che tutto ciò non fosse successo perché amo tantissimo la Lazio, è la squadra con cui ho iniziato la carriera”.

Poi su Keita rivela: “Il più grande errore della Lazio sarà quello di vendere Keita! E’ un talento puro”. Infine un saluto ai tifosi: “Voglio sfruttare l’occasione per ringraziare la grande Curva Nord e tutti i tifosi della Lazio per il loro amore che mi hanno dato e che continuano a farmi sentire ogni giorno con i messaggi che mi arrivano. Mi mancano davvero e auguro a loro tutto il meglio dal mio cuore. Il mio desiderio è che un giorno la Lazio potrà vincere lo scudetto e giocare in Champions League ad alti livelli. Buon anno e felice anno nuovo a tutti!

CALCIOMERCATO – Keita: il sostituto arriva dall’Inter?

Eccoci quasi a gennaio: tempo di calciomercato ma anche di Coppa d’Africa. La manifestazione africana porterà via alle squadre italiane molti giocatori almeno per un mese. Tra questi ultimi anche Keita Balde Diao. La partenza del senegalese costringerà la società biancoceleste a trovare un degno sostituto per l’attacco di Simone Inzaghi. Soluzioni interne per sostituire Keita la Lazio ne avrebbe diverse: c’è il giovane Lombardi, l’olandese Kishna e lo spagnolo Luis Alberto. Tre alternative che però non convincono in pieno e per questo motivo la Lazio sta valutando l’ipotesi di tornare sul mercato. Cerci sembra tramontato, Cafù del Ludogorets ha sulle sue tracce diverse squadre, e a questo punto  dirigenti biancocelesti potrebbero decidere di puntare su un giocatore che conosca già il campionato italiano e che possa essere raggiunto senza sborsare cifre esorbitanti. Il profilo giusto potrebbe essere quello dell’interista Jonathan Biabiany. Il giocatore nerazzurro piace al ds Igli Tare che cercò di arrivare al calciatore già due anni fa quando giocava con il Parma. Biabiany è fuori dai piani di Pioli e vorrebbe trovare una nuova squadra che sia disposta a credere in lui. L’Inter vuole 8 milioni di euro ma potrebbe essere disposta a cederlo in prestito oneroso, una modalità che il presidente laziale Claudio Lotito ama molto.

 

LAZIO STORY – Il 26/12/71 la Lazio di Chinaglia e Maestrelli sfidò il Taranto

Altri tempi, altro calcio, altri calciatori. Quest’oggi ci proiettiamo nel 1971, quando la Lazio di Chinaglia sfidò il Taranto in quella domenica del 26 dicembre. Allo Stadio “Salinella” si disputa la 14esima giornata del campionato di Serie B. La banda Maestrelli in quella stagione è tra le favorite per la promozione nel calcio che conta. Eppure, nonostante il secondo posto a fine stagione, non fu un’annata facile.

In quel 26 dicembre i biancocelesti affrontarono una dura prova. Uno stadio gremito fino all’ultimo posto ed un Taranto pronto a vender cara la pelle. Il risultato finale fu 0-0 ma la Lazio rischiò grosso. Eroici furono Papadopulo, che decise di continuare il match nonostante una sublussazione alla spalla, e Wilson, anche lui con un problema alla coscia, rimanendo sempre in campo. Ma il man of the match fu il nostro portiere Bandoni. Una serie di interventi prodigiosi tennero a galla la banda Maetrelli. Chinaglia all’80esimo servì magistralmente Facchin che però non riuscì a centrare la porta. Alla fine fu un punto d’oro che servì per la promozione in Serie A, a fine stagione. Due anni dopo arrivò il primo scudetto. Ma quella è un’altra storia…

26 dicembre 1971 – 1707 – Campionato di Serie B 1971/72 – XIV giornata – calcio d’inizio ore 14.30

TARANTO: Cimpiel, Biondi, Colletta, Pelagalli, Cattaneo, Gagliardelli, Morelli, Aristei, Paina, Tartari, Beretti. A disp.: Baroncini, Campidonico. All. Caciagli.

LAZIO: Bandoni, Facco, Oddi, Wilson, Papadopulo, Martini, Massa, Abbondanza, Chinaglia, Moschino, Facchin. A disp.: Di Vincenzo, Nanni. All. Maestrelli.

Arbitro: Giunti (Arezzo).

Note: temperatura quasi primaverile. Calci d’angolo: 11 a 1 per il Taranto.

Spettatori: 22.555 paganti e 4.000 abbonati per un incasso di £.48.781.000 (record per il Taranto)

Un laziale nel dream team di Rui Costa accanto a Maldini e Cafu

Rui Costa su Record ha stilato il suo 11 ideale: in porta Vitor Bahia in porta, terzini Cafu e Maldini, centrali Nesta (definito il più elegante con cui ha giocato) e Mozer. Regista Pirlo con accanto Paulo Sousa, mentre avanzati Figo e Kakà. In attacco Cristiano Ronaldo e Batistuta.

Santo Stefano: Ecco gli “Stefani” della Lazio! (seconda parte)

Ecco la seconda parte del nostro viaggio nella storia della Lazio, con tutti gli altri “Stefani“, dagli anni 2000 ad oggi. Possiamo definirla l’età d’oro degli Stefani in quanto alcuni dei giocatori fondamentali della Lazio, portano proprio questo nome.

  1. Stefano Fiore (centrocampista), iniziamo col botto, con uno dei giocatori più forti della storia della Lazio, il calabrese nasce nel 1975 e cresce nelle giovanili del Cosenza, esplode con la maglia dell’Udinese, ed è proprio dai bianconeri che la Lazio preleva Fiore. Nel primo anno in biancoceleste colleziona 30 presenze e 3 reti, con l’avvento di Mancini, il centrocampista calabrese ritrova nuova vita mantenendo circa le stesse presenze, ma raddoppiando le reti. Fiore vince due coppe Italia, una col Parma e una con la Lazio, in quest’ultima protagonista con 3 gol (tra andata e ritorno) contro la Juventus, ha vinto poi una Supercoppa Uefa col Valencia, un Intertoto e due coppe UEFA tutte e tre col Parma. Con la nazionale italiana vince i Giochi del mediterraneo nel 1997.
  2. Esteban Nicolas Gonzalez (centrocampista), da una stella ad una meteora della Lazio, Gonzalez milita solo un anno in biancoceleste e colleziona solo 3 presenze. Non ha lasciato minimamente il segno nella storia della Lazio, è uno degli acquisti fallimentari dell’era Lotito.
  3. Stephen Ayodele Makinwa (attaccante), punta molto veloce nigeriana, che però non ha fatto benissimo alla Lazio, arrivato nel 2006 per circa 6 milioni, come alternativa a Rocchi e Pandev, disputa 39 partite segnando 3 gol. Attualmente è un procuratore sportivo. Con la Lazio ha vinto la Supercoppa Italiana nel 2009 a Pechino contro l’Inter.
  4. Stefano Mauri (centrocampista), uno degli “Stefani” più longevi in casa Lazio, viene acquistato nel 2006 dall’Udinese, esordisce il 24 gennaio nella partita d’andata dei quarti, di Coppa Italia, contro l’Inter; partita pareggiata per 1-1. Il 29 gennaio successivo disputa la prima partita in campionato, in occasione della trasferta vinta, per 0-1, contro il Treviso. Il 5 marzo 2006 arriva anche la prima rete con la nuova maglia, in occasione della trasferta pareggiata, per 2-2, contro il ChievoVerona. A fine stagione totalizza 17 presenze e 2 reti.
    In estate viene acquistato a titolo definitivo per 3.5 milioni di euro e da lì l’amore per la Lazio non è mai calato, diventandone capitano, siglando 42 gol totali in 243 presenze, vincendo anche 2 Coppe Italia (2008/09, 2012/13) e una Supercoppa Italiana (2008/09).
  5. Stephan Lichtsteiner (difensore), terzino svizzero, dotato di grande corsa e resistenza che esplode nella Lazio( che lo acquista nel 2008), con la quale raggiunge le 100 presenze condite da tre gol (uno di questi nel derby vinto per 4-2). Verrà ceduto nel 2011 alla Juventus per circa 10 milioni, dove riceve la consacrazione anche in campo europeo, arrivando in finale di Champions nel 2015. Capitano e simbolo della Nazionale Svizzera, dove conta 88 presenze e 6 reti. Nel suo Palmarés risultano 5 Campionati italiani (Tutti vinti con la Juventus), 3 Coppe Italia (1 con la Lazio e 2 con la Juventus), 4 Supercoppe Italiane (1 con la Lazio e tre con la Juve) e un Campionato svizzero col Grassopher nel 2002/03
  6. Stefan Radu (difensore), difensore romeno dal 2008 nella Lazio e ancora in rosa, oggi è il vice capitano (dopo Lucas Biglia), può giocare sia da centrale che da terzino sinistro, rendendolo uno dei giocatori più utile dello scacchiere di Inzaghi. Pieno di grinta, a volte eccessiva, è uno dei giocatori che i tifosi apprezzano di più. Oggi conta 204 presene con la maglia della Lazio, condito da 4 gol. Con l’aquila sul petto vince 2 Coppe Italia (una quella del 26 Maggio) e una Supercoppa Italiana.
  7. Stefan de Vrij (difensore), ultimo, non per importanza, il centrale olandese, che tutti ha convinto già dalla prima stagione  in biancoceleste. Acquistato dal Feyenoord  per una cifra vicina agli 8,5 milioni di euro. Tutt’ora guida la difesa della Lazio con ottimi risultati. Il suo plamarés è vuoto ma il suo talento è innegabile, al momento conta 43 presenze con la Lazio e solo un gol siglato contro il Chievo nel Settembre scorso.

Amarcord Pioli: “Avevo una Lazio di qualità ma poi…”

“Il primo anno alla Lazio abbiamo avuto risultati eccezionali, la rosa era di qualità”. Parola di Stefano Pioli a Inter Channel. Il tecnico emiliano ha ripercorso le sue stagioni sulla panchina biancoceleste: “Il secondo anno le dinamiche sono cambiate e i giocatori non hanno soddisfatto le mie aspettative.  Avevamo combattuto un campionato per raggiungere i preliminari Champions e quella sconfitta ci ha segnato la stagione. L’eliminazione con lo Sparta Praga ha poi di fatto messo la parola fine all’avventura”. 

Il “gol” più importante di Senad Lulic (FOTO)

Non è stato un dicembre esaltante per Senad Lulic: dalla sconfitta nel derby (e gli episodi del post gara che gli costeranno 20 giorni di squalifica) alla sconfitta contro l’Inter dell’ex Pioli. Ma tutto passa in secondo piano quando arrivi a giungere la gioia più bella del mondo: diventare padre.
La notizia arriva direttamente tramite social, dove la moglie Sandra ha postato una foto di lei in compagnia di Senad e con in mostra un vistoso pancione, accompagnato dalla didascalia: “Ti aspettiamo, Piccolo Lulic“. Impossibile capire quando avverrà la nascita, anche se è facile intuire che risalirà ai primi mesi del 2017. Congratulazioni Senad Di seguito, la foto pubblicata dalla famiglia Lulic:

 

👶🏻💙🌍 ti aspettiamo #piccololulic jedva te cekamo… 👨‍👩‍👧💙

Una foto pubblicata da Family Lulic🇧🇦🇨🇭 💝👨‍👩‍👧⚽️ (@sandra_lulic) in data:

Santo Stefano: Ecco gli “Stefani” della Lazio! (prima parte)

Oggi è Santo Stefano e vogliamo festeggiarlo con voi andando a rivivere tutti ma proprio tutti gli “Stefani” che hanno indossato la casacca con l’aquila sul petto. Oggi arriveremo fino alla fine degli anni 90.

Tra meteore e sconosciuti ecco gli “Stefani” della Lazio

  1. Stefano Malacarne (difensore), nato nel 1925, cresce nelle giovanili del San Donato, dove gioca fino al 1946 per poi passare all’Orbetello prima e alla Salernitana poi. Proprio dai granata lo preleva la Lazio, con la quale giocherà dal 1950 al 1955, arrivando a 90 presenze ma senza mai segnare un gol. Si ritira dal calcio nel 56 dopo un anno di esperienza al Foligno. Esordi il 10 Settembre del 1950 contro l’Inter, in un match terminato per 3-3. Viene acquistato dal presidente Zenobi come perno della sua difesa, non bella ma efficace.
  2. Stefano Di Chiara (difensore), nasce nel 1956, la Lazio è la prima squadra in cui gioca sia nelle giovanili che in prima squadra, certo gioca è un parolone, poiché non è mai sceso in campo con l’aquila sul petto negli anni in cui figurava in rosa, forse per la sua giovane età, nonostante tutto ha un palmarès di tutto rispetto, intanto fa parte della rosa della prima Lazio scudettata (1973/74), un campionato Primavera (75/76) e uno Under 23 ( 73/74) sempre con la Lazio, poi  un campionato di Serie C con la Pistoiese nel 76/77 e uno di Serie B col Lecce nel 84/85. Si ritirò dal calcio giocato nel 1991, continuando come allenatore, tra le tante, di Siena, Ravenna, Pistoiese e Cisco Roma.
  3. Stefano Ferretti (centrocampista), nasce nel 1960, milita nelle giovanili della Lazio, per poi passare in prima squadra, prima dal 1978 al 1980, poi, dopo una breve parentesi all’Empoli, dal 1981 al 1982, per un totale di 31 presenze e 5 reti. Ritiratosi nel 1996 inizia la carriera da allenatore con la Lupa Frascati dove allena per un anno, passa poi al Pro Vasto e al Guidonia, fino al 2016 allenava il Lariano in Eccellenza. Nel suo palmarès c’è una coppa Italia Primavera vinta con la Lazio nel 78-79.
  4. Stefano Chiodi (attaccante), classe 1956, cresce nelle giovanili del Bologna, dove milita fino al 1978. L’anno dopo passa al Milan, e successivamente alla Lazio, retrocessa in B, per lo scandalo calcioscommesse. Con i biancocelesti conta 28 presenze e 6 reti in Serie B, quando torna in Serie A non trova mai la via del gol, nonostante le 10 presenze. Ha militato anche nella nazionale Under-21, dove è sceso 3 volte in campo facendo 2 gol. Nella sua bacheca risulta uno scudetto vinto col Milan nel 1978-79. Ci ha lasciato prematuramente nel 2009 a causa di un male incurabile, a soli 52 anni.
  5. Stefano Melchiori (centrocampista), nato nel 1965, ha militato nella Lazio (che lo ha pagato 2,4 miliardi di lire) per un anno dal 1991, dove conta 20 presenze e 0 gol. Vince il suo unico trofeo con la maglia del Casale, ovvero una Coppa Italia Dilettanti, nel 1998-99. Attualmente è l’allenatore del Tortona Villalvernia.
  6.  Stefano Sorrentino (portiere), figlio d’arte, anche il padre Roberto era un portiere, nasce nel 1979, e gioca nelle giovanili della Lazio, senza mai però esordire in prima squadra. Attualmente è il portiere, nonché uno delle bandiere del Chievo Verona, con il quale conta ben 176 presenze. Ha militato anche nella Juventus con la quale ha vinto uno scudetto nel 1997-98 e una Supercoppa Italiana nel 1997.
  7. Stefano Lombardi e Stefano di Fiordo (difensori), compagni di squadra nella Lazio nel 1998-99, il primo conta 4 presenze, il secondo invece non ha mai esordito con la Lazio, complice anche la presenza di campioni del calibro di Nesta, Mihajlovic, Couto, ecc… Entrambi facevano parte della rosa vincitrice della Coppa delle Coppe nel 1998 al Villa Park di Birmingham, e della Supercoppa Italiana del 1998 contro la Juventus (1-2 Nedved e Conceicao)

Il curioso caso di Cherno Samba

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Gli amanti dei giochi manageriali sul calcio, ed in particolare del celeberrimo Championship Manager, conosceranno sicuramente il suo nome: Cherno Samba.

Classe ’85, nativo di Banjul, in Gambia, Samba muove i suoi primi passi nel calcio che conta con la maglia del Milwall, storica squadra londinese, attirando subito su di sè l’attenzione degli addetti ai lavori, tanto che la prestigiosa rivista Don Balòn nel 2001 lo inserì nella lista dei migliori 100 prospetti del calcio mondiale.

Un predestinato, si diceva di lui, Manchester United e Liverpool pronte a far follie pur di accaparrarsi le prestazioni di questo attaccante venuto dall’Africa. Ma la sua vera fama arrivò quando il gioco Championship Manager che lo vedeva protagonista, fu distribuito gratuitamente dal Daily Telegraph, finendo per essere giocato su praticamente ogni computer della Gran Bretagna. Ecco che allora tutti costruivano la propria squadra sulle prodezze di questo ragazzo, veloce e potente, tecnico e molto bravo anche nel giocare di squadra. Il miglior giocatore del mondo, o almeno questo secondo i programmatori del famoso gioco manageriale, stagione 2000/2001, che avevano reso l’allora quindicenne originario del Gambia il miglior prospetto di tutto quell’universo virtuale.

Ma la realtà, e questo è cosa nota, è molto diversa dal mondo virtuale: Samba si perse quasi subito, scontrandosi con il calcio dei grandi dove le sue grandi risorse fisiche non bastavano più per marcare la differenza e con una pressione enorme, che non gli permetteva più di giocare con quell’istinto che lo portava a realizzare veri e propri capolavori. Il suo sogno dichiarato era vincere il Mondiale con l’Inghilterra, ma dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili ha finito per giocare con il Gambia, 4 gare e una rete.

L’esordio con il Millwall non arrivò mai, l’attaccante finì in Spagna in qualche squadra “B” e poi ancora in Inghilterra senza affermarsi. Samba trovò gloria “solo” militando nella miglior squadra di Finlandia, l’Haka, poi nell’FK Tønsberg.

Il 22 luglio 2015, dopo un brutto infortunio, il ritiro dall’attività agonistica, per proseguire a giocare a calcio a livello dilettantistico con la squadra amatoriale Dream Team FC.

Parabola di un fenomeno del mondo virtuale e di una meteora del calcio giocato…

“Dovevo ordinare un nuovo telefono al mio gestore. Ho chiamato, e quando mi hanno detto che avrei dovuto attendere due o tre mesi ho pensato ‘nessun problema!’. Poi il ragazzo mi ha chiesto come mi chiamassi, ho detto ‘Cherno Samba’. Sorpreso mi ha detto ‘Quello di Championship Manager? Lo avrà domani allora!’…”

Giulio Piras

Strakosha verso il rinnovo. Percepirà il triplo

Tra le più bello sorprese della Lazio di Inzaghi sicuramente c’è Thomas Strakosha. Nessuno se lo sarebbe aspettato dopo la negativa stagione a Salerno. Poi i vari infortuni di Marchetti e la bocciatura di Vargic gli hanno dato la possibilità di giocare e lui ha sfruttato al meglio le sue carte convincendo anche i più scettici. A gennaio la Lazio è a caccia di un nuovo portiere che molto probabilmente sostituirà Marchetti nella prossima stagione, tra Perin e Sportiello, non è detto che a godere non sia proprio il portierino albanese. Intanto, dall’Albania parlano di un immediato rinnovo con la Lazio che incrementerà il suo guadagno del triplo. Infatti, Strakosha andrà a percepire 300mila euro annuali. Un bel premio per lui che si è meritato il rinnovo.

Ich bin Moritz Leitner

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Ich bin Moritz Leitner“, “Io sono Moritz Leitner“.

Tedesco, o meglio bavarese di Monaco, classe 1992, di professione centrocampista. Cresciuto nelle giovanili del club meno blasonato della sua città, il Monaco 1860. Figlio d’arte (il padre, Erwin Feldberger, fu un discreto giocatore a cavallo tra gli anni ’60 e ’70), possiede una buona visione di gioco, è veloce ed è molto abile nei dribbling e nelle ripartenze. Può giocare sia come centrocampista centrale, sia come esterno sinistro, sia a supporto delle punte.

Questo è quanto si evince da Wikipedia, in quanto Moritz Leitner, in casa Lazio, queste caratteristiche non le ha fatte intravedere. O perlomeno non ne ha avuto possibilità.

Dal suo approdo a Roma il 12 agosto infatti, per una cifra vicina ai 2 milioni di euro, del centrocampista tedesco si ricordano sporadiche apparizioni, un totale di 13 minuti divisi in due presenze nei minuti finali contro Cagliari ed Udinese. Eppure il Ds biancoceleste Igli Tare ad un mese dal suo approdo a Roma, rispondeva così a chi lo definiva come un acquisto inutile: “Il suo acquisto è stato visto da alcuni come qualcosa di inutile, ma non sono d’accordo. Questo è un giocatore che ha esperienza internazionale, e può giocare in diverse posizioni a centrocampo. In più vuole dimostrare di poter tornare utile nuovamente anche alla Nazionale tedesca“.

Il Direttore sportivo biancoceleste è convinto che i soldi utilizzati per il nativo di Monaco di Baviera siano stati ben spesi, i tifosi aspettano di rivedere quel giocatore che ai tempi del Borussia Dortmund aveva fatto innamorare uno dei guru del calcio tedesco, l’attuale tecnico del Liverpool Jurgen Klopp.

C’è tutto un 2017 in cui dimostrare qualcosa, se lo augurano i sostenitori biancocelesti, ma anche e soprattutto mister Simone Inzaghi.

Glück Moritz!