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CHAMPIONS – Per Napoli vs Real Madrid, biglietti a prezzi folli

Il 7 marzo 2017 allo Stadio San Paolo andrà in scena il ritorno dell’ottavo di finale tra Napoli e Real Madrid. Nel capoluogo campano l’attesa è snervante e tutti attendono quella sera come l’evento dell’anno. Ma i tifosi sono stati gelati dall’incredibile, in senso negativo, decisione da parte della società. De Laurentiis&Co. hanno deciso di attuare una politica di prezzi folli, speculando sulla passione dei tifosi napoletani.

Dal 29 dicembre saranno messi in vendita i biglietti ai seguenti prezzi:
Tribuna d’Onore  Euro 250 – Tribuna Posillipo  Euro 190 – Tribuna Nisida Euro   150 – Distinti Euro   100 – Tribuna Family Euro   80 – Curve Euro   50 – Tribuna Family ridotto: Euro 40

Questi i prezzi dal 1.02.2017 al 7.03.2017
Tribuna d’Onore  Euro 350 – Tribuna Posillipo  Euro  250 – Tribuna Nisida Euro   190 – Distinti Euro   130 – Tribuna Family Euro   120 – Curve Euro   70 – Tribuna Family ridotto: Euro 60

Mino Caprio: “Nessuna big ha dimostrato di essere imbattibile. La Lazio pecca solo di…”

Nonostante il KO di Milano la stagione della Lazio resta complessivamente assai positiva. Proprio di questo ha parlato  alle frequenze di TMW Radio, durante la trasmissione “Avanti Lazio”, Mino Caprio, noto attore, doppiatore e regista teatrale. Ecco le sue parole:

Iniziando dalla partita con l’Inter: “Guardiamo il primo tempo, sarebbe bello se la gara fosse durata solo 45’ (ride, ndr). Al terzo gol dell’Inter me ne sono andato, perché non sopporto vedere la Lazio giocare così. Inzaghi è molto bravo e ha risolto tante problematiche dello scorso anno. Forse c’era un problema di spogliatoio. Così mi spiego anche la scelta della dirigenza di portare Peruzzi qui. Bielsa? Poteva fare bene ma anche peggio di Inzaghi, non lo possiamo dire. Voglio fare i complimenti a Inzaghi, che ha ricompattato il gruppo e ora gioca un buon calcio”.

LE GARE CON LE GRANDI – Con il Napoli, anche se non era facile, abbiamo pareggiato. Con la Juventus non avevamo sofferto molto prima di quella distrazione fatale sul gol di Khedira. Sarebbe potuta finire benissimo in parità. Anche con il Milan abbiamo fatto un primo tempo, poi anche in quell’occasione abbiamo subito il primo gol su un nostro errore. Sono tutte occasioni che lasciano l’amaro in bocca, perché nessuna di quelle squadre ha dimostrato di essere così più forte di noi. Forse pecchiamo un po’ di esperienza, è davvero un peccato. Dopo il primo tempo di San Siro l’Inter, ho pensato che questa era una grande Lazio. Poi nel secondo tempo siamo scoppiati come una bolla di sapone. Inzaghi saprà i motivi di questi cali, io spero che abbia parlato con tutti i giocatori. Perché è veramente un peccato. Pensate che Natale se la gara con l’Inter avessimo vinto. Ora ricominciamo con il Crotone”.

SU KEITA – “La Lazio dovrebbe rivedere lo stipendio del ragazzo. Rispetto, per esempio, a Djordjevic ha tutti i motivi per chiedere un nuovo contratto. Secondo me andrebbe alzato lo stipendio. Di solito, però, sono gli agenti che hanno un ruolo fondamentale nelle trattative, forse potrebbero averlo consigliato male. L’offerta del Bayer Leverkusen? Secondo me non vale ancora 30 milioni. È una cifra assurda, se Lotito riuscisse a piazzarlo per una cifra così alta ne saremmo tutti felici. Se, ovviamente, poi verrebbero reinvestiti. Speriamo che possa fare un buon torneo con il Senegal, tornando poi carico a Roma”.

SUL MERCATO – Serve un centravanti. Immobile è troppo solo. Servirebbe una punta, per come la vedo io, come Toni. Non so quanto possano essere utili Paloschi e Gabbiadini. Servirebbe una punta che possa lavorare e essere complementare a Immobile, che fa molto movimento. Djordjevic via a 7 milioni? Mi sembrano troppi, anche per quanto fatto in questo anno. Probabilmente il serbo non sta più bene alla Lazio e lui non serve più alla Lazio”.

AUGURI AI TIFOSI – In chiusura, con la voce di Peter Griffin, Mino Caprio ha mandato il proprio saluto ai tifosi della Lazio: “Auguri di fine anno a tutti i tifosi e soprattutto alle tifose della Lazio. Però non ditelo a Lois che è gelosa! Forza Lazio!!!”.

METEO – Copritevi bene, sarà un Capodanno gelido…

E’ un inverno decisamente anomalo quello che sta caratterizzando questa ultima parte di 2016. Sbalzi di temperatura a non finire che hanno disorientando – e non poco – la popolazione italiana.  Una certa stabilità, seppur gelida, è comunque in arrivo. Il termometro nei prossimi giorni segnerà più o meno ovunque temperature molto più basse. Se il giorno di Natale è stato infatti mite su tutta la penisola, le prossime feste – a partire dalla notte di San Silvestro – saranno più fredde. Il calo termico inizierà giovedì 29. A Capodanno è possibile un calo delle temperature anche di 6-8 gradi. Un cambiamento delle masse d’aria determineranno un sensibile calo delle temperature. Farà in particolare più freddo nelle regioni del Sud e in montagna, fino a 6-8 gradi in meno. Ciò vuol dire che, con la svolta meteo in arrivo, su molte regioni d’Italia le temperature torneranno su valori prossimi alle medie del periodo.

FREDDISSIMA L’ULTIMA NOTTE DELL’ANNO – La notte di San Silvestro si preannuncia fredda un po’ ovunque da Nord a Sud, con temperature allo scoccare del nuovo anno di -1 grado a Milano, Venezia e Firenze, -2 a Bologna e Torino, -3 gradi a Bolzano e l’Aquila, 0 a Roma. Un po’ più mite al Sud con 5 gradi a Napoli e Bari, fino a 10 a Palermo. Poi con il nuovo anno, l’alta pressione tenderà a spostarsi elevandosi verso l’Islanda, richiamando così una repentina discesa di aria artica verso l’Europa centrale e quindi il Mediterraneo. In queste situazioni intorno all’Epifania la neve potrebbe fare la sua comparsa a quote molto basse soprattutto nelle regioni del Centro-Sud.

Collina tranquillizza gli scettici: “La VAR? Sarà comunque l’arbitro a decidere”

E’ diventato uno dei tormentoni del calcio mondiale: VAR sì o VAR no? Gli effetti positivi si sono già visti al Mondiale per Club (con un rigore assegnato ed un gol convalidato) ma nonostante ciò c’è ancora qualche timore ad abbracciare definitivamente la VAR (Video Assistant Referees (o moviola in campo)). In primis due protagonisti di quel mondiale Luka Modric e Zinedine Zidane. Così in occasione dell’International Sports ConferencePierluigi Collina, designatore degli arbitri per l’Uefa ha provato a tranquillizzare gli scettici:

“Voglio essere chiaro: ci sono e ci saranno sempre tre arbitri a vedere al monitor le immagini. Come abbiamo visto nella sperimentazione di questi mesi (è partita a marzo, ndr) si userà per evitare errori chiari, ma sarà sempre l’arbitro a decidere nel momento finale e noi non vogliamo interrompere il ritmo naturale del gioco“, ha detto l’ex direttore di gara bolognese. Che poi ha ribadito che la VAR: “Verrà usata solo in casi particolari come gol, cartellini rossi o scambio di identità. Non avremo più casi come quello di Henry con la Francia che estromise l’Irlanda ai Mondiali, ma stiamo ancora valutando per sperimentare di più e capire i problemi. La priorità in ogni caso è la qualità della decisione, non la velocità“.

 

CALCIOMERCATO – Luis Alberto: il DS del Deportivo chiarisce la situazione

AGGIORNAMENTO ORE 20:30 – Dalla Spagna sono sicuri: Luis Alberto sarà presto (ancora) un giocatore del Deportivo. Il Depor è seriamente intenzionato a riprendersi l’esterno ex Liverpool. Si parla già di un principio d’accordo tra il giocatore e il club. E nella penisola iberica il giornalista di Radio Coruña Fran Hermida giura di aver ascoltato in zona mista la frase: “Il 5 di gennaio Luis Alberto starà al Riazor (lo stadio del Depor, ndr)”. Come spiegato poi dallo stesso collega in un tweetal momento la trattativa è però bloccata. Il motivo? La Lazio vorrebbe monetizzare dalla cessione del classe ’92, mentre il club della Galizia non sarebbe intenzionato ad acquistarlo a titolo definitivo. La conferma arriva dalle parole del Ds Richard Barral, riportate da AS.com“Abbiamo provato a prenderlo in estate, ma aveva una valutazione troppo alta. Ci piace: è polivalente, però al momento non stiamo trattando con la Lazio”. Una situazione destinata a regalare comunque nuovi sviluppi. Nonostante l’occasione regalata dalla partenza di Keita per Coppa d’Africa, il futuro di Luis Alberto è tutt’altro che scritto.

Luis Alberto è arrivato in estate per sostituire Candreva, ad oggi però lo spagnolo ha collezionato solo 2 presenze, non convincendo Inzaghi, per questo sembra essere molto vicina la partenza del trequartista iberico. Infatti c’è un principio di accordo fra Luis Alberto e il Deportivo La Coruna. Il centrocampista offensivo, potrebbe presto ritornare in biancoblù dopo solo qualche mese dal suo arrivo nella Capitale.

FOCUS – Marketing, dal social allo store: l’insuccesso del brand Lazio

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Passeggiando per le vie della città in cerca di regali e spostandomi da nord a sud e da est ad ovest della Capitale, ho avuto l’occasione di percorrere in svariati quartieri, dal centro alla periferia. Nel mentre mi guardavo attorno, mi sono sentito, come dire, “circondato”, da colori, ahimè, giallorossi. Eh si perché ovunque tu vada potrai trovare un negozio ufficiale e non, della As Roma. E quelli della S.S. Lazio? Purtroppo poco e niente. Soprattutto al centro di Roma, da Barberini a Spagna, dei colori biancocelesti non c’è traccia. I turisti, specialmente gli asiatici, li vedi girare con in mano una busta raffigurante lo stemma degli “altri”; durante la settimana puoi imbatterti nelle hostess giallorosse che cercano di invogliarti a fare il biglietto della partita. Mentre in casa Lazio tutto tace.

GLI STORE – I Lazio Style sono ubicati male in città. Al centro di Roma non esistono, su Via del Corso non esistono, su Via Nazionale non esistono. Sono presenti nei posti più nascosti. Senza nulla togliere a Via Prenestina, a Valmontone, a Roma Est, ma sicuramente non sono cos’ facilmente raggiungibili come un negozio nel cuore di Roma. Ma perché queste scelte così opinabili? Nonostante lo sforzo, che bisogna ammetterlo c’è stato, il brand Lazio rimane anni luce lontano rispetto a quello dei cugini. I turisti difficilmente potranno scoprirci ed incontrare i nostri colori ed il nostro simbolo. Al momento gli investimenti sono stati quanto meno discutibili. Qualche settimana fa Canigiani aveva accennato di un possibile progetto riguardante l’apertura di un Lazio Style al centro di Roma, ma ha frenato subito gli entusiasmi con un eloquente “… è un’operazione che richiede uno sforzo economico importante e notevole, bisognerebbe chiedere aiuto alla Macron”. Parole che hanno lasciato l’amaro in bocca perché se una società vuol fare marketing deve assolutamente essere visibile al pubblico e non nascondersi nei meandri più lontani della città.

I CANALI SOCIAL  – Se gli store sono nascosti, a livello di social per i biancocelesti va ancora peggio. Basta paragonare i seguenti numeri tra Lazio e Roma:

Facebook – S.S. Lazio  728 mila followers  –  AS Roma 8 milioni 372 mila followers

Twitter – S.S. Lazio  387 mila followers  – As Roma  1 milione 210 mila followers

Instagram  – S.S. Lazio 137 mila followers  –  As Roma 890 mila followers

A livello di web marketing siamo lontani anni luce rispetto alla Roma. Sono dati da incubo frutto di una gestione e di una comunicazione non all’altezza di un club importante come la Lazio. Ed è un peccato perché ciò va a compromettere anche il rapporto con gli sponsor: non investiranno mai per un brand che non ha appeal nel web. Di conseguenza si crea un mancato introito importante per le casse societarie. Eppure basterebbe davvero poco: maggior pubblicità del marchio, iniziative, campagne anche face to face per dare visibilità ai colori biancocelesti, ma soprattutto una maggiore interazione con il tifoso.

Ottime le iniziative benefiche, che di sicuro hanno dato visibilità al marchio Lazio, ma non basta. Serve molto di più. Quello che tutti noi ci auspichiamo è quello di vedere in ogni angolo della città e in ogni angolo del web, il simbolo LAZIO, con la sua AQUILA e i suoi colori BIANCO – CELESTI. Non vogliamo essere invisibili al tifoso, ai turisti e alla gente, ma vogliamo che la Lazio sia sempre presente al fianco di tutti. Migliorare subito, per crescere insieme…

Marco Corsini

Gonzalez al passo d’addio: “Lazio lasciami andare”

Dopo le tante voci circolate negli ultimi giorni riguardo squadre interessate alle sue prestazioni il “Tata” Alvaro Gonzalez ha detto la sua ai microfoni di Futbol lanciando quasi un appello alla società biancoceleste:

“Credo che a gennaio lascerò la Lazio. E’ da tempo che l’idea di lasciare i biancocelesti sta prendendo corpo dato che non gioco mai. Società e allenatore non puntano su di me, per cui non credo ci possano essere problemi a lasciarmi andare. Diverse società si sono fatte sotto e già sono stati avviati dei contatti. Io voglio giocare, la Lazio non dovrebbe creare difficoltà visto che paga lo stipendio a un calciatore che non viene utilizzato. La mia cessione farebbe tutti felici. Mancano pochi giorni al calciomercato, resto in attesa perché ho voglia di tornare a giocare. Durante la settimana in alcuni giorni mi alleno con il resto della squadra, in altri da solo. Ovvio che allenarsi con l’obiettivo di mantenersi in forma o farlo per motivi di concorrenza è diverso. Posso ancora fare bene la mia parte, ma il modo migliore per riuscirci è giocare con continuità. La concorrenza è fondamentale in questo sport ed è quello che vorrei. Per tenermi in forma mi sono sempre allenato come se dovessi giocare. L’ho fatto per farmi trovare pronto in caso di convocazione con l’Uruguay. In più in questi giorni, a casa, mi sono reso conto di non essere molto lontano dalla mia condizione fisica ideale”.

Ecco come proteggere cani e gatti dai botti di fine anno

Come sappiamo, da diversi giorni ormai la Sindaca Virginia Raggi ha emesso un’ordinanza attraverso la quale “dal 29 Dicembre fino alla mezzanotte del 1° Gennaio (quindi l’ordinanza terminerà ufficialmente il 2 gennaio, ndr)” viene imposto il divieto assoluto di “usare materiale esplodente, fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e altri simili artifici pirotecnici e in genere artifici contenenti miscele detonanti ed esplodenti”. Sappiamo anche però che purtroppo, come accade spesso in Italia, molti “simpaticoni” non rispetteranno l’ordinanza imposta e useranno fuochi d’artificio, botti e petardi come se niente fosse. Per chi ha degli animali ecco alcuni consigli utili che gli daranno un po’ più di protezione.

Qui di seguito troverete alcuni accorgimenti da approntare per proteggere cani e gatti:

  • Assicurarsi che abbiano sempre un luogo di facile accesso dove ripararsi e trovar rifugio;
  • Assicurarsi che siano in un ambiente protetto e sicuro da cui non possano allontanarsi;
  • Portare a passeggio il cane durante le ore diurne sempre al guinzaglio: ricordarsi infatti che un cane spaventato può cercare di scappare ed allontanarsi da voi;
  • Tenere i gatti e i cani in casa nelle ore serali, quando i botti potrebbero essere più facilmente utilizzati;
  • All’imbrunire, chiudere bene le imposte delle finestre, accostare le tende e coprire e attutire il rumore dei botti con della musica;
  • Non punire mai i vostri animali quando sono spaventati: un tale comportamento potrebbe peggiorare il loro stato d’animo;
  • Dotate il vostro animale di microchip (obbligatorio per i cani e facoltativo per i gatti). Permette di rintracciare più facilmente il vostro animale nel caso dovesse scappare.

Per i cani

  • Programmare in tempo le misure atte ad aiutare i cani ad affrontare il rumore dei botti chiedendo consiglio al vostro veterinario;
  • Predisporre un “rifugio” sicuro per il cane individuando una zona tranquilla della casa;
  • Abituare il proprio cane ad associare questo luogo ad uno spazio tranquillo, facendogli trovare, ad esempio, i propri giochi preferiti. Questa abitudine insegnerà al cane che quell’area è un luogo sicuro e piacevole dove potersi rifugiare nel caso in cui si dovesse sentire in pericolo.
  • È importante che il cane possa accedere al proprio “rifugio”, anche in vostra assenza;

Cosa fare durante i fuochi d’artificio o i botti:

  • Chiudere tutte le finestre in modo da oscurare al meglio le stanze, così da eliminare qualsiasi problema causato da bagliori improvvisi;
  • Non lasciare il cane da solo;
  • Dedicare più attenzione al vostro animale: giocate provando a coinvolgerlo, ma senza forzarlo;
  • Ignorare i rumori dei botti e i bagliori causati dai fuochi dimostrando la vostra tranquillità al cane.

Per i gatti

  • Assicurarsi che il gatto abbia almeno un luogo dove andare a ripararsi;
  • Fare attenzione che il gatto non esca da casa.

Per gli altri animali

  • Se il tuo animale vive all’esterno, coprire con una coperta, la gabbia o la voliera, così da proteggerlo dai bagliori dei fuochi e dai rumori forti;
  • Lasciare una piccola fessura per far circolare l’aria;
  • Mettere a disposizione luoghi protetti dove il vostro animale possa ripararsi.

Cosa fare se…

… hai un animale domestico “non convenzionale” (coniglio, cavia, furetto, criceto, pappagallo, canarino, tartaruga, camaleonte, ecc. ecc.) o hai bisogno di aiutare un animale selvatico terrorizzato e/o ferito? Rivolgiti al tuo veterinario.

Delio Rossi incensa Inzaghi e consiglia la Lazio

A Formello si sogna in grande, giocatori e tifosi sognano la Champions League anche se le ambizioni all’inizio della stagione erano minori. I risultati conseguiti dai ragazzi di Inzaghi hanno caricato l’ambiente e inoltre hanno aumentato la fiducia e l’ottimismo nella squadra per il raggiungimento di un risultato insperato. La Lazio però ha anche  evidenziato un limite: ogni volta che si ritrova sotto fa fatica a risalire la china. Sino a oggi in 18 partite di campionato i biancocelesti si sono trovati per 8 volte a dover rimontare, 4 volte ha pareggiato (Chievo, Bologna, Torino e Napoli) e le altre 4 ha perso (Juve, Milan, Roma e Inter), senza mai riuscire a raccogliere i tre punti. La cosa inizia a preoccupare perché, anche come sottolineato dallo stesso Inzaghi dopo la sconfitta con l’Inter, bisogna stare attenti che non diventi un problema di testa. “Non si deve però nemmeno ingigantire il tutto — spiega l’ex tecnico biancoceleste Delio Rossi intervenuto sulle colonne della Gazzetta dello Sport —. Il campionato della Lazio è ottimo, quello che conta è questo”.

La squadra di Inzaghi in quest’ultimo periodo non è stata perfetta ma secondo l’ex Rossi non si poteva pretendere di più: “La squadra non è stata costruita per questi traguardi, essere quarti a metà stagione è quanto di meglio si potesse ottenere”.

Come si può risolvere il problema della rimonta: “Basta mostrare la classifica ai ragazzi e convincerli che è meritata. Bisogna rafforzare la loro autostima”.

Per Rossi i problemi da risolvere potrebbero essere altri: “Nella ripresa la squadra troppo spesso cala. Bisogna capire perché”.

Immobile si deve sbloccare: “Ha perso un po’ di brillantezza. Potrebbe essere utile sgravarlo da qualche compito difensivo”.

Secondo il tecnico romagnolo il principale artefice dei risultati biancocelesti è Inzaghi: “Simone ha portato a termine una rivoluzione copernicana. Da calciatore, come ogni attaccante, ragionava come se fosse lui il centro dell’universo. Ora da allenatore mette gli altri al centro. Ha il gruppo in mano, ne è il padrone, il suo vero merito è questo e non è cosa di poco conto”.

Il giocatore che l’ha sorpresa di più: Milinkovic. E’ il prototipo del centrocampista. Sa fare tutto. E’ bravo di testa, tecnicamente e aiuta la squadra in entrambe le fasi. È cresciuto tantissimo”.

Secondo Rossi l’importante è che lo spogliatoio resti tranquillo e carico: “I giocatori non devono sentirsi responsabilizzati, l’importante è che sappiano che stanno facendo una grandissima stagione”.

Ma nonostante il terzo posto sia vicino Rossi tiene basse le aspettative: “È presto per parlare di Champions. Se a marzo la classifica sarà ancora questa allora sarà giusto pensarci, ma non ora. Manca ancora troppo tempo, ci sono ancora troppi punti in palio”.

La classifica dei bomber italiani 2016/2017: un biancoceleste sul podio

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La UEFA ha stilato la classifica dei bomber italiani per questo inizio di stagione 2016/2017 nei maggiori cinque campionati europei in base al ranking della UEFA stessa. Con tredici gol in 16 partite con il Torino in Serie A., guida la speciale classifica Andrea Belotti. Nessun attaccante italiano segna come il granata in questo inizio di stagione. Al secondo posto Ciro Immobile e Federico Bernardeschi con 9 gol in 18 partite nel campionato italiano.

Con 8 reti segnate in 9 presenze in Ligue 1, Mario Balotelli è il primo degli ‘italiani all’estero’, tra i quali spicca anche Nicola Sansone, a segno sei volte in 16 partite con il Villarreal in Spagna.

Ecco la top 15 dei migliori marcatori italiani nei principali 5 campionati in Europa:

1. Andrea Belotti (Torino) 13 gol in 16 partite
2. Ciro Immobile (Lazio) 9 gol in 18 partite
2. Federico Bernardeschi (Fiorentina) 9 gol in 18 partite
4. Mario Balotelli (Nizza) 8 gol in 9 partite
5. Marco Borriello (Cagliari) 7 gol in 17 partite
6. Nicola Sansone (Villarreal) 6 gol in 16 partite
7. Diego Falcinelli (Crotone) 5 gol in 16 partite
7. Lorenzo Insigne (Napoli) 5 gol in 17 partite
9. Simone Verdi (Bologna) 4 gol in 11 partite
9. Gianluca Lapadula (Milan) 4 gol in 11 partite
9. Mattia Destro (Bologna) 4 gol in 12 partite
9. Marco Benassi (Torino) 4 gol in 15 partite
9. Roberto Soriano (Villareal) 4 gol in 16 partite
9. Fabio Quaglierella (Sampdoria) 4 gol in 17 partite
9. Daniele Baselli (Torino) 4 gol in 17 partite

Patric: “Stagione positiva per me e la Lazio, ma guai a rilassarsi…”

In un anno non ha superato solo le difficoltà di adattamento ma anche tutti i pregiudizi che tutti gli allenatori che popolano la città di Roma gli hanno attribuito. Patricio Gabarron, noto semplicemente come Patric, è la prova che la svolta può arrivare da un momento all’altro bisogna solo avere pazienza e lasciar parlare il campo. Sia a sinistra che a destra il terzino spagnolo ha mostrato quest’anno sicurezza e affidabilità. La sua simpatia e il suo essere letteralmente un tifoso in campo lo ha fatto diventare un beniamino della tifoseria. Insomma questa stagione è sicuramente positiva per lo spagnolo. L’ex canterano del Barcellona è intervenuto ai microfoni del giornale spagnolo ‘La Opiniòn’ per parlare del suo momento alla Lazio: 

“Anche se abbiamo perso l’ultima partita, credo che le sensazioni sono positive, siamo molto soddisfatti dei risultati. La stagione però è molto lunga e non dobbiamo rilassarci per nessun motivo. La squadra ha fatto 34 punti e vogliamo che questo trend continui perché i tifosi lo meritano. Per quel che riguarda sé stesso, Patric ha le idee chiare: “Ho 23 anni e voglio solo continuare a migliorare come professionista, non ho intenzione di pensare ad altro. Oggi sono molto felice di essere in Lazio e mi devo godere il presente poi quel che verrà, verrà”.

Miglior allenatore 2016: in vetta un ex laziale, sul podio un ex romanista

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La Federazione Internazionale di Storia e Statistica del calcio (IFFHS), ha stilato la classifica del miglior allenatore dell’anno solare 2016.

L’ambito riconoscimento è andato a Diego Pablo Simeone, a cui l’istituto di statistica ha che ha assegnato ben 113 punti: cinque in più rispetto a Zidane, suo rivale in Liga con il Real e secondo di questa classifica. Il terzo gradino del podio è completato da Ranieri, autore della meravigliosa favola del Leicester, con 86 punti. Nelle posizioni basse della classifica c’è il primo allenatore di un club italiano: si tratta di Massimiliano Allegri della Juventus (6 punti)

CALCIOMERCATO – Lazio-Cafu: le parole del Dg del Ludogorets

Jonathan Cafu, esterno brasiliano in forza ai bulgari del Ludogorets, è uno di quei nomi che è stato più volte inserito in orbita Lazio, a maggior ragione ora che il rinnovo di Keita sembra essere sempre più in bilico.

Intervenuto ai microfoni di voetbalzone.nl, portale olandese, il direttore generale della squadra bulgara Angel Petrichev, ha fissato il prezzo del giocatore, spiegando inoltre che: “Riceviamo per Cafu offerte tutti i giorni, quelle più importanti arrivano da Inghilterra e Italia. Su di lui non ci sono solo Lazio e Leicester: per meno di 10 milioni non lo vendiamo“.

Candreva: “Ecco come stanno le cose con Pioli. Biglia?…”

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Dopo la sfida amarcord che ha visto prevalere la sua attuale squadra, l’Inter, sulla sua ex suqadra, la Lazio, per 3-0 lo scorso mercoledì a San Siro, Antonio Candreva ha analizzato ai microfoni di Premium Sport l’inizio di stagione.

Un’Inter partita piano, ma che sta risalendo la china: “Abbiamo iniziato con difficoltà, anche per colpa nostra. Ma ora abbiamo voltato pagina e possiamo migliorare la classifica e il cammino in campionato. L’obiettivo principale è la Champions, un top club come l’Inter deve ambire a traguardi importanti”. Poi l’arrivo di Pioli, sul rapporto dell’esterno romano con il tecnico parmense si è detto tanto: “Per quello che si è detto e letto si è andato oltre la verità su Pioli. Ero contento perché il mister è preparato: ho lavorato con lui un anno e mezzo e abbiamo raggiunto ottimi risultati. Sapevo che ci avrebbe potuto dare una grande mano. Poi sulla sua ex squadra: Che giocatore della Lazio servirebbe all’Inter? Ce ne sarebbero, ma qui all’Inter siamo un gruppo forte. Mi tengo quelli che ci sono qui che sono grandi giocatori. Biglia? Questo non lo so perché non faccio l’allenatore e non mi occupo di mercato. Io ho grande fiducia dei miei compagni e me li terrei tutti“. Sull’interesse stivo di Napoli ed Atletico Madrid: “Mi hanno cercato, c’è stato un interessamento ma poi le parti non hanno trovato un accordo. La squadra che mi ha voluto fortemente è stata l’Inter e io ho accettato questa nuova sfida per me“. Sugli anni alla Lazio e il rapporto con Lotito: “Sono stati i quattro anni e mezzo più belli della mia carriera calcistica. Ho raggiunto una maturità importante, lì ho degli amici e mi sono sentito a casa. I tifosi sono stati sempre straordinari e, me li porterò dentro il mio cuore perché sono stati veramente importanti. Il gol più bello? Quello nel derby è stato il più importante e il più significativo: è il gol che mi porterò per sempre dentro. Lotito? Con lui avevo un bellissimo rapporto, con me ha sempre avuto un comportamento esemplare: è sempre stato un uomo di parola e sempre disponibile. Con me è stato una grande persona, mi ha dato l’opportunità di crescere e non posso che parlare bene del presidente“.

Presenze allo stadio a picco! Bene la Juventus. La Lazio invece…

L’Osservatorio Calcio, ha redatto il report sulle presenze allo stadio dei tifosi. C’è stato una caduta generale del -1.7%, ovvero il peggior dato delle ultime cinque stagioni. Bene le milanesi, con l’Inter conferma il primato degli spettatori durante le gare casalinghe (43.595) anche se il dato registra una flessione del 4.3% se rapportato all’equivalente dello scorso campionato mentre  i cugini del Milan che in casa collezionano una media presenze pari a 42.501 facendo registrare un incremento del 12.3% rispetto alla passata stagione. Bene anche la Juventus (40.122), nella top five anche Napoli (30.144) e Roma (28.910) dove, però, si registrano dei veri e propri crolli delle presenze rispetto alla passata stagione: -22.3% al San Paolo, -17.8% allo stadio Olimpico.

Spettatori in flessione anche per Fiorentina (26.031, -9.4%), Genoa (21.169, -0.9%), Sampdoria (20.362, -7.3%) e Lazio (19.456, -7.5%). Nelle prime dieci posizioni, invece, risulta in controtendenza il dato dell’Olimpico di Torino: durante le gare interne dei granata, infatti, si registra una media presenze pari a 19.639 (+1.3%). Bilancio positivo anche per il “Dall’Ara” di Bologna (19.363, +2.5%). Pressoché invariato il dato registrato al “Dacia Arena” di Udine (16.010), allo “Stadio Atleti Azzurri d’Italia” di Bergamo (15.891) ed al “Mapei Stadium” (11.036) mentre un vero e proprio exploit si registra durante gli incontri casalinghi del Chievo Verona (13.889, +23.5%).

E’ la Juventus la compagine che richiama il maggior numero di spettatori avversari: con in bianconeri in campo si è registrato, finora, il miglior dato stagionale a Verona (Chievo V.), Empoli, “Luigi Ferraris” di Genova (Genoa), “Giuseppe Meazza” di Milano (Inter), Palermo, Olimpico di Torino durante il derby della Mole.
Il derby di Milano (Milan-Inter) detiene il primato di match con il maggior numero di presenze allo stadio (77.882). A seguire l’incontro Inter-Juventus (76.484) e Napoli-Sassuolo (49.490).

CALCIOMERCATO – Pista argentina per Gonzalez

Alvaro Gonzalez, fino a qualche anno fa uno dei titolarissimi e intoccabili, soprattutto con Reja, “El Tata” metteva sempre la sua grinta a disposizione della squadra. Ora però la rivoluzione in casa Lazio ha colpito anche lui, infatti, dalla fine del mercato estivo è rimasto fuori rosa, non è stata trovata alcuna sistemazione. Ma ecco allora che, secondo Sky Sport, dall’Argentina arriva una nuova possibilità, infatti il Velez vorrebbe acquisire le prestazioni del centrocampista in prestito per 6 mesi.

Lopez :” Sosta necessaria per riordinare le idee “

Il 2016 sta terminando e si fanno i primi bilanci, proprio come ha fatto Antonio Lopez. L’ex centrocampista è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel : ” Il bilancio del 2016 è più che positivo. La marcia di Inzaghi è eccezionale. La delusione per la gara contro l’Inter è ancora fresca. Il tecnico biancoceleste ha detto che c’è da migliorare sotto l’aspetto della convinzione, che deve sempre restare ad alti livelli. Sono d’accordo: contro i nerazzurri la squadra non doveva mollare subito, la Lazio deve acquisire la mentalità della squadra forte. Bisogna essere cinici, non leziosi. La reazione post-derby è stata ottima ma non ci si doveva sedere dopo quanto fatto, doveva esserci continuità di risultati. Bisogna stare sul pezzo tutte le partite. La Lazio deve assumere la mentalità della Juventus, quella di lottare ogni gara fino al 95’. A Milano, dopo un primo tempo decisamente positivo, non si può regalare tanto nella ripresa. Prendere tre gol non è molto bello, c’è da lavorare tanto e darsi da fare per diventare una squadra che ogni domenica non regala nulla.”

Poi su la situazione che la Lazio troverà al rientro dalle vacanze: “ La sosta sarà necessaria per riordinare le idea. Nelle prossime settimane non ci sarà Keita: cambierà l’impostazione della squadra. Con il senegalese è tutta un’altra cosa, lo ha dimostrato il suo inserimento a gara in corso a Milano. Sarà necessario trovare altre soluzioni, possibile che Lulic venga schierato nel tridente come già proposto da Inzaghi nelle ultime due trasferte. Con Lulic davanti insieme a Immobile e Felipe Anderson siamo più coperti. Ai biancocelesti servirebbe una seconda punta: una con numeri importanti in zona gol e che sia da supporto a l’attaccante di Torre Annunziata. Immobile è un grande giocatore ma non può scendere in campo ogni partita con l’obbligo di segnare. Tutti confidano in lui, sono certo che si riprenderà da questo periodo di scarsa vena realizzativa”.

Bonucci shock: “Volevo lasciare il calcio, ecco perché”

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Il calcio messo per un po’ da parte, con il rischio di abbandonarlo definitivamente. Ci sono situazioni più importanti nella vita che, a volte, sconvolgono l’esistenza nel breve volgere di qualche attimo. Leonardo Bonucci lo sa. L’incubo vissuto negli ultimi mesi lo ha temprato dal punto di vista psicologico, trovando dentro di sè una forza d’animo davvero straordinaria. Adesso la serenità è tornato sul volto del difensore bianconero, grazie anche alla felicità dei suoi figli, in particolare del piccolo Matteo. “Ho festeggiato il Natale a Viterbo, casa mia, con tutta la famiglia. Papà dipendente Telecom, mamma contabile in un’azienda di termoidraulica. Il Capodanno sarà a Sestriere con mia moglie Martina e i nostri figli. Lorenzo Filippo che compirà cinque anni a luglio e Matteo Marco, tre il prossimo maggio. Momenti semplici, con un regalo che ci ha fatto qualcuno più grande di noi. La paura che è durata da luglio sino a pochi giorni fa è finita. A Matteo ora ripetiamo spesso una sorta di mantra: sei tu il nostro campione, hai vinto la partita più difficile. Gli leggo libri di favole, le storie di Cars. È tornato a giocare con suo fratello, presto potranno anche ricominciare a fare la lotta. Finalmente sta bene fisicamente e psicologicamente“.

Il calvario è finalmente finito, ma Bonucci non si esime dal raccontarlo ai microfoni della ‘Repubblica’: “Estate, vacanze a Formentera dopo i campionati europei in Francia. Tre settimane prima a Matteo era stata rimossa una piccola ernia inguinale. Una sciocchezza, eppure abbiamo la sensazione che Matteo sia diventato un bimbo diverso. All’inizio pensiamo che la ragione sia da ricercare in un residuo di anestesia da smaltire, ma poi una serie di suoi comportamenti ci preoccupano. Siamo spaventati. Torniamo immediatamente a Torino, decide mia moglie. All’ospedale pediatrico Regina Margherita troviamo una dottoressa meravigliosa che non perde un minuto. Gli esami diagnostici rivelano una patologia acuta. Bisogna intervenire subito, ci dice il medico. Il giorno successivo Matteo entra in sala operatoria alle otto della mattina e ne esce alle quattro del pomeriggio. Mentre superava le porte della chirurgia Matteo ci ha fatto il verso del leone, come se volesse infondere coraggio più a noi che a sé. Dopo ho raccolto il suo peluche, un orsetto bianco, mi sono seduto in un angolo della stanza e ho fatto una chiacchierata con Dio: sia fatta la tua volontà, gli ho detto, ma non dimenticare che è solo un bambino. Poi sono uscito dall’ospedale e ho trovato ad aspettarmi una trentina di persone, famigliari e amici. Qualcuno aveva chiesto un permesso dal lavoro, altri avevano chiuso il negozio. Per loro, per i miei compagni di squadra, per i tifosi, non soltanto della Juventus, che ci sono stati vicini in questi mesi ho pianto in tv. È stata l’emozione di un grazie. Matteo è tornato a casa il dieci agosto, a tredici giorni dall’intervento. Un recupero record“.

L’incubo però non era ancora finito: “E’ cominciata l’attesa dei progressivi miglioramenti, l’ansia di cogliere ogni piccolo passo in avanti, la speranza che il tempo necessario a dissipare i timori scorresse rapido. Abbiamo spiegato la situazione a Lorenzo, abbiamo parlato a lungo e pazientemente con Matteo per renderlo consapevole che era successo qualcosa di molto importante, ma che non doveva avere paura perché sarebbe tornato come prima. In quelle settimane sono stato sfiorato dall’idea di abbandonare il calcio, avevo completamente accantonato l’obbligo di pensare al mio lavoro. Proprio non ci riuscivo. Mi ha aiutato mia moglie Martina, con la sua determinazione, un’energia che sfiora la testardaggine. Lei mi ha convinto a sposarla, nonostante il nostro amore non fosse stato un colpo di fulmine, lei mi ha dato stabilità, sempre lei mi ha tirato fuori dal pozzo dopo ogni caduta, come quando mi sono trovato, da innocente, sbattuto nell’inchiesta sul calcio scommesse. Martina mi ha insegnato a essere fiero di me stesso nel bene e nel male. E ho capito che nel dolore tutte le famiglie si assomigliano. I privilegi si azzerano nella sventura, se vuoi riemergere devi lottare“.

Adesso Matteo sta bene, così Bonucci può tornare a pensare al calcio: “Una delle persone che hanno aiutato la mia crescita sportiva è Antonio Conte, che mi ha trasformato sul piano tecnico e tattico, e ci ha trasformati tutti alla Juve, prendendo una squadra dal settimo posto per portarla a tre scudetti consecutivi. Ha creato un gruppo di giocatori affamati. Si sarebbe potuto continuare. Lui ha deciso diversamente. Quando l’ho ritrovato in Nazionale gli ho detto, scherzando, che dieci giorni di allenamenti ai suoi ordini sono il tempo perfetto…».

Un carattere schivo quello di Bonucci, residuo di un’adolescenza solitaria: “Sono fatto così, forse per la mia gioventù. Indosso un’armatura. Sono una mente tanto pensante e una bocca poco parlante. Lo ammetto, la diffidenza è un mio limite, i miei veri amici sono pochissimi. La ragione della maglia 19? Un altro lascito di Ferrarini, appassionato di numerologia e simbolismi. Difficile da spiegare. Le dico soltanto che il numero 19 è presente nella data di nascita di mia moglie e dei miei figli e nel giorno del nostro matrimonio. Ed è il motivo per cui ho voluto firmare il rinnovo del contratto con la Juventus il 19 dicembre. Chelsea? Vorrei diventare una leggenda qui“. Infine, il difensore bianconero racconta il curioso derby di casa Bonucci: “Mio figlio Lorenzo tifa Torino ma non posso farci nulla, a meno che non gli proibisca di frequentare i suoi migliori amici dell’asilo. Ci corre per casa imitando la cresta di Gallo Belotti. Voleva farsi stampare sul retro della maglia granata il nome di Pogba…gli ho detto di no, questo proprio non me lo poteva fa’!“.

 

FonteGianlucadimarzio.com

Lazio-Giaccherini, risponde l’agente. Che poi consiglia Di Canio…

Quello di Emanuele Giaccherini è solo l’ultimo dei nomi circolati in casa Lazio per la sostituzione di Keita. Proprio di quest’indiscrezione ha parlato, ai microfoni di Radio Incontro Olympia, l’agente del calciatore, Furio Valcareggi: “Al momento non so nulla da parte della Lazio. Non ho sentito Tare e non conosco personalmente Lotito, dunque non ho avuto mezzo indizio in questa direzione. Certo, se partisse Keita… Anche se Emanuele comunque è più una mezz’ala da corsa. Copre una distanza di 13-14 chilometri a partita e potrebbe dunque diventare un esterno alto di quantità. La sua arma principale è però la duttilità, oltre alla grande capacità di ritrovarsi con i tempi giusti solo davanti al portiere“. Doti che non gli hanno permesso tuttavia di ritagliarsi il suo spazio nel Napoli: “I partenopei, come rosa, sono superiori anche alla Juventus, che però resta più forte davanti. Quando davanti hai Callejon, Insigne e Mertens, è normale che giochi poco, anche se comunque Giaccherini è sceso in campo sia in campionato che in Champions League. Per Giuntoli è incedibile, ma questo è un concetto che nel calcio non esiste“. Un approdo quello ai piedi del Vesuvio avvenuto dopo la parentesi al Sunderland: “Facile rimuginare sulle decisioni il lunedì, meno prenderle il sabato. Certo si fa poca fatica, ma il contesto prestigioso è stato importante nel farci decidere anche di abbandonare la strada Torino, con cui era tutto fatto“. Sulle possibilità di uno sbarco nella Capitale: “Con Lotito non ho parlato, ma so che Emanuele non guadagna tanto per i parametri biancocelesti. Poi non saprei. Il presidente se lo può permettere, ma è anche uno che sta molto attento ai conti. In biancoceleste poi ritroverebbe Marco Parolo, di cui è un grande amico. Sullo stipendio però i giocatori non fanno sconti. Giaccherini è un bel ristorante, non si prende con un budget da pizzeria“. Anche in biancoceleste si troverebbe davanti una notevole concorrenza: “Keita e Felipe Anderson sono giocatori importanti e se la battono con gli esterni del Napoli, che però vivono un periodo piuttosto fortunato e stanno letteralmente dipingendo il campo sostenuti dalla solidità di Diawara, un calciatore che in futuro diventerà forte quanto Pogba“.

Qualche parola poi sull’avventura al fianco di Paolo Di Canio: “Entrò nello spogliatoio facendo troppo rumore. Era sempre troppo agitato. Io in carriera l’ho aiutato a Terni e da allora è molto cambiato. Fare l’allenatore è diverso dal fare il calciatore, bisogna essere più riflessivi. Lui ha reso un po’ violento l’approccio con la squadra quando invece deve violentare un po’ la sua esuberanza per ripartire alla grande su una panchina“. Infine, sull’arrivo dei cinesi nel calcio italiano: “Stanno entrando a piedi uniti con tanti di quei soldi che fanno barcollare anche giocatori che guadagnano bene. Hanno fatto un’offerta ad Hamsik, vi svelo, fuori di testa. Stanno venendo qua con argomenti irrinunciabili. Oscar guadagnerà 25 milioni netti l’anno, ed è solo l’inizio di fermenti pazzeschi“.

CALCIOMERCATO – Non solo Gabbiadini: anche un altro ‘napoletano’ nella lista per il post Keita

A gennaio la Lazio perderà Keita, impegnato nella Coppa d’Africa, e dovrà dunque muoversi sul mercato per trovare un degno sostituto, viste le poche garanzie offerte sinora da giocatori come Kishna e Luis Alberto. A stuzzicare i capitolini, oltre al profilo di Biabiany, anche quello di Emanuele Giaccherini, che non trova spazio nel Napoli di Maurizio Sarri e potrebbe dunque dirigersi verso altri lido. Il suo contatto scadrà nel 2019, ma la sua partenza dal club partenopeo potrebbe avvenire già a gennaio: come riporta Calciomercato.it, anche la Roma sembra interessata all’ex Juventus.

Sempre in casa Napoli, si guarda anche a Manolo Gabbiadini: l’attaccante – come riporta l’edizione online di Repubblica – vorrebbe restare in Italia, per questo un trasferimento nella Capitale sarebbe cosa gradita rispetto all’ipotesi Stoke City – che offre 28 milioni – promossa dalla società napoletana. Un affare che potrebbe andare in porto proprio grazie a Keita: se entreranno almeno 20 milioni per il suo cartellino, nelle casse laziali, Lotito potrebbe decidersi.