Home Blog Pagina 2333

Santo Stefano: Ecco gli “Stefani” della Lazio! (prima parte)

Oggi è Santo Stefano e vogliamo festeggiarlo con voi andando a rivivere tutti ma proprio tutti gli “Stefani” che hanno indossato la casacca con l’aquila sul petto. Oggi arriveremo fino alla fine degli anni 90.

Tra meteore e sconosciuti ecco gli “Stefani” della Lazio

  1. Stefano Malacarne (difensore), nato nel 1925, cresce nelle giovanili del San Donato, dove gioca fino al 1946 per poi passare all’Orbetello prima e alla Salernitana poi. Proprio dai granata lo preleva la Lazio, con la quale giocherà dal 1950 al 1955, arrivando a 90 presenze ma senza mai segnare un gol. Si ritira dal calcio nel 56 dopo un anno di esperienza al Foligno. Esordi il 10 Settembre del 1950 contro l’Inter, in un match terminato per 3-3. Viene acquistato dal presidente Zenobi come perno della sua difesa, non bella ma efficace.
  2. Stefano Di Chiara (difensore), nasce nel 1956, la Lazio è la prima squadra in cui gioca sia nelle giovanili che in prima squadra, certo gioca è un parolone, poiché non è mai sceso in campo con l’aquila sul petto negli anni in cui figurava in rosa, forse per la sua giovane età, nonostante tutto ha un palmarès di tutto rispetto, intanto fa parte della rosa della prima Lazio scudettata (1973/74), un campionato Primavera (75/76) e uno Under 23 ( 73/74) sempre con la Lazio, poi  un campionato di Serie C con la Pistoiese nel 76/77 e uno di Serie B col Lecce nel 84/85. Si ritirò dal calcio giocato nel 1991, continuando come allenatore, tra le tante, di Siena, Ravenna, Pistoiese e Cisco Roma.
  3. Stefano Ferretti (centrocampista), nasce nel 1960, milita nelle giovanili della Lazio, per poi passare in prima squadra, prima dal 1978 al 1980, poi, dopo una breve parentesi all’Empoli, dal 1981 al 1982, per un totale di 31 presenze e 5 reti. Ritiratosi nel 1996 inizia la carriera da allenatore con la Lupa Frascati dove allena per un anno, passa poi al Pro Vasto e al Guidonia, fino al 2016 allenava il Lariano in Eccellenza. Nel suo palmarès c’è una coppa Italia Primavera vinta con la Lazio nel 78-79.
  4. Stefano Chiodi (attaccante), classe 1956, cresce nelle giovanili del Bologna, dove milita fino al 1978. L’anno dopo passa al Milan, e successivamente alla Lazio, retrocessa in B, per lo scandalo calcioscommesse. Con i biancocelesti conta 28 presenze e 6 reti in Serie B, quando torna in Serie A non trova mai la via del gol, nonostante le 10 presenze. Ha militato anche nella nazionale Under-21, dove è sceso 3 volte in campo facendo 2 gol. Nella sua bacheca risulta uno scudetto vinto col Milan nel 1978-79. Ci ha lasciato prematuramente nel 2009 a causa di un male incurabile, a soli 52 anni.
  5. Stefano Melchiori (centrocampista), nato nel 1965, ha militato nella Lazio (che lo ha pagato 2,4 miliardi di lire) per un anno dal 1991, dove conta 20 presenze e 0 gol. Vince il suo unico trofeo con la maglia del Casale, ovvero una Coppa Italia Dilettanti, nel 1998-99. Attualmente è l’allenatore del Tortona Villalvernia.
  6.  Stefano Sorrentino (portiere), figlio d’arte, anche il padre Roberto era un portiere, nasce nel 1979, e gioca nelle giovanili della Lazio, senza mai però esordire in prima squadra. Attualmente è il portiere, nonché uno delle bandiere del Chievo Verona, con il quale conta ben 176 presenze. Ha militato anche nella Juventus con la quale ha vinto uno scudetto nel 1997-98 e una Supercoppa Italiana nel 1997.
  7. Stefano Lombardi e Stefano di Fiordo (difensori), compagni di squadra nella Lazio nel 1998-99, il primo conta 4 presenze, il secondo invece non ha mai esordito con la Lazio, complice anche la presenza di campioni del calibro di Nesta, Mihajlovic, Couto, ecc… Entrambi facevano parte della rosa vincitrice della Coppa delle Coppe nel 1998 al Villa Park di Birmingham, e della Supercoppa Italiana del 1998 contro la Juventus (1-2 Nedved e Conceicao)

Il curioso caso di Cherno Samba

0

Gli amanti dei giochi manageriali sul calcio, ed in particolare del celeberrimo Championship Manager, conosceranno sicuramente il suo nome: Cherno Samba.

Classe ’85, nativo di Banjul, in Gambia, Samba muove i suoi primi passi nel calcio che conta con la maglia del Milwall, storica squadra londinese, attirando subito su di sè l’attenzione degli addetti ai lavori, tanto che la prestigiosa rivista Don Balòn nel 2001 lo inserì nella lista dei migliori 100 prospetti del calcio mondiale.

Un predestinato, si diceva di lui, Manchester United e Liverpool pronte a far follie pur di accaparrarsi le prestazioni di questo attaccante venuto dall’Africa. Ma la sua vera fama arrivò quando il gioco Championship Manager che lo vedeva protagonista, fu distribuito gratuitamente dal Daily Telegraph, finendo per essere giocato su praticamente ogni computer della Gran Bretagna. Ecco che allora tutti costruivano la propria squadra sulle prodezze di questo ragazzo, veloce e potente, tecnico e molto bravo anche nel giocare di squadra. Il miglior giocatore del mondo, o almeno questo secondo i programmatori del famoso gioco manageriale, stagione 2000/2001, che avevano reso l’allora quindicenne originario del Gambia il miglior prospetto di tutto quell’universo virtuale.

Ma la realtà, e questo è cosa nota, è molto diversa dal mondo virtuale: Samba si perse quasi subito, scontrandosi con il calcio dei grandi dove le sue grandi risorse fisiche non bastavano più per marcare la differenza e con una pressione enorme, che non gli permetteva più di giocare con quell’istinto che lo portava a realizzare veri e propri capolavori. Il suo sogno dichiarato era vincere il Mondiale con l’Inghilterra, ma dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili ha finito per giocare con il Gambia, 4 gare e una rete.

L’esordio con il Millwall non arrivò mai, l’attaccante finì in Spagna in qualche squadra “B” e poi ancora in Inghilterra senza affermarsi. Samba trovò gloria “solo” militando nella miglior squadra di Finlandia, l’Haka, poi nell’FK Tønsberg.

Il 22 luglio 2015, dopo un brutto infortunio, il ritiro dall’attività agonistica, per proseguire a giocare a calcio a livello dilettantistico con la squadra amatoriale Dream Team FC.

Parabola di un fenomeno del mondo virtuale e di una meteora del calcio giocato…

“Dovevo ordinare un nuovo telefono al mio gestore. Ho chiamato, e quando mi hanno detto che avrei dovuto attendere due o tre mesi ho pensato ‘nessun problema!’. Poi il ragazzo mi ha chiesto come mi chiamassi, ho detto ‘Cherno Samba’. Sorpreso mi ha detto ‘Quello di Championship Manager? Lo avrà domani allora!’…”

Giulio Piras

Strakosha verso il rinnovo. Percepirà il triplo

Tra le più bello sorprese della Lazio di Inzaghi sicuramente c’è Thomas Strakosha. Nessuno se lo sarebbe aspettato dopo la negativa stagione a Salerno. Poi i vari infortuni di Marchetti e la bocciatura di Vargic gli hanno dato la possibilità di giocare e lui ha sfruttato al meglio le sue carte convincendo anche i più scettici. A gennaio la Lazio è a caccia di un nuovo portiere che molto probabilmente sostituirà Marchetti nella prossima stagione, tra Perin e Sportiello, non è detto che a godere non sia proprio il portierino albanese. Intanto, dall’Albania parlano di un immediato rinnovo con la Lazio che incrementerà il suo guadagno del triplo. Infatti, Strakosha andrà a percepire 300mila euro annuali. Un bel premio per lui che si è meritato il rinnovo.

Ich bin Moritz Leitner

0

Ich bin Moritz Leitner“, “Io sono Moritz Leitner“.

Tedesco, o meglio bavarese di Monaco, classe 1992, di professione centrocampista. Cresciuto nelle giovanili del club meno blasonato della sua città, il Monaco 1860. Figlio d’arte (il padre, Erwin Feldberger, fu un discreto giocatore a cavallo tra gli anni ’60 e ’70), possiede una buona visione di gioco, è veloce ed è molto abile nei dribbling e nelle ripartenze. Può giocare sia come centrocampista centrale, sia come esterno sinistro, sia a supporto delle punte.

Questo è quanto si evince da Wikipedia, in quanto Moritz Leitner, in casa Lazio, queste caratteristiche non le ha fatte intravedere. O perlomeno non ne ha avuto possibilità.

Dal suo approdo a Roma il 12 agosto infatti, per una cifra vicina ai 2 milioni di euro, del centrocampista tedesco si ricordano sporadiche apparizioni, un totale di 13 minuti divisi in due presenze nei minuti finali contro Cagliari ed Udinese. Eppure il Ds biancoceleste Igli Tare ad un mese dal suo approdo a Roma, rispondeva così a chi lo definiva come un acquisto inutile: “Il suo acquisto è stato visto da alcuni come qualcosa di inutile, ma non sono d’accordo. Questo è un giocatore che ha esperienza internazionale, e può giocare in diverse posizioni a centrocampo. In più vuole dimostrare di poter tornare utile nuovamente anche alla Nazionale tedesca“.

Il Direttore sportivo biancoceleste è convinto che i soldi utilizzati per il nativo di Monaco di Baviera siano stati ben spesi, i tifosi aspettano di rivedere quel giocatore che ai tempi del Borussia Dortmund aveva fatto innamorare uno dei guru del calcio tedesco, l’attuale tecnico del Liverpool Jurgen Klopp.

C’è tutto un 2017 in cui dimostrare qualcosa, se lo augurano i sostenitori biancocelesti, ma anche e soprattutto mister Simone Inzaghi.

Glück Moritz!

 

 

‘TOP 100 2016’ – Il “Guardian decreta i migliori calciatori dell’anno solare

0

E’ giunta alla quinta edizione consecutiva l’iniziativa del noto quotidiano britannico The Guardian, che ha decretato i migliori 100 calciatori in attività nell’anno solare 2016. La speciale classifica è stata stilata da una giuria composta da 124 tra calciatori, ex giocatori, allenatori e giornalisti provenienti da 45 Paesi diversi (tra i quali l’ex capitano e attuale vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti), che, da una lista iniziale di 350 nomi, ne ha dovuti estrapolare 40 ed inserirli in una personale classifica. Al giocatore messo al primo posto venivano dunque assegnati 40 punti, 39 al secondo, 38 al terzo e così via fino al quarantesimo, che riceveva un solo punto. La somma di tutti i punti ha determinato, poi, la classifica finale resa nota oggi. Ve la proponiamo qui di seguito, in ordine decrescente (dall’ultimo al primo):

#100 Ousmane Dembélé (Borussia Dortmund)

#99 Julian Weigl (Borussia Dortmund)

#98 Thiago Alcantara (Bayern Monaco)

#97 Santi Cazorla (Arsenal)

#96 Francesco Totti (Roma)

#95 Ever Banega (Inter)

#94 Alexandre Lacazette (Lione)

#93 Fernandinho (Manchester City)

#92 Thibaut Courtois (Chelsea)

#91 Adrien Silva (Sporting CP)

#90 Dele Alli (Tottenham)

#89 Arjen Robben (Bayern Monaco)

#88 Raheem Sterling (Manchester City)

#87 James Rodriguez (Real Madrid)

#86 Juan Mata (Manchester United)

#85 Ilkay Gundogan (Manchester City)

#84 Blaise Matuidi (Psg)

#83 Miguel Borja (Atletico Nacional)

#82 Marek Hamsik (Napoli)

#81 Claudio Bravo (Manchester City)

#80 Gianluigi Donnarumma (Milan)

#79 Nani (Valencia)

#78 Dani Alves (Juventus)

#77 Yannick Carrasco (Atletico Madrid)

#76 Roberto Firmino (Liverpool)

#75 Rui Patricio (Sporting CP)

#74 Raphael Guerreiro (Borussia Dortmund)

#73 Aaron Ramsey (Arsenal)

#72 Kasper Schmeichel (Leicester)

#71 Alvaro Morata (Real Madrid)

#70 Miralem Pjanic (Juventus)

#69 Sadio Manè (Liverpool)

#68 Laurent Koscielny (Arsenal)

#67 Aritz Aduriz (Athletic Bilbao)

#66 Giorgio Chiellini (Juventus)

#65 Mohamed Salah (Roma)

#64 Gabriel Jesus (Palmeiras)

#63 Douglas Costa (Bayern Monaco)

#62 Javier Mascherano (Barcellona)

#61 David Alaba (Bayern Monaco)

#60 Joshua Kimmich (Bayern Monaco)

#59 Kevin Gameiro (Atletico Madrid)

#58 Toby Alderweireld (Tottenham Hotspur)

#57 Henrik Mkhitaryan (Manchester United)

#56 Philipp Lahm (Bayern Monaco)

#55 Keylor Navas (Real Madrid)

#54 Renato Sanches (Bayern Monaco)

#53 Casemiro (Real Madrid)

#52 Thiago Silva (Psg)

#51 Mats Hummels (Bayern Monaco)

#50 Benzema (Real Madrid)

#49 Mauro Icardi (Inter)

#48 Marcelo (Real Madrid)

#47 Edinson Cavani (Psg)

#46 Diego Costa (chelsea)

#45 Marco Verratti (Psg)

#44 David Silva (Manchester City)

#43 Angel Di Maria (Psg)

#42 Jan Oblak (Atletico Madrid)

#41 Koke (Atletico Madrid)

#40 Hugo Lloris (Tottenham)

#39 Sergio Busquets (Barcellona)

#38 Gerard Piqué (Barcellona)

#37 Paulo Dybala (Juventus)

#36 Jerome Boateng (Bayern Monaco)

#35 Eden Hazard (Chelsea)

#34 Ivan Rakitic (Barcellona)

#33 Harry Kane (Tottenham)

#32 Arturo Vidal (Bayern Monaco)

#31 Thomas Muller (Bayern Monaco)

#30 Pepe (Real Madrid)

#29 David De Gea (Manchester United)

#28 Philippe Coutinho (Liverpool)

#27 Dimitry Payet (West Ham)

#26 Leonardo Bonucci (Juventus)

#25 Sergio Ramos (Real Madrid)

#24 Diego Godin (Atletico Madrid)

#23 Mesut Ozil (Arsenal)

#22 Gianluigi Buffon (Juventus)

#21 Toni Kroos (Real Madrid)

#20 Zlatan Ibrahimovic (Manchester United)

#19 Jamie Vardy (Leicester)

#18 Manuel Neuer (Bayern Monaco)

#17 Paul Pogba (Manchester United)

#16 N’Golo Kanté (Chelsea)

#15 Andres Iniesta (Barcellona)

#14 Gonzalo Higuain (Juventus)

#13 Kevin De Bruyne (Manchester City)

#12 Luka Modric (Real Madrid)

#11 Sergio Aguero (Manchester City)

#10 Riyad Mahrez (Leicester)

#9Alexis Sanchez (Arsenal)

#8 Pierre-Emerick Aubameyang (Borussia Dortmund)

#7 Robert Lewandowski (Bayern Monaco)

#6 Gareth Bale (Real Madrid)

#5 Neymar (Barcellona)

#4 Antoine Griezmann (Atletico Madrid)

#3 LUIS SUAREZ (BARCELLONA)

#2 LIONEL MESSI (BARCELLONA)

#1 CRISTIANO RONALDO (REAL MADRID)

2016 anno dei ‘giovani’: ecco il primo 2001 ad esordire in A

0

Il 2016 sarà certamente ricordato come l’anno dei ‘giovani‘: ragazzi che dai settori giovanili hanno compiuto il grande salto (a volte grandissimo) verso la prima squadra. In casa della Lazio ce ne sono diversi (Cataldi, Murgia, Lombardi, tanto per fare qualche esempio), ma anche le altre squadre non sono da meno. L’ultimo in ordine di tempo è stato Pietro Pellegri, talentuoso attaccante del Genoa, che dopo aver segnato gol a grappoli nelle squadre giovanili, il tecnico rossoblù Ivan Juric ha deciso di gettare nella mischia nel corso della partita contro il Torino, a soli 15 anni e 280 giorni, che hanno permesso al ragazzo di eguagliare il record di precocità nell’esordio del massimo campionato italiano, detenuto da 79 anni a questa parte all’ex centravanti della Roma Amadei .

LA STORIA – Pellegri nasce a Genova il 17 gennaio 2001 e cresce nel quartiere di Pegli, dove ha sede il centro sportivo del Genoa. Dopo i primi calci nella Pegliese, entra a far parte delle Giovanili del club rossoblù, dove fin da giovanissimo mette in mostra le sue grandi doti come attaccante. Con i Giovanissimi Nazionali del Grifone, vince l’edizione italiana della Nike Cup, ma perde la finale della fase internazionale disputatasi a Manchester, ai rigori contro i ghanesi del Right to Dream. Punta di diamante di quella squadra, in coppia con il compagno di reparto Bianchi colleziona circa 15 gol nel torneo, che gli valgono l’attenzione di club importanti. Nella scorsa stagione entra a far parte in pianta stabile dell’Under 17 del Genoa, con cui colleziona poche presenze nel campionato Under 17 Lega Pro e molte di più nell’Under 17 A e B, dove ha occasione di sfidare ragazzi di due anni più grandi di lui. Grazie alle sue prestazioni sempre più convincenti, a fine stagione gli viene addirittura assegnata la maglia numero 64 della Prima Squadra. Qui si mette subito in luce in amichevole contro il Casale, segnando 1 goal in appena 7 minuti di gara. L’esordio in Serie A, nell’ultima giornata di campionato contro l’Atalanta, sembra vicino, ma il tecnico Gasperini preferisce non rischiarlo. Più coraggioso è invece, il 22 dicembre 2016, Ivan Juric, che a 3′ dalla fine nella gara di campionato contro il Torino, e sotto di un goal, getta nella mischia il giovanissimo attaccante nella speranza di trovare il pareggio. Pellegri fa parte inoltre del giro della Nazionale: dopo aver giocato con l’Under 15 e l’Under 16 di Daniele Zoratto (11 presenze e 1 goal all’esordio), entra a far parte in pianta stabile dell’Under 17 di Dal Canto prima e Bigica poi, confrontandosi anche qui con avversari più grandi di lui e giocando anche le qualificazioni all’Europeo di categoria con la maglia azzurra numero 9.

CARATTERISTICHE – Un metro e 88 centimetri per 78 chilogrammi), abbina una buona tecnica di base al fiuto del goal, oltre ad avere un buon carattere, ricevuto dalle sfide contro i più grandi. Pur ancora molto giovane, può crescere ancora tanto sotto il punto di vista tattico e dovrà lavorare di più proprio sotto questo aspetto per diventare a tutti gli effetti un attaccante da Serie A. “Nel finale ho voluto premiare il Settore giovanile inserendo Pellegri. – ha spiegato Juric dopo averlo fatto debuttare in Prima squadra – Non credo che sia ancora pronto per giocare in Serie A, gli servono ancora due anni almeno per poter giocare a questi livelli, ma crediamo che potrà essere una grande risorsa per questa società“.

FUTURO – Sulle sue tracce ci sono già big italiane ed europee, dalla Juventus, al Milan e alla Roma, passando per le inglesi Chelsea e Manchester United e i francesi del PSG. Nessuna di esse potrà però avvicinarglisi, almeno per il momento: fino al compimento di 16 anni, infatti, Pellegri non potrà firmare alcun contratto, nemmeno con il Genoa, club in cui lavora il padre, dirigente accompagnatore della Primavera, e con il quale il giovane attaccante intende emergere. Quando l’età sarà quella giusta, non sarà facile però, per lui e per la società rossoblù, resistere al corteggiamento delle grandi potenze calcistiche.

Anche l’ag. FIFA Canovi si unisce al coro: “Lazio, devi rinforzarti!”

Se (come ha dichiarato il Ds Tare) si vuole veramente supportare l’entusiasmo che il mister Inzaghi ha creato attorno alla Lazio, i biancocelesti hanno il dovere d’intervenire sul mercato in maniera concreta. Ne è convinto anche l’esperto di mercato Dario Canovi che, ai microfoni di Tuttomercatoweb.com, ha fotografato quelli che potrebbero essere i movimenti di gennaio:

Dovranno intervenire le squadre che perderanno giocatori per la Coppa d’Africa, vedi la Roma che deve sostituire Salah. E poi mi aspetto interventi da chi intende mantenere le posizioni acquisite per arrivare in Champions e da chi dovrà salvarsi. Chi interverrà in maniera decisiva? Facile, la Lazio. È lì per ottenere qualcosa di importante, deve intervenire per giocarsela. E poi ha delle lacune, altrimenti non si spiegherebbero alcune sconfitte. Contro le big, i biancocelesti, hanno sempre perso. Serve intervenire“.

Tounkara e Minala, una carriera appesa sul filo: gennaio mese della rinascita?

Da star sulla rampa di lancio a separati in casa. Non era facile immaginarsi uno sviluppo del genere per la carriera di Mamadou Tounkara e Joseph Minala. In Primavera si erano presi il palcoscenico di prepotenza, il primo conquistando un fantastico scudetto nel 2013, il secondo protagonista della Coppa Italia Primavera vinta nel 2014.

Sul più bello però, al momento del grande salto in prima squadra, qualcosa si è inceppato. Si è parlato di problemi caratteriali da entrambe le parti, con Tounkara che si rese protagonista due anni fa di un battibecco via Twitter con Stefano Pioli, chiamato a farlo esordire in Coppa Italia contro il Varese (dopo la prima in Serie A avvenuta contro il Bologna sei mesi prima). Minala era partito da un match contro la Sampdoria, poi le esperienze a Bari, coi primi gol in Serie B, e a Latina che hanno visto progressivamente perdersi un talento che sembrava una vera promessa del centrocampo.

Così come Tounkara pareva destinato a percorrere le stesse orme di Keita. Guardando le partite della Primavera, in molti indicavano Mamadou come “il prescelto”, anche meglio dell’attuale asso della prima squadra. Da settembre i due si allenano senza essere presi in considerazione neppure da Inzaghi, che pure ne conosce meglio di chiunque altro le caratteristiche. Minala non ha trovato in estate destinazioni che potessero rilanciarlo, Tounkara paga un anno non solo senza gol, ma anche praticamente senza presenze tra Crotone e Salerno. Solo una destinazione giusta a Salerno che ne rilanci le potenzialità potrebbe rivitalizzare due carriere che al momento sembrano appese a un filo.

Fabio Belli

Dall’Inghilterra sono sicuri: Morrison tornerà in Inghilterra. Ecco dove…

Ormai lo sanno da tempo anche i sassi. Ravel Morrison vuole tornare a casa, Inghilterra. Bene, tra pochi giorni il suo desiderio potrebbe finalmente esaudirsi. Secondo il Daily Star infatti sull’ex Manchester si sono puntati gli occhi dell’Hull City pur tenendo conto delle  incognite che orbitano intorno al caratate del ragazzo: “Per il mercato in entrata si è fatto il nome di Ravel Morrison per Mike Phelan. Un talento indubbio con una carriera minata da problematiche extra-campo. Una scommessa niente male se la società si renderà conto delle attuali possibilità di sopravvivenza in Premier della squadra”. 12 punti, 14 gol fatti, 36 subiti, fanalino di coda della Premier League, il club guidato da Mike Phelan cerca rinforzi nel mercato di gennaio.

STATISTICHE – I numeri della Lazio dopo 18 giornate

0

Si chiude l’anno 2016 per la Lazio. La squadra di Simone Inzaghi può dirsi soddisfatta per il cammino fin qui intrapreso. Con una squadra giovane, i biancocelesti si sono posizionati, per il momento, al quarto posto con 34 punti, a fronte di 10 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte.

I gol totalizzati sono 32, quelli subiti 21. La curiosità sta nel fatto di aver subito 18 gol solo nei secondi tempi, mentre solamente 3 nei primi tempi. Per quanto riguarda quelli segnati, 14 nel primo tempo e 18 nella ripresa. I tiri totali sono stati 199, di cui ben 110 nello specchio della porta. I corner sono 105, mentre, infine, 247 i falli commessi.

E’ morto George Michael: l’ex cantante degli Wham! aveva 53 anni

George Michael è morto. La popstar e cantante degli Wham! si è spento all’età di 53 anni, come riportato dalla BBC.

E’ stato annunciato che la star, che ha lanciato la sua carriera con il gruppo degli Wham! nel 1980 e poi ha continuato il suo successo come solista, è “morto serenamente a casa”.
La polizia della Thames Valley ha affermato che il cantante è stato trovato morto dall’Ambulance Service a Goring nell’Oxfordshire alle 13:42 del giorno di Natale, in circostanze definite non sospette.
George Michael, nato Georgios Kyriacos Panayiotou nel nord di Londra, ha venduto più di 100 milioni di album nel corso di una carriera durata quasi quarant’anni.
L’entourage della star ha confermato quanto accaduto con questa dichiarazione: “E ‘con grande tristezza che siamo in grado di confermare il nostro amato figlio, fratello e amico George è morto serenamente a casa nel giorno di Natale.
La famiglia ha chiesto che la loro privacy sia rispettata in questo momento difficile. Non ci saranno ulteriori commenti sull’accaduto in questa fase.”

Natale biancoceleste: a casa o in vacanza?

E’ Natale per tutti e anche i biancocelesti si godono un pò di meritato riposo in attesa del ritorno in campo contro il Crotone l’8 gennaio. Si torna a casa dalla famiglia tra regali e cenone o si approfitta del break per una fuga lontano dall’Italia, per scoprirlo basta farsi un giro tra le pagine ufficiali dei maggiori social ed ecco come e dove passano il Natale i giocatori laziali. Nonostante la lontananza Felipe Anderson fa le valigie e torna in Brasile dove ad attenderlo trova tutta la famiglia (o almeno la parte femminile di questa) ma non solo regali e cena per il 10 laziale: scorrendo le foto di oggi appaiono anche molte icone sacre a dimostrazione di uno spiccata spiritualità, lato nascosto del calciatore. Welsey Hodet posta una foto della figlia accanto al suo cane, tra le luci natalizie, sullo sfondo una finestra da cui si intravedono le caratteristiche case olandese: anche il giovane centrale sceglie la tradizione e torna a casa. Anche Keita, che non tornerà a Roma prima della Coppa d’Africa, è volato in Spagna e festeggia con il fratello blucerchiato Ibou e famiglia, nelle foto niente regali o alberi e gli unici auguri sono per l’ex compagno di squadra Eddy Onazy che proprio il 25 dicembre compie 24 anni. Fuga romantica per Ciro Immobile e la moglie Jessica che, dal loro profilo condiviso, postano una foto in spiaggia sotto il famoso Burj Al Arab Jumeirah (l’hotel “a vela” di Dubai). Dubai anche per Cataldi che si immortala in partenza 3 giorni fa senza però dare ai fan altre sue notizie. L’augurio migliore che si possa fare è di una pausa rilassante che faccia tornare i biancocelesti pronti per l’importantissima seconda metà di campionato.

La Premier si tinge di Blues

Mentre nel resto dei campionati europei si sono già dati appuntamento per il 2017, in Inghilterra sta per andare in scena forse una delle più particolari e uniche tradizioni del calcio british: il Boxing Day. Il giorno di S.Stefano, qualunque giorno della settimana capiti, si riempiono gli stadi inglesi per l’ultima partita dell’anno. Questo 26 di dicembre si svolgeranno i match validi per la diciottesima giornata di Premier League, che però non vede la possibilità di sconvolgere l’attuale classifica, almeno per quanto riguarda il primo posto. Già perché il titolo, che dai noi viene chiamato “Campione d’Inverno”, è già deciso e di proprietà del Chelsea di Antonio Conte. I Blues si trovano a +6 rispetto alla seconda, il Liverpool, e vengono da un’incredibile striscia di vittorie (11) che ha portato il morale dei londinesi alle stelle. Nessuno si aspettava un gruppo così grintoso e unito capace di raddrizzare partite storte vincendo di misura (Crystal Palace, Sunderland) ma anche di sorprendere e far divertire con prestazioni di primo ordine in grado di piegare le due squadra di Manchester con 7 gol fatti e uno subito. Il segreto  dell’ex ct della nazionale sta nell’essere riuscito a dare nuovo lustro alla stella Eden Hazard che sembra rinato insieme al suo compagno Diego Costa (insieme 21 gol). I due dominano il campo, il primo con un’immensa tecnica messa al servizio della squadra, il secondo con lo strapotere fisico ed il senso del gol che sembrava aver lasciato a Madrid. La diretta favorita per il titolo è la squadra di Guardiola, il Manchester City, che si trova a 7 sole lunghezze dalla vetta tra Liverpool e Arsenal (Liv  37 ManCit 36 Ars 34) ma nonostante una rosa ed un gioco di primo ordine fatica per ora ad assumersi il ruolo di Anti-Chelsea con Gunners e Reds che tengono duro. Il Tottenham segue a 33, 3 punti sopra il Manchester United che è la squadra che ha fatto vedere di meno in questa metà di campionato. La squadra di Mourinho deve ancora trovare armonia per mettere in gioco l’intero potenziale, altissimo, della rosa. Una menzione particolare va ai campioni uscenti del Leicester che dopo un anno da favola sono riusciti a conquistare la prima storica qualificazione alla fase finale della Champions League ma in campionato faticano non poco ad esprimere un buon calcio e ad oggi si trovano in quindicesima posizione a soli 17 punti. Finito l’anno delle Foxes di Claudio Ranieri questa stagione restituirà la supremazia della Premier ad una delle grandi squadre storiche inglesi, ma quale di queste sarà a spuntarla è difficile dirlo ora e si preannuncia uno dei campionati più combattuti di sempre.

MUSICA – I Red Hot Chili Peppers in concerto a Roma. Tutte le info

Dopo anni di digiuno, i Red Hot Chili Peppers nel 2017 torneranno a suonare a Roma. La notizia, che era nell’aria, è stata confermata giorni fa. La band californiana suonerà al PostePay Rock a Capannelle. L’appuntamento è per giovedì 20 luglio 2017.

Per i fans, buone notizie: i biglietti sono già in vendita sul sito della Listicket anche se i prezzi non sono proprio per tutti. Si va dai 70 euro per l’Inner Pit, ai 52 euro per il posto unico. La abnd capitanata da Antony Kiedis, eseguirà brani storici uniti ai nuovi dell’album Getaway, che ha debuttato in cima alle classifiche di tutto il mondo. Non ci sarà ovviamente Frusciante, ma si potranno ascoltare le vibrazioni del sound di Flea, il bassista del gruppo. Per finire i cancelli aprirano già alle ore 12.30, mentre il concerto prenderà il via alle ore 21.30.

 

Giordano molto critico con Milinkovic e Biglia

Intervenuto su Radiosei, l’ex bomber biancoceleste Bruno Giordano ha criticato l’atteggiamento della Lazio contro l’Inter.

Queste le parole di Giordano: “E’ stata una fotocopia delle altre partite contro le grandi. La Lazio ha aggredito l’avversario facendo la sua partita per i primi 20 minuti, poi non è riuscita a sbloccarla e si è sciolta piano piano. Minuto dopo minuto vedi che la squadra perde di fiducia, si allungano e si allargano i reparti ed emerge l’avversario. Non mi piace che si diano alibi: quando si dice che si è perso per un errore individuale, anche quando vinci è merito dell’errore individuale, c’è sempre. Poi c’è anche la bravura del giocatore avversario che ti induce all’errore. Se il gol di Banega l’avesse fatto Milinkovic avremmo parlato di un gran gol,invece oggi parliamo di  un errore individuale”.

L’ex bomber biancoceleste tira le orecchie al tecnico della Lazio: “Mi piace tutto di Simone, ma quando cerca scusanti non mi piace. Devi giudicare il risultato attraverso la prestazione. Le partite si giocano nei 90 minuti, non ha senso elogiare la prestazione soltanto nei 20 minuti. Dopo le gare contro le big, se risenti le interviste dei nostri  sono tutte uguali. Tutti parlano di grande prestazione nei 20 minuti ma in realtà io ho visto una grande prestazione di Felipe Anderson. Io spero che sia solo un problema fisico perché lo puoi recuperare in 10 giorni. se invece il problema è mentale – come sostiene Inzaghi – è più grave perché è più difficile da risolvere. Io lavorerei sull’equilibrio nell’arco dei 90 minuti e non darei alibi alla squadra”.

Su Marchetti: Ha voluto strafare, anche se il tiro di Banega era potente. Se noi facciamo un gol così parliamo di gol straordinario”. Sul secondo gol: “Icardi in area è letale però de Vrij si addormenta. Però ci può stare di prendere certi gol, Icardi ha fatto una grande rete. Tutta la squadra ha giocato male, soprattutto Milinkovic che giocava in punta di piedi mentre per vincere in quello stadio devi metterci gli attributi. Tranne Felipe Anderson hanno giocato tutti al di sotto delle loro qualità. 

Infine Giordano dà un consiglio tattico: “Se contro le grandi partiamo sempre a spron battuto e poi non reggiamo fino al 90′, perché non fare una partita più equilibrata?! Magari cercando di portare la partita sullo 0 a 0 fino alla fine e poi cercare di vincerla. Bisognerebbe cambiare strategia”. Su Lulic:A me non piace ma è indispensabile per questa Lazio perché è un giocatore che dà grinta e determinazione”. Su Biglia: “Finché la Lazio ha il possesso palla è un giocatore che vale, quando poi gli avversari alzano i ritmi sparisce, anche contro l’Inter è successo”.

Fabrizio Piepoli

Facco insoddisfatto di questa Lazio e di Inzaghi

L’ex difensore biancoceleste Mario Facco è intervenuto a Radiosei per affrontare il tema Marchetti sempre più oggetto di critiche dopo i gol parabili subiti nelle ultime gare: “Che non stia passando un buon periodo è chiaro però è sotto l’occhio del ciclone. Basta un piccolo errore che gli si attribuiscono tutti i problemi della squadra. Non gli si perdona nulla perché è chiaro che non è più di qualche anno fa. Se la società non lo reputa all’altezza lo deve sostituire”.

Facco non è soddisfatto della prestazione di Milano: “Io sono deluso da questa Lazio perché pensavo potesse vincere a Milano, la reputavo superiore all’Inter e che giocava meglio. Non buttiamo quanto fatto finora, la squadra ha fatto più del previsto, Inzaghi si è meritato i complimenti, i numeri parlano a suo favore. Ciononostante sono mesi che dico che l’obiettivo è l’Europa League, che comunque non sarà facile da raggiungere. Certo sognare la Champions League non costa nulla ma bisogna essere realisti. Io noto una confusione tattica: alle vigilie delle partite vedo che Inzaghi cambia sempre modulo. Considerando che la Lazio ha 13-14 giocatori buoni, bisognerebbe far giocare questi. Contro l’Inter con l’assenza di Radu, Inzaghi doveva far giocare Lulic terzino e Keita in avanti. Il tridente (Keita-Immobile-Anderson, ndr) ci ha fatto fare 34 punti, perché non metterlo a Milano?! Che senso ha farlo entrare sul 2 a 0 dell’Inter?! Non dovremmo avere paura di nessuno, non va modificato sempre l’assetto per l’avversario. Altresì Felipe Anderson giocava più dietro di Milinkovic e Parolo. Noi dovevamo giocarci la partita”.

 

Mino Caprio ci scherza su: “Come evitare di soffrire per la Lazio?! Facile, basta….”

L’attore e doppiatore romano Mino Caprio ha scherzato sulla sconfitta della Lazio a Milano: “Come faccio a evitare di soffrire per questa Lazio?! Guardo soltanto i primi tempi”. Poi sulla partita: “Nel primo tempo contro l’Inter mentre stavo guardando la partita dicevo ‘Che bella Lazio! Quanto mi piace quest’anno’, specie dopo quell’azione fantastica di Felipe Anderson. Poi mio figlio mi ha ricordato ‘ Sì, però anche contro la Roma stavamo giocando così…’. La cosa mi ha fatto riflettere. Ho visto una grande padronanza tecnico e tattica nei primi tempi del derby e contro l’Inter. Ma poi?! E’ un Natale amaro per noi laziali”. 

Lazio: la cooperativa cresciuta nel vivaio

0

La Lazio vince, convince, gioca bene e ha un futuro che si annuncia prospero. Lo dice anche la carta d’identità della squadra. Quella di Simone Inzaghi, infatti, è la sesta Lazio più giovane della storia. Una squadra giovane in mano a un allenatore altrettanto giovane, connubio perfetto che non si scinde e porta fame, ambizione e voglia di mettersi in mostra. Quella biancoceleste è una vera e propria cooperativa di giovani cresciuti nel vivaio biancoceleste. Il fatto che il tecnico conosca i suoi ragazzi alla perfezione può aver sicuramente aiutato l’allenatore a scommettere su di loro. Le tante assenze che hanno caratterizzato l’inizio di stagione della Lazio hanno fatto si che Inzaghi ricorresse ai suoi giovani già guidati nella Primavera. Altri tecnici magari avrebbero messo in campo qualche straniero arrivato dal mercato estivo, altri avrebbero adattato qualche veterano pur di non “rischiare” il giovane di turno ma lui no, anche stavolta il tecnico piacentino ha scelto di affidarsi ai suoi ragazzi. In questa stagione ha iniziato con Cristiano Lombardi, e il tecnico biancoceleste è stato subito ripagato dal giovane esterno d’attacco con un gol a Bergamo. Si è ripetuto al momento in cui si è fermato Federico Marchetti, quando ha mandato in campo il 21enne albanese Thomas Strakosha anziché colui che era il secondo portiere designato, il 29enne croato Ivan Vargic. Poi è stata la volta di Alessandro Murgia. E’ una Lazio che punta sui giovani e Inzaghi non ha paura a mandarli in campo, basti pensare che dopo poche partite da allenatore biancoceleste è già diventato il terzo tecnico, degli ultimi 25 anni, ad aver fatto esordire più prodotti del vivaio, ben quattro con il debutto del 20enne croato Franjo Prce. Meglio di lui hanno fatto solo Edy Reja e Delio Rossi, entrambi a quota 6. Non è certo un caso, dunque, se i biancocelesti sono una delle squadre con le rose più giovani in Serie A, con una media di 25 anni e 356 giorni.

Fantacalcio, consigli per gli acquisti : Attaccanti

Ed eccoci arrivati alla quarta e ultima parte dei nostri consigli per gli acquisti per l’asta di riparazione del fantacalcio. Oggi tratteremo forse il ruolo più importante della “fantarosa”, quello che può farti vincere le partite con un gol: l’Attacco. Saper scegliere l’attaccante giusto è difficile, evitando magari di spendere miliardi di crediti sul classico Icardi, Higuain, Dzeko ecc.. Ecco qui alcuni consigli di attaccanti che potrebbero essere molto buoni nella seconda parte del campionato.

  1. Gianluca Lapadula, MILAN: Bacca sta tornando ma non è sicuro del posto, perché il giovane attaccante italiano sta convincendo, e non poco, Montella. Perfetto sarebbe se aveste già il colombiano nella vostra rosa, in caso contrario sarebbe un bel azzardo prendere l’ex Pescara, che comunque potrebbe entrare a partita in corso, dando un notevole contributo in zona gol, il suo bottino finora è di 4 gol e un assist in 11 partite, non male per una riserva. (mv 6.36 fm 7.93)
  2. Cyril Théréau, UDINESE: il francese è il classico titolare “low cost” che tutte le squadre dovrebbero avere, in quanto offre, oltre a prestazioni molto buone, anche una discreta familiarità con il gol, infatti l’attaccante transalpino, che con Delneri ha allargato il suo raggio d’azione allargandosi sulla fascia sinistra, ha totalizzato 8 reti in 14 partite, fornendo anche 2 assist per i compagni di squadra. (mv 6.18 fm 7.93)
  3. Luis Muriel, SAMPDORIA: con qualche chilo in meno, questo giocatore è devastante, velocità, tecnica, tiro forte e preciso, è un attaccante perfetto che può giocare su tutto il fronte, segna e fa segnare ( e sognare) non ha caso in 17 partite ha totalizzato 6 reti e ben 5 assist, per un totale di +23 al fantacalcio, non male per un giocatore che può rivelarsi un’ottima spalla per il vostro top player del ruolo. (mv 6.53 fm 7.59)
  4. Giovanni Simoene, GENOA: Restiamo a Genova, stavolta sponda rosso-blu. “El Cholito” (non ditegli che l’ho chiamato così) sta segnando con una continuità impressionante, ed ora che Pavoletti è a (più di) un passo dal Napoli, sarà lui a guidare l’attacco dei grifoni, come se non lo avesse fatto già abbastanza bene, infatti con i suoi 6 gol in 15 presenze è il top scored della squadra di Juric, che si coccola il suo gioiello  regalatogli da Preziosi (mv 6.2 fm 7.4)
  5. Levan Mchedlidze, EMPOLI: Eccola la vera sorpresa di queste due ultime giornate di campionato, il georgiano, non è sicuramente il più impiegato da Martusciello, ma da quando l’ha schierato nello “Starter 11”, Levan ha lasciato il segno, al momento il suo bottino è un po’ povero, solo 3 gol, come però lo è anche il suo minutaggio, infatti l’ariete ha giocato solo 382′ (in 7 partite) che dividendolo per 90 minuti abbiamo 4 partite complete da parte del numero 9. (mv 6.07 fm 7.28)

 

EXTRA: Cristiano Lombradi, LAZIO: posizione extra per il giovane esterno della Lazio, perché con Keita impegnato in coppa d’Africa, potrebbe trovare parecchio spazio, Inzaghi lo conosce bene, apprezza le doti del giovane, ma al momento in quel ruolo vede meglio Lulic. Perciò se in rosa avete già il bosniaco e il senegalese, vale la pena spendere un credito per Lombardi che comunque ha bagnato il suo esordio con il gol nella prima di campionato contro l’Atalanta (mv 6.25 fm 7.75)

CALCIOMERCATO – Presidente Atalanta conferma: “Sportiello andrà via”. Lazio in pole?

Il presidente dell’Atalanta Percassi all’Eco di Bergamo ha parlato della situazione Sportiello, sempre pià lontano dai nerazzurri: “Non dobbiamo tarpare le ali ai giovani, è giusto che seguano la loro strada. Piuttosto è decisivo sostituirli in modo adeguato“. Il giocatore piace tantissimo alla Lazio, come vi avevamo confermato qualche settimana fa (leggi qui), e dopo la chiusura dell’agente di Perin a trasferirsi a gennaio, salgono le quotazioni di Sportiello in biancoceleste. D’altronde la Lazio potrebbe giocarsi la carta Berisha per fa abbassare il cartellino del numero uno bergamasco.